Domande dai lettori
◆ È lecito proporre o fare brindisi a Dio o a Cristo o al Regno? — J. S., Pennsylvania.
Qualche volta il brindisi viene proposto, e i membri del raduno si sentono costretti a prenderne parte. Questa pratica è radicata nell’antico paganesimo. I Babilonesi brindavano ai loro dèi, e finivano con l’ubriacarsi. La Bibbia fa il racconto d’una di tali occasioni. Nel 539 a.C. Belsatsar comandò che fossero portati i sacri vasi del servizio del tempio degli Ebrei, e servendosi di questi egli e la sua compagnia di gaudenti “bevvero del vino, e lodarono gli dèi”. (Dan. 5:14) Tali brindisi non sono in alcun modo da paragonarsi alle offerte in bevande che Geova Dio prescrisse per il servizio del suo tempio. Quando i Greci davano dei festini e diventavano ebbri, era per ragioni di culto: essi bevevano in abbondanza in onore dei loro dèi pagani. Dopo i Greci, furono i Romani a seguire tali riti religiosi e pagani di brindare agli dèi. Naturalmente, avevano tanti dèi che tutti erano ubriachi prima che il rito terminasse. Inoltre, agli eroi umani veniva altresì brindato.
Gli Scandinavi prima di convertirsi a Cristo si riunivano per fare una bevuta, e brindavano a Odino, a Njord e a Frey. I missionari cristiani non furono in grado di abolire queste usanze, ma i brindisi venivano poi cambiati per “onorare” Dio e Cristo e i vari santi patroni, e per ottenere la salvezza per le loro anime. Il futuro stato di beatitudine era associato a costanti bevute e a molte ubriacature. Geova Dio e Cristo Gesù non vengono onorati mediante le pagane usanze dei brindisi rivolti a loro o agli umani. La Parola di Dio, la Bibbia, ci istruisce sul modo in cui onorarlo, e noi non dobbiamo aggiungere nulla alla sua Parola su questo punto, e specialmente quando l’aggiunta proviene da usanze pagane. Evitando questo costume di brindare, insieme a molte altre usanze censurabili, potremo sembrare di mente ristretta per i mondani. Noi siamo così. Ma non si dimentichi neppure per un istante che la nostra ristrettezza cristiana è la nostra salvezza, come la larghezza del mondo è la sua distruzione. — Matt. 7:13, 14