Un ammonimento sull’inferno
Il Vaticano ha recentemente riaffermato che alla morte i peccatori impenitenti vanno nell’inferno di fuoco. In una lettera ai vescovi per conto di papa Giovanni Paolo II, il Vaticano ha detto che la dottrina dell’inferno è un insegnamento fondamentale dal cattolicesimo e ha ammonito di non diffondere dubbi in merito.
Ma l’ispirata Parola di Dio stesso dice quanto segue riguardo a persone che un tempo sacrificavano i propri figli a falsi dèi: “Hanno edificato gli alti luoghi di Tofet, che è nella valle del figlio di Innom, per bruciare i loro figli e le loro figlie nel fuoco, cosa che io non avevo comandata e che non mi era mai salita in cuore”. (Ger. 7:31) Sì, Dio dice che una cosa simile ‘non gli è mai salita in cuore’. Come si fa quindi ad accusarlo di tormentare per sempre delle persone?
La Parola di Dio mostra che la pena del peccato è la morte (non-esistenza), non il tormento eterno. “L’anima che pecca, essa stessa morrà”. (Ezec. 18:4) La Bibbia dice chiaramente: “I viventi sono consci che morranno; ma in quanto ai morti, non sono consci di nulla . . . poiché non c’è lavoro né disegno né conoscenza né sapienza nello Sceol [“tra i morti”, versione a cura del Pontificio Istituto Biblico; “giù negli inferi”, “La Bibbia di Gerusalemme”], il luogo al quale vai”. (Eccl. 9:5, 10) La Bibbia ci incoraggia inoltre ad avere “in Dio la speranza . . . che vi sarà una risurrezione sia dei giusti che degli ingiusti”. — Atti 24:15.