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  • La Bibbia, un racconto condensato: Perché?
  • Svegliatevi! 1970
Svegliatevi! 1970
g70 22/5 pp. 28-30

“La tua parola è verità”

La Bibbia, un racconto condensato: Perché?

NON può esserci dubbio che la Bibbia contiene un racconto molto condensato di avvenimenti storici. Solo riguardo al ministero terreno di Gesù Cristo, l’apostolo Giovanni scrisse: “Vi sono, infatti, molte altre cose che Gesù ha fatte, le quali, se fossero scritte nei minuti particolari, suppongo che il mondo stesso non potrebbe contenere i rotoli che si scriverebbero”. — Giov. 21:25.

Ovviamente, perciò, un’opera che contenesse tutti i particolari della storia umana dall’inizio fino al primo secolo E.V. avrebbe contenuto molto più materiale di quanto la persona media potesse leggere nella sua vita. Pochi si sarebbero potuti permettere di comprarla, e indubbiamente un’opera simile non sarebbe stata disponibile in tutte le principali lingue degli abitanti della terra, come lo è la Bibbia. Quindi, per soddisfare tutti coloro che avessero desiderato trarre beneficio dal suo contenuto, la Parola di Dio doveva essere un racconto condensato.

Il fatto d’essere un racconto abbreviato accresce il valore della narrazione biblica. I punti realmente importanti non sono oscurati da molti insignificanti particolari. Il messaggio della Bibbia è semplice e diretto, come illustra il suo stesso primo capitolo. In tale capitolo Dio è identificato quale Creatore dei cieli e della terra, e le sue opere creative terrestri sono elencate in ordine cronologico. Ma non dice nulla della composizione dell’universo fisico, delle leggi che lo regolano né di come Dio fece a portarlo all’esistenza. Tuttavia, il silenzio della Bibbia su queste cose non è un difetto. Dato che l’uomo in genere ha difficoltà a capire cose scientifiche assai più semplici, un racconto veramente particolareggiato di cose del tutto sconosciute all’esperienza umana sarebbe stato incomprensibile.

D’altra parte, le semplici e dirette informazioni di Genesi capitolo 1 forniscono una ragione sufficiente per fare la volontà di Dio. Dovremmo essere spinti a esprimerci sinceramente come le ventiquattro persone anziane viste in visione dall’apostolo Giovanni: “Degno sei, Geova, Dio nostro, di ricevere la gloria e l’onore e la potenza, perché tu creasti tutte le cose, e a causa della tua volontà esse esisterono e furon create”. — Riv. 4:11.

Nello stesso tempo non si può giustamente pensare che mancando nella Bibbia estese descrizioni circa le opere creative ciò significhi che Geova Dio voglia far rimanere l’uomo nell’ignoranza. Se questo fosse stato il suo scopo, non avrebbe dotato l’uomo della capacità di pensare e ragionare. Che il Creatore volesse far usare all’uomo la sua mente è indicato dal fatto che diede al primo uomo Adamo il privilegio di dare un nome a tutti gli animali. (Gen. 2:19, 20) Questo mostra pure che non fu necessario che l’Onnipotente Dio fornisse informazioni circa le cose che l’uomo poteva determinare da sé usando le facoltà dategli da Dio.

L’uomo, comunque, non può acquistare la conoscenza più importante facendo ricerca nelle fonti secolari e con l’osservazione fisica. Per quanto studi estesamente l’universo materiale, non giungerebbe a conoscere l’invisibile Dio. Rimarrebbe ignorante per quanto riguarda gli attributi, il nome, i propositi del Creatore e la sua volontà per quelli che desiderano ottenere il Suo favore. È qui che ci viene in aiuto la Parola di Dio, la Bibbia. Essa serve primariamente a rendere disponibili queste importanti informazioni. Perciò, pur non essendo affatto esauriente, il racconto biblico provvede tutto ciò di cui l’uomo ha bisogno per ottenere l’approvazione di Dio e la vita. Per tale ragione l’apostolo Giovanni poté scrivere: “A dire il vero, Gesù compì davanti ai discepoli anche molti altri segni, che non sono scritti in questo rotolo. Ma questi sono stati scritti affinché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e affinché, credendo, abbiate la vita per mezzo del suo nome”. — Giov. 20:30, 31.

Giacché si sarebbe potuto dire tanto di più riguardo a Cristo Gesù, alcuni si sono chiesti perché gli altri scrittori dei Vangeli, Matteo, Marco e Luca, narrassero spesso gli stessi avvenimenti. La ragione di ciò è chiara quando prendiamo in considerazione che i racconti dei Vangeli provvedono la base per esercitare fede in Gesù Cristo quale Figlio di Dio. Questa fede è essenziale per ottenere la vita eterna. (Giov. 3:16) E il rigetto o l’accettazione della testimonianza intorno a Gesù Cristo è realmente una questione di vita o di morte. In armonia col principio che le cose serie siano stabilite per bocca di due o tre testimoni, Geova Dio fece benignamente in modo che quattro diversi uomini narrassero gli avvenimenti del ministero terrestre di Gesù. (Deut. 19:15; Matt. 18:16) Pertanto la testimonianza di quattro testimoni può provvedere la base per aver fede in Cristo Gesù.

Essendoci quattro testimoni, dovremmo aspettarci di trovare varianti nei racconti e anche dettagli supplementari che ci possono aiutare a farci un’idea più completa degli avvenimenti. Le varianti in se stesse costituiscono un’ulteriore base per la fede, poiché dimostrano che non ci fu collusione fra gli scrittori della Bibbia.

Il fatto che la Bibbia non fornisce tutti i particolari serve anche a un altro scopo. “Elimina” coloro che non desiderano sinceramente fare la volontà di Dio. Questo è illustrato da ciò che accadde nel primo secolo E.V. In un’occasione Gesù disse ai suoi ascoltatori: “Verissimamente vi dico: Se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete vita in voi”. (Giov. 6:53) A quel tempo non spiegò come altri potevano nutrirsi della sua carne e bere il suo sangue. Quel particolare mancante indusse molti a smettere d’associarsi con lui. Persero completamente di vista tutte le altre meravigliose cose che Gesù aveva dette e fatte. (Giov. 6:60-66) Non cercando una spiegazione indicarono di non avere nessun vero apprezzamento per Gesù o per il suo messaggio, meritando così d’essere “eliminati”.

La stessa cosa può accadere oggi alle persone. Leggeranno un particolare passo nella Bibbia e, poiché non ci sono tutti i particolari, cominceranno a mettere in dubbio che Dio fosse realmente giusto quando eseguì il giudizio in un certo caso. Dimenticando che non erano lì e ignorando l’abbondante testimonianza che si trovava in altre parti della Bibbia circa la giustizia di Dio, possono inciampare. Ma quanto sarebbe meglio che tali persone considerassero la testimonianza biblica sulla cosa nel complesso. Per esempio, Dio era disposto a risparmiare le città notoriamente malvage di Sodoma e Gomorra per amore di dieci giusti. E, poiché non se ne poté trovare nemmeno quel numero, fece in modo che il giusto Lot e le sue figlie fossero liberati. (Gen. 18:22-32; 19:15, 16) In considerazione di ciò, potrebbe alcuno mettere giustamente in dubbio la rettitudine di Dio quando non sono forniti tutti i particolari? Certo quello che Dio fece in questo caso rispose in modo soddisfacente alla domanda di Abraamo: “Non farà il Giudice di tutta la terra ciò che è giusto?”

Non vogliamo mai essere, perciò, fra coloro che inciampano perché la Bibbia contiene un racconto condensato. Piuttosto, cerchiamo sempre d’essere fra coloro che apprezzano il fatto che la Bibbia ci provvede le essenziali informazioni di cui abbiamo bisogno per ottenere l’approvazione di Dio e la vita.

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