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  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1964
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1964
w64 15/5 pp. 319-320

Domande dai lettori

● Potrebbero i terremoti menzionati da Gesù Cristo in Matteo 24:7 essere simbolici? Potrebbero riferirsi a questioni politiche come le rivoluzioni?

Pronunciando la sua profezia sugli ultimi giorni, Gesù disse, secondo Matteo 24:7: “Poiché sorgerà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno penuria di viveri e terremoti in un luogo dopo l’altro”. Alcuni hanno pensato che i terremoti menzionati in questo versetto fossero di natura simbolica. Hanno ritenuto che si riferissero alle rivoluzioni degli uomini e alle questioni politiche o governative che provocano grandi difficoltà all’umanità. Ma è confermata questa conclusione, quando si considera il contesto della profezia di Gesù? In effetti, non è confermata; poiché se dobbiamo considerare i terremoti come rivoluzioni politiche o sociali figurative o simboliche, siamo costretti a considerare le carestie nello stesso modo. Inoltre, dovremmo considerare simboliche le pestilenze menzionate da Luca nel suo racconto della profezia di Gesù sugli ultimi giorni. (Luca 21:11) E che dire delle guerre predette? Erano simboliche? Saremmo costretti a dire proprio così se interpretassimo simbolicamente i terremoti della profezia di Gesù.

Le guerre avute in questa generazione sono state certamente tutto fuorché una cosa simbolica. Milioni di persone sono perite e altri milioni hanno sofferto duramente per il flagello della guerra in questa generazione. Carestie e terribili malattie letterali hanno afflitto il genere umano nei nostri giorni. Qual è, ad esempio, l’entità del problema alimentare, specialmente in vista dell’aumento della popolazione mondiale? “La corsa agli armamenti e la corsa spaziale potranno divenire problemi solo di interesse accademico”, affermò Norman W. Desrosier, professore di tecnologia alimentare presso l’università Purdue, se l’umanità non vincerà la corsa per soddisfare le “essenziali necessità degli affamati nel mondo”. Le guerre, le carestie e le pestilenze, quindi, sono letterali. E anche i terremoti.

In un articolo dal titolo “La terra in movimento”, pubblicato nel Times di New York del 6 marzo 1960, William L. Laurence scrisse: “Dieci o più terremoti maggiori scuotono la terra ogni anno. Il più piccolo di essi libera un’energia circa mille volte superiore a quella di una bomba atomica del tipo che distrusse Hiroshima e Nagasaki. . . . Benché i terremoti distruttivi siano relativamente pochi di numero, i piccoli sono comuni. Si calcola che in tutto vi siano ogni anno un milione di scosse”. Un altro resoconto diceva: “In 2.000 anni di storia scritta, i terremoti hanno fatto probabilmente 10.000.000 di vittime”. (Times di New York del 20 agosto 1950) Questo significherebbe in media 5.000 morti all’anno. Tuttavia, dal 1915 al 1949, 848.450 persone persero la vita a causa di terremoti. La media annuale di morti causati dai terremoti non è stata di 5.000, ma di 24.241 in questo periodo di trentacinque anni! È ovvio, dunque, che i terremoti di Matteo 24:7 sono letterali, come sono letterali gli altri aspetti del segno composto del tempo della fine del mondo. Non sono simboliche difficoltà nei governi né rivoluzioni né altre agitazioni della società umana.

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