Confutazione di talune assurdità
● Un giorno del 1529 Hugh Latimer, riformatore inglese, pronunciò a Cambridge un sermone dissertando a favore della traduzione e lettura popolare della Bibbia. Il clero s’infuriò, specialmente perché copie della Bibbia inglese di Tyndale erano introdotte di contrabbando in Inghilterra e il clero non riusciva a bruciarle abbastanza in fretta. Alcuni frati infuriati scelsero il loro campione, Frate Buckingham, per debellare gli argomenti di Latimer. La domenica seguente il campione dei frati tenne il suo sermone. Con un trionfante sorriso il frate chiese: “Poiché la Scrittura dice che ogni uomo che abbia messo mano all’aratro e poi si volga indietro non è adatto per il regno di Dio, quando legge queste parole, il contadino non sarà forse pronto a smettere immediatamente di arare, e quindi dove andranno la semina e il raccolto? E allo stesso modo qualora il panettiere legga che ‘un po’ di lievito fa lievitare tutta la pasta’ non diventerà troppo tirchio nell’uso di lievito, con gran danno per la nostra salute? E altrettanto quando l’uomo semplice legge le parole: ‘Se l’occhio tuo ti fa cadere in peccato, cavalo e gettalo via’, incontinente si caverà gli occhi, e così tutto il regno sarà pieno di ciechi, con grande danno per la nazione e manifesto disfavore del Re. E così con la lettura delle Sacre Scritture tutto il regno sarà in confusione”. La settimana seguente Latimer rispose al discorso del frate. “Solo i bambini e gli stolti”, disse Latimer, “non riescono a distinguere fra il significato figurativo e quello letterale del linguaggio, fra l’immagine usata e ciò che l’immagine vuol rappresentare”. E gettando un’occhiata penetrante al suo avversario, che sedeva di fronte al pulpito, Latimer continuò: “Se facciamo l’illustrazione di una volpe che predica col cappuccio da frate, nessuno immagina che si voglia indicare una volpe, ma che sono descritte l’astuzia e l’ipocrisia, che così spesso si trovano in quell’abito”.