“Una meta davvero significativa”

PRIMA di conoscere le verità bibliche la mia meta era quella di fare carriera. Vivevo a Roma e frequentavo l’università: ero iscritto alla facoltà di economia e commercio.

Nel gennaio del 1974 incontrai per la terza volta una testimone di Geova, una donna avanti negli anni, che mi offrì le riviste Torre di Guardia e Svegliatevi! mentre salivo sull’autobus dove lavoravo come bigliettaio. Le accettai come le altre volte.

La Testimone si mise a sedere accanto a me e cominciammo a parlare del Regno di Dio. Non ero d’accordo con tutto ciò che diceva, ma la sua affermazione secondo cui bisognava acquistare conoscenza per edificare una fede forte mi fece riflettere.

Nel frattempo anche mia moglie, tramite un’amica, era venuta in contatto con i testimoni di Geova. Iniziammo a studiare la Bibbia e poco dopo cominciammo a frequentare le adunanze di congregazione. Mi ricordo che alla fine delle adunanze avevo sempre molte domande da fare, domande che fino a quel momento erano rimaste senza risposta. Il fatto di ricevere risposte soddisfacenti mi spingeva a ritornare alle adunanze per saperne di più.

Due mesi dopo avere iniziato lo studio partecipai a un concorso nell’azienda in cui lavoravo. Lo vinsi e diventai impiegato. Questo nuovo lavoro mi permetteva di frequentare tutte le adunanze di congregazione, ma nello stesso tempo mi offriva la concreta possibilità di diventare dirigente aziendale. Comunque, non mi valsi di questa opportunità. Ormai ero fermo nella mia decisione di servire Geova e mi rendevo conto che quel lavoro avrebbe richiesto troppo tempo e troppo impegno. Le mie mete stavano cambiando.

Si avvicinava il giorno in cui dovevo battezzarmi, ma il mio capoufficio disse che non potevo assolutamente assentarmi dal lavoro in quel periodo. Ero molto amareggiato e chiesi aiuto a Geova rivolgendogli una sentita preghiera. Proprio in quel momento mi passò davanti un alto dirigente dell’azienda che mi salutò. Assorto nei miei pensieri, contraccambiai il saluto senza nemmeno alzare la testa. Più tardi questo dirigente mi chiamò e mi chiese il motivo del mio strano atteggiamento. Gli spiegai che stavo per fare il passo più importante della mia vita — dedicare la mia vita al servizio di Geova Dio — ma che non mi davano le ferie per andare all’assemblea a cui mi dovevo battezzare. Mi ascoltò senza dire una parola.

Quattro ore più tardi mi fu detto che era stata accolta una mia precedente richiesta di trasferimento in un altro ufficio. All’indomani, quando mi presentai per il nuovo lavoro, mi fu subito chiesto quanti giorni di ferie volevo. Geova aveva ascoltato la mia preghiera. Ora potevo battezzarmi come previsto.

Dopo il battesimo mia moglie ed io abbiamo fatto molti cambiamenti nella nostra vita per poter dare il meglio di noi stessi a Geova. Lei ha rinunciato a uno stipendio non indifferente ed io alla carriera di dirigente, che un tempo era stata la meta della mia vita. Ne è valsa la pena? Mia moglie è pioniera regolare (predicatrice a tempo pieno), mia figlia Michela lo è stata per alcuni anni e io attualmente presto servizio come anziano nella mia congregazione. Inoltre, con alcuni aggiustamenti e rinunciando al lavoro straordinario, anch’io ho intrapreso l’opera di pioniere regolare. Questo servizio è per me fonte di grande soddisfazione, e mi ha permesso di stringere una più intima relazione con Geova. Ho il privilegio di svolgere la più grande opera che sia mai stata affidata agli esseri umani, ma ho fatto mie le parole di Gesù riportate in Luca 17:10: “Quando avete fatto tutte le cose assegnatevi, dite: ‘Siamo schiavi buoni a nulla. Abbiamo fatto ciò che dovevamo fare’”.

Da quando conosciamo la verità mia moglie ed io abbiamo avuto la gioia di aiutare più di 20 persone a venire all’accurata conoscenza del proposito di Dio. Ora, quando la sera torno a casa dopo una giornata trascorsa nel servizio di Geova mi sento stanco, sì, ma sono contento, e ringrazio Geova di avermi fatto conoscere la verità e di avermi dato la gioia di raggiungere una meta davvero significativa. — Da un collaboratore.