Lezione 20
Topografia di Gerusalemme
AI GIORNI di Abrahamo Gerusalemme era chiamata Salem. Questa città era situata proprio ad est delle alture che vanno da nord a sud fra il Mar Mediterraneo ad ovest e la valle del Giordano ad est. In origine era stata costruita sull’estremità meridionale di un’altura che si estende verso l’est per poi ripiegarsi verso il sud. La città fu costruita in cima a questa altura meridionale, e circondata da mura. Da nord a sud era lunga ma da est a ovest era stretta, e la sua superficie era appena di quattro ettari e mezzo. I lati del monte erano ripidi all’est, al sud, e all’ovest; ma al nord, lato in cui l’altura continuava a salire non vi era nessuna difesa naturale. Per questa ragione la parte più fortificata delle mura della città era in questa sezione settentrionale. Gerusalemme è circondata da colline, fra cui il Monte degli Ulivi.
La provvista di acqua potabile della città era molto importante, poiché sopra il monte non esistevano sorgenti. La sorgente più vicina si trovava sul lato orientale, quasi nei pressi della valle di Kidron, e fu chiamata Ghihon. (2 Cron. 32:30) Le sue acque scorrevano giù fino a raggiungere la valle di Kidron. Se avessero costruito le mura fin giù nella valle per includervi la sorgente la città sarebbe rimasta molto vulnerabile. Però, con la costruzione delle mura sull’altura onde la città fosse circondata da potenti fortificazioni difensive la vitale sorgente di acqua sarebbe rimasta fuori dalla città e facilmente accessibile al nemico. Il complicato problema fu risolto da un espediente molto ingegnoso: gli abitanti scavarono un bacino nel fianco roccioso del monte, poi fecero nella rupe un canale verticale fino ad una certa altezza, infine lo collegarono ad una galleria conducente alla città. I portatori di acqua potevano scendere, dall’interno della città sul monte, nella galleria fino a raggiungere il canale verticale, nel quale affondavano i secchi mediante corde e attingevano l’acqua dal bacino di sotto. Solo dopo che il bacino fosse stato colmo d’acqua la sorgente avrebbe traboccato per scorrere nella valle di Kidron.
Ai giorni di Giosuè e Davide Gerusalemme era chiamata anche Gebus. Qualche tempo prima dei giorni di Davide la città fu estesa verso il nord, e una nuova muraglia fu costruita nella parte settentrionale. All’estremità occidentale lo spazio fra la vecchia e la nuova muraglia settentrionale era di nove metri, ma diveniva più largo dove la vecchia muraglia si estendeva verso il sud. Alcuni credono che lo spazio fra queste due muraglie settentrionali fosse occupato da un forte, chiamato Millo. Il forte o cittadella in origine era chiamato Sion, ma più tardi questa denominazione assunse un significato più esteso per includere altre parti della città. La sicurezza di cui si vantavano gli abitanti fu manifestata dagli scherni e oltraggi che lanciavano a Davide. — 2 Sam. 5:6-9.
Davide offrì il comando del suo esercito all’uomo che avrebbe percorso il canale. La parola ebraica da cui deriva “canale” è anche tradotta “acquedotto” (Rotherham), e “condotto d’acqua” (Amer. Stand. Vers.). È dunque molto probabile che fosse mediante questo canale sotterraneo conducente da Ghihon alla città sul monte che l’agile Joab, seguito indubbiamente da altri, entrò nella città aiutando a sopraffare la cittadella ritenuta inespugnabile dai Gebusei. Altri deducono che la parola ebraica tradotta “canale” non si riferisca al canale sotterraneo, bensì ad una grotta naturale situata su un lato dell’altura, proprio sotto la muraglia orientale. Alla sua estremità interiore questa grotta aveva un’apertura a forma d’imbuto, che conduceva alla cittadella stessa. Comunque sia, Geova diede la città nelle mani di Davide.
Alcuni Gebusei divennero adoratori di Geova Dio e quindi stranieri in Israele. Secondo l’usanza in Palestina, i Gebusei battevano il loro grano su superfici piatte ed elevate fuori della città. Su tali superfici essi spargevano il loro frumento o altro grano facendolo pestare dai buoi, oppure macinandolo sotto il peso di un disco di legno al quale erano legate pietre o pezzi di ferro appuntiti. In seguito questi operai gettavano il grano in aria onde il vento trasportando la pula lasciasse ricadere il puro grano al suolo. Per questa ragione l’aia doveva essere su di un’altura.
Al tempo di Davide il Gebuseo che aveva stabilito la sua aia su un altipiano al nord di Gerusalemme era chiamato Arauna. Davide la comprò per stabilirvi il tempio e suo figlio Salomone lo costruì edificando anche altri palazzi sulla pendenza meridionale nei pressi della muraglia settentrionale della città di Davide. In tal modo Gerusalemme, con l’aggiunta di queste costruzioni, si estese verso il nord, accrescendo di più del doppio la sua grandezza.
Alcuni sostengono che Salomone costruisse altri palazzi nella città su un’altura parallela ad ovest. Questa altura è più larga di quella su cui la città era stata edificata in origine ed è separata dalla città mediante una valle lunga e stretta, chiamata da Giuseppe Flavio la valle di Tirofeon, che sembra sia quella chiamata, nella Bibbia, Mortaio. Invece di costruire la città nella valle rendendola vulnerabile, le due alture su cui la città era stata costruita furono collegate da un alto ponte di pietra alzato sulla valle di sotto. Col passar degli anni la città si estese verso il nord, e in seguito la valle fra le due alture venne popolata.
Oltre le valli di Kidron e di Tirofeon, una terza valle di grande importanza suscita la nostra attenzione. I Giudei la chiamavano in origine Ge-hinnom, che vuol dire “valle di Hinnom”, ma col passar del tempo questo nome ebraico si trasformò in Geenna. Questa valle o burrone costeggia la parte occidentale di Gerusalemme fino all’angolo sud-ovest della città, donde, seguendo sempre le mura della città, si prolunga verso l’est raggiungendo la valle di Kidron. Man mano che il burrone si estende, diventa più stretto e più profondo, finché al lato meridionale di Gerusalemme discende rapidamente fra pendii dirupati. In questa gola riparata ed isolata i Giudei apostati sacrificavano al dio demonico, Moloc, bruciandovi i loro figliuoli vivi in sacrificio. Salomone diede inizio a questa pratica diabolica in Israele, e tali riti orribili furono seguiti di tanto in tanto, specialmente durante i regni di Achaz e Manasse. (1 Re 11:7; 2 Re 16:3; 2 Cron. 28:3; 33:6; Sal. 106:37-39) Geremia condannò questi sacrifici religiosi fatti a Tofet nella valle di Hinnom, e infine il re Giosia sradicò l’idolatria e abbatté Tofet rendendo la zona ufficialmente immonda. (Ger. 7:31-33; 19:2-13; 2 Re 23:10) In seguito la valle di Hinnom, ossia Geenna, divenne un luogo di rifiuti o incenerimento per la città. Per accrescere il potere distruttivo delle fiamme veniva bruciato zolfo. A volte i cadaveri dei criminali ritenuti troppo abbietti per meritare una risurrezione venivano gettati nelle fiamme di fuoco della Geenna perché fossero ridotti in cenere. Se un cadavere non fosse stato raggiunto dalle fiamme, i vermi l’avrebbero divorato. Pertanto la Geenna divenne un vigoroso simbolo, non del tormento eterno, ma della distruzione eterna, dalla quale non vi potrà essere nessuna salvezza o risurrezione.
Gerusalemme fu attaccata e distrutta diverse volte. Per settanta anni, dal 607 a.C. al 537 a.C., rimase desolata, completamente spopolata. Nei tempi antichi il maggior sviluppo di Gerusalemme ebbe luogo nei giorni del re Agrippa. Allora le sue mura si estendevano al nord molto di più che non oggi e al sud raggiungevano la valle di Hinnom, o Geenna. Però la città moderna è sviluppata molto al di là delle mura e abbraccia maggior territorio che mai nel passato.
Qualche osservazione circa il clima della Palestina è ora appropriata, ma una descrizione del clima non può essere applicata a questa piccola zona, poiché esistono grandi varietà di clima in Palestina più che in qualsiasi altro territorio della stessa grandezza. Vi piace la neve? Recatevi alle montagne del Libano. Preferite un ambiente tropicale? Dirigetevi verso la valle del Giordano. E quelli che desiderano un clima torrido possono raggiungere la pianura marittima. Ma se è un clima temperato che bramate, le colline della Galilea fino alla Giudea sono proprio per voi. Qui il clima è veramente ideale. Infatti in primavera, dopo che le piogge dell’inverno hanno soddisfatto la sete del terreno, il sole inonda la campagna di calore, invitando la vegetazione ad abbellire le valli di un bel verde vivo, inducendo i fiori selvatici a rivestire le colline di colori vivaci.
Ah, come avrà gioito Mosè mentre in cima al Monte Nebo, in quella lontana primavera, lasciava scorrere il suo sguardo sull’intera estensione della Terra Promessa per un’ultima e gloriosa veduta del suo panorama multicolore! “Un buon paese: paese di corsi d’acqua, di laghi e di sorgenti che nascono nelle valli e nei monti; paese di frumento, d’orzo, di vigne, di fichi e di melagrani; paese d’ulivi da olio e di miele; paese dove mangerai del pane a volontà, dove non ti mancherà nulla; paese dove le pietre son ferro, e dai cui monti scaverai il rame”. (Deut. 8:7-9) Certamente Mosè non aveva esagerato; no, non aveva neanche intraveduto appieno le glorie della Terra Promessa quando l’aveva così descritta agli Israeliti allora accampati sulle pianure di Moab.
[Domande per lo studio]
1. Dove era situata Gerusalemme?
2. Come fu assicurata la provvista di acqua della città?
3. Quale sviluppo aveva fatto la città prima del tempo di Davide?
4. In che modo Davide sconfisse la cittadella di Sion?
5. Dove fu costruito il tempio? e come più tardi Salomone estese la città?
6. Quali informazioni vengono date concernenti la valle di Hinnom?
7. Col passar del tempo come venne trasformata Gerusalemme?
8. Quali osservazioni vengono fatte riguardo al clima della Palestina?
9. Come descrisse il paese Mosè, ed esagerava egli forse?