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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1974
w74 15/11 pp. 703-704

Domande dai lettori

● Perché la legge mosaica proibiva di mangiare grasso? — U.S.A.

Sotto la Legge data agli Israeliti, sia il sangue che il grasso erano considerati appartenenti esclusivamente a Geova Dio. La Legge dichiarava: “È uno statuto a tempo indefinito per le vostre generazioni, in tutti i vostri luoghi di dimora: Non dovete mangiare alcun grasso né alcun sangue”. — Lev. 3:17.

Il sangue rappresenta la vita di una persona o di un animale. Per questa ragione la Bibbia dice che l’“anima” è “nel sangue”. (Gen. 9:4; Lev. 17:11, 14) Giacché solo Geova Dio può dare la vita, la vita o ciò che rappresenta la vita, il sangue, gli appartiene giustamente.

Il grasso era considerato la parte migliore o più ricca. Questo si capisce da espressioni figurative come “la parte grassa del paese”, “il meglio [letteralmente, il grasso] dell’olio”, e “il meglio [letteralmente, il grasso] del vino nuovo e del grano”. (Gen. 45:18; Num. 18:12, NW) Pertanto la proibizione di non mangiare grasso serviva evidentemente a imprimere negli Israeliti che le “prime” parti o le parti migliori appartengono a Geova, per essergli offerte in sacrificio. Mangiare grasso sarebbe stato perciò un’appropriazione illegale di qualche cosa che era stata santificata a Geova. Sarebbe stata un’usurpazione dei suoi diritti. Comunque, nel caso dell’animale morto da sé o ucciso da un’altra bestia, il grasso si poteva usare per altri scopi. — Lev. 7:23-25.

Molti commentatori biblici credono che il comando relativo al grasso si riferisse solo agli animali accettevoli per il sacrificio. Ma vi sono indicazioni secondo cui questa proibizione di non mangiare grasso si applicava al grasso di tutti gli animali. Il comando relativo al grasso è messo in relazione a quello concernente il sangue. E il sangue di tutti gli animali era proibito come cibo. (Lev. 17:13, 14; Deut. 12:15, 16) Ragionevolmente, perciò, il regolamento relativo al grasso includeva similmente il grasso di tutti gli animali.

Si può anche notare che dissanguando debitamente la carne non si eliminava da essa ogni molecola di sangue, e tuttavia le rimanenti tracce di sangue non rendevano la carne inadatta per il consumo. Similmente, la proibizione relativa al mangiare grasso non rendeva inadatta come cibo la carne con residui di grasso.

Naturalmente, la proibizione relativa al grasso non escludeva di alimentare o ingrassare pecore o bovini per la tavola. Le Scritture menzionano anche “cuculi ingrassati”. (1 Re 4:23) In vista della restrizione sull’uso del grasso come cibo, evidentemente gli animali venivano “ingrassati” non allo scopo di produrre strati di grasso, ma affinché fossero carnosi, non scarni.

In Deuteronomio 32:14 il riferimento al “grasso dei montoni” dato agli Israeliti è figurativo. Esso indica il meglio del gregge (simile all’espressione italiana “la crema della società”). Per cui The Jerusalem Bible dice: “Ricco cibo dei pascoli”. Le parole di Neemia 8:10: “Andate, mangiate le cose grasse”, si devono intendere in maniera simile. “Le cose grasse” indicano figurativamente porzioni abbondanti, succulente, che includevano senz’altro vivande gustose preparate con olio vegetale. La traduzione a cura del Pontificio Istituto Biblico dice: “Mangiate grassi manicaretti”. Alcune cose, come le ciambelle fatte di grano, erano cotte in “profondo grasso”. Non era grasso animale, ma olio vegetale, spesso olio d’oliva. — Lev. 2:7.

A differenza della proibizione relativa al sangue, che è in vigore per l’intera razza umana dal giorno del diluvio di Noè, oggi i cristiani non sono sotto le restrizioni della legge mosaica inerenti ai cibi. (Gen. 9:4) Sotto ispirazione l’apostolo Paolo scrisse: “Nessuno vi giudichi riguardo al mangiare e al bere o in quanto a festa o a osservanza della luna nuova o al sabato; poiché queste cose sono un’ombra delle cose avvenire, ma la realtà appartiene al Cristo”. (Col. 2:16, 17) Ciò nondimeno, la legge concernente il grasso dovrebbe rammentare ai cristiani il continuo bisogno di dare il meglio che hanno a Geova Dio. (Prov. 3:9, 10) Questo dovrebbe riflettersi in ogni aspetto della vita del cristiano. Il consiglio biblico è: “Qualunque cosa facciate, fatela con tutta l’anima come a Geova, e non agli uomini, poiché sapete che da Geova riceverete la dovuta ricompensa dell’eredità”. — Col. 3:23, 24.

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