Svizzera
(Rapporto tratto dall’“Annuario” del 1951)
IN SVIZZERA durante l’anno di servizio è stato fatto un buon progresso ed è stata data una meravigliosa testimonianza. Non avviene molto spesso che possa essere usata la radio, ma un giorno l’ufficio filiale ricevette una lettera dal direttore di una stazione radio che invitava i testimoni di Geova a partecipare ad una discussione con rappresentanti della Chiesa Nazionale Riformata. Da un’estremità della nazione all’altra sono giunte comunicazioni attestanti che migliaia di persone ascoltarono questa discussione e di conseguenza molti scrissero all’ufficio filiale dicendo che i testimoni di Geova avevano vinto la discussione. Un giornale fece questo commento sul programma della radio: “Ci rincresce dover dire che se dovessimo decidere per l’una o l’altra parte del dibattito, dovremmo piuttosto decidere a favore dei rappresentanti della setta dei testimoni di Geova”. I rappresentanti della Società nella discussione erano ben armati con la Bibbia. Citarono le Scritture e diedero una buona testimonianza, che fece sbalordire l’uditorio radiofonico. Questi fratelli che rappresentavano la Società si valsero delle Scritture, con compiacimento degli ascoltatori. È necessario che tutti i ministri di Dio conoscano la Bibbia molto bene per poter predicare al popolo in qualsiasi tempo e in qualsiasi luogo. Vi sono altre esperienze molto interessanti che il servitore della filiale in Svizzera ha comunicate e queste sono qui riportate.
Come anche piccoli fanciulli dovutamente ammaestrati nelle Scritture possano avere un buon intendimento dei princìpi biblici è dimostrato dalle esperienze di una ragazza di otto anni nella Svizzera italiana.
Un giorno si recò alla scuola un prete per vendere libri di preghiere. Allorché ne offrì uno alla ragazza, questa disse con gentilezza: “No, grazie”. Egli voleva sapere la ragione del rifiuto, e la bimba rispose coraggiosamente: “Gesù Cristo ci ha insegnato una sola preghiera, il Padre Nostro”. Più tardi il prete visitò di nuovo la classe e distribuì figurine di santi. Dopo che egli le ebbe chiesto la ragione del suo rifiuto, ella disse: “Perché il Signore disse che non dovremmo né fare né adorare immagini”.
Poi venne il Natale. La maestra faceva le prove di un’intervista che doveva aver luogo alla Radiostazione Nazionale e in cui i fanciulli dovevano esprimere qualche commento sul Natale. Fu scelta anche questa giovane testimone. L’“intervista” fra la maestra e la fanciulla si svolse in questo modo: “Sei contenta che presto sarà Natale?” “Sì”. “Perché ne sei contenta?” “Perché avremo le vacanze”. “Soltanto per questa ragione?” “Sì”. “Ma non sei lieta sapendo che il piccolo bambin Gesù ti porterà tanti bei giocattoli?” “No, perché Gesù non è più un bambino, ma un re in cielo, e so anche che il Natale viene dai pagani”. (La maestra allora decise che questa fanciulla non era adatta per parlare alla radio sul Natale!)
Alla fine della scuola di solito il padre va a prendere la fanciulla con la sua automobile. Un pomeriggio ella dovette attendere un po’ di tempo. Era appunto il giorno delle elezioni, perciò il prete, che passava per caso, le disse: “Non ritarderà molto; tuo padre è probabilmente soltanto nella sala comunale per votare”. “Non è possibile”, rispose la fanciulla, “perché i veri Cristiani non partecipano alla politica”.
In questa nazione a volte i pionieri trovano difficile ottenere lavoro secolare a mezza giornata per sostenersi. Un fratello ci ha mandato il seguente rapporto, che è un buon esempio di dovuta predisposizione, determinazione e fiducia in Geova.
“Dopo aver assistito all’Assemblea Regno Trionfante di Norimberga nell’agosto 1955, non avevo bisogno di meditare se volessi fare il pioniere o meno. Dopo aver ascoltato i molti incoraggianti e gioiosi rapporti di servitori maturi nell’opera continua presi la mia decisione e stabilii il 1º maggio 1956 come data per iniziare. Cominciando dal febbraio 1956 cominciai a cercare un impiego per mezza giornata, rispondendo a varie inserzioni nei giornali. Due volte feci inserire una richiesta per conto mio, ma senza nessun successo. Il tempo passava rapidamente, il 1º maggio arrivò e ancora non avevo trovato il lavoro desiderato. Cosa fare dunque? Dovevo forse cambiare la mia decisione, anche per un più lungo periodo di tempo, mentre cercavo un impiego appropriato, perdendo di vista ‘Il mio scopo nella vita’? No. Cominciai il mio servizio di pioniere, impiegando mezza giornata nell’opera di predicazione e trascorrendo il resto della giornata in cerca di lavoro. Che cosa facevo? Andavo semplicemente da una ditta ad un’altra spiegando la ragione della mia visita insolita. In questo modo mi recai da settanta ad ottanta ditte, e finalmente un commerciante accettò di assumermi. Il 22 maggio potevo intraprendere il lavoro che mi permette ora di continuare nel servizio a pieno tempo. Ho già provato molta gioia nelle poche settimane che ho trascorse nel servizio di pioniere, e apprezzo profondamente questo privilegio, e forse di più proprio perché ho dovuto lottare per averlo. Sono determinato a rimanere nel servizio di pioniere per tutto il tempo che Geova me lo permette”.