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  • Domande dai lettori (3)
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1965
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1965
w65 15/5 pp. 319-320

Domande dai lettori

● È giusto dire che i testimoni di Geova compiono un’opera di conversione o di proselitismo?

Secondo il Novissimo Dizionario della Lingua Italiana di Fernando Palazzi convertire vuol dire “indurre uno ad abbracciare una nuova opinione politica, filosofica, artistica” o ‘ritrarre da una religione all’altra’. È definito proselito “colui che si dà a seguire una religione diversa da quella che aveva prima”. Quindi fare proseliti vuol dire convertire da una religione, credenza, opinione o partito a un altro. Il proselitista è perciò colui “che fa o cerca di fare proseliti”.

Nei tempi biblici, alcuni stranieri si convertirono alla religione dei Giudei. Essi furono chiamati nelle Scritture Greche Cristiane con la parola greca prosélytos, che significa “uno che è passato al giudaismo, un convertito, un proselito”. (A Greek-English Lexicon di Liddell, Scott e Drisler, 1849, pagina 1272) Le Scritture e Gesù stesso li chiamarono proseliti, benché questo termine non venga applicato nelle Scritture Greche ai convertiti al cristianesimo. (Vedere Matteo 23:15; Atti 2:10; 6:5; 13:43). Tuttavia, secondo l’uso dei moderni dizionari, si può dire che colui che si volge da un’altra religione al cristianesimo è un convertito o proselito.

La parola greca tradotta “convertire” è strépho, che significa “volgere”. Essa è tradotta “convertire” nella Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture Greche Cristiane in Matteo 18:3, dove Gesù disse: “Se non vi convertite e non diventate come fanciullini, non entrerete affatto nel regno dei cieli”. Una parola relativa è epistrépho, che significa “girare” o “volgersi” ed è usata in Giacomo 5:20, dov’è detto: “[Sappiate] che colui che converte un peccatore dall’errore della sua via salverà la sua anima dalla morte e coprirà una moltitudine di peccati”. Il nome greco epistrophè, che è affine a epistrépho, significa “cambiamento, o giro, conversione” e fu usato in Atti 15:3. In Atti 15:1-3 Luca non cercava di evitare di indicare che i primi cristiani facevano convertiti. No, ma dopo aver detto che Paolo, Barnaba e altri furono mandati a interrogare gli apostoli e gli anziani a Gerusalemme in merito alla circoncisione, egli spiegò che durante il loro viaggio “questi uomini continuarono per la loro via attraverso la Fenicia e la Samaria, narrando nei particolari la conversione di persone delle nazioni”. Perciò, quando a quel tempo le persone accettavano il cristianesimo, erano convertite. — Vedere An Expository Dictionary of New Testament Words di W. E. Vine, pagg. 238, 239.

Gesù disse ai suoi seguaci: “Andate dunque e fate discepoli delle persone di tutte le nazioni, . . . insegnando loro ad osservare tutte le cose che vi ho comandate”. (Matt. 28:19, 20) Non dovevano essi compiere un’opera di proselitismo, fare discepoli? Dovevano realmente far questo, e i moderni seguaci di Cristo fanno la stessa cosa. Se volgere i pagani dalla falsa adorazione al giudaismo voleva dire fare dei proseliti, anche volgere i pagani al cristianesimo vuol dire fare proseliti. Naturalmente, essi non usano la forza o metodi non cristiani nella loro opera di predicazione. Non si usa coercizione per operare la conversione. Oggi i cristiani testimoni di Geova insegnano invece le verità bibliche. Coloro che hanno un cuore giusto accettano la verità. Non è la forza personale del ministro a cambiare la persona, poiché Cristo disse: “Nessun uomo può venire a me se il Padre, che mi ha mandato, non lo attira”. (Giov. 6:44) È la verità della Parola di Dio, com’è predicata dai testimoni di Geova, a liberare le persone dalla schiavitù religiosa. (Giov. 8:32) Coloro che odono il messaggio di verità devono decidere individualmente se accettarlo o rigettarlo. Essi stabiliscono se volgersi, cambiare la loro vita, smettere di conformarsi a questo sistema di cose e convertirsi al vero cristianesimo. — Rom. 12:2.

Ma i testimoni di Geova compiono un’opera di proselitismo, un’opera di conversione, proprio come quella dei primi cristiani. Grazie al loro ministero, centinaia di migliaia di persone hanno abbandonato Babilonia la Grande. E noi guardiamo gioiosamente al futuro, poiché rimane ancora un po’ di tempo affinché altri diano ascolto all’ammonimento: “Uscite da essa, o popolo mio”. — Riv. 18:4.

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