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  • Domande dai lettori (2)
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1960
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1960
w60 15/5 p. 319

Domande dai lettori

● Benché non sia scritturale che un cristiano accetti una trasfusione di sangue di altra persona, sarebbe ammesso per un cristiano dedicato che, durante un’operazione, parte del suo sangue fosse prelevata e poi rimessa nel suo corpo? — W. D., U.S.A.

Secondo la prescrizione biblica riguardo al sangue, il sangue prelevato da un corpo doveva esser versato per terra come acqua e coperto di polvere. (Lev. 17:13, 14; Deut. 12:16, 23, 24; 15:23; 1 Cron. 11:18, 19) Questo perché la vita è nel sangue e il sangue sparso è ritenuto sacro dinanzi a Geova Dio. Il patto relativo alla santità del sangue stabilito dopo il Diluvio è ancora in vigore oggi, e comprende sia il sangue animale che il sangue umano, sia il proprio che l’altrui. Quindi prelevando il sangue di una persona, conservandolo e poi iniettandolo di nuovo alla stessa persona, si violerebbero i princìpi scritturali che regolano l’uso del sangue. — Gen. 9:4-6.

Se però dovesse avvenire un’emorragia durante un’operazione e il sangue fosse immediatamente immesso di nuovo nel corpo in qualche modo, questo sarebbe ammesso. Sarebbe quindi biblicamente ammissibile l’uso di qualche accorgimento per cui la circolazione del sangue sia deviata temporaneamente da una certa parte o organo durante l’intervento chirurgico, perché il sangue scorrerebbe dal corpo nell’apparato e quindi subito di nuovo nel corpo. Ma, se il sangue fosse conservato, anche per breve tempo, questa sarebbe una violazione delle Scritture.

L’uso del sangue di un’altra persona per “avviare” qualunque mezzo impiegato in chirurgia è da escludere. In questo caso il sangue sarebbe immesso nella circolazione sanguigna del paziente, e si mescolerebbe al suo. Di nuovo, se si prelevasse il sangue ad intervalli e lo si conservasse fino ad averne abbastanza per mettere in moto un apparecchio, ciò incorrerebbe pure nella proibizione scritturale. La persona implicata è quella più in grado di accertare come sarebbe usato il sangue e deve assumersi la responsabilità dinanzi a Geova di assicurarsi che non sia usato in modo antiscritturale.

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