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  • La mia fiducia nel Grande Provveditore non è mai stata delusa

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  • La mia fiducia nel Grande Provveditore non è mai stata delusa
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1989
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1989
w89 1/12 pp. 20-21

La mia fiducia nel Grande Provveditore non è mai stata delusa

VERSO la fine del 1970 mia sorella dovette far ricoverare suo figlio in ospedale. Lì fu avvicinata da una testimone di Geova che cercò di confortarla parlandole del bellissimo futuro predetto dalla Bibbia. Tornata dall’ospedale, mia sorella me ne parlò e ci chiedemmo come mai in chiesa non ci avessero mai insegnato tali cose. Decidemmo di fare ulteriori domande a “quelle signore” che ogni tanto passavano a casa nostra e che non avevamo mai ascoltato. Quando vennero, alcuni giorni dopo, le bombardammo di domande. Con nostra sorpresa, ci risposero sempre con la Bibbia; ci proposero uno studio biblico, e noi accettammo prontamente.

Conoscendo meglio la Bibbia crebbe in me il risentimento verso la chiesa, che non ci aveva insegnato la verità. Così, d’accordo con mia sorella, invitai il parroco a casa per avere spiegazioni. Venne con una certa riluttanza, e quando gli chiedemmo informazioni sull’inferno di fuoco e sul Regno di Dio disse di non saper spiegare perché la Chiesa Cattolica non aveva insegnato ciò che la Bibbia dice su queste cose. A quel punto lo salutammo cortesemente, dicendogli che da allora in poi non desideravamo più essere considerate cattoliche e che avremmo continuato a studiare la Bibbia con i testimoni di Geova.

Mio marito era un esponente politico molto attivo e conosciuto nel paesino della Romagna in cui abitavamo. Avevamo tre figli, rispettivamente di 13, 9 e 3 anni. Io avevo cominciato a frequentare le adunanze dei testimoni di Geova e a partecipare all’opera di predicazione quando iniziarono le prime difficoltà. Durante un’omelia diffusa da un altoparlante in cima al campanile, il prete mi criticò aspramente per essere diventata una testimone di Geova; fece il nome mio e quello della mia famiglia. Ciò fece arrabbiare non poco mio marito, che mi proibì di far venire ancora i testimoni di Geova in casa. A peggiorare la situazione c’era il fatto che non sapevo ancora mostrare la dovuta sottomissione cristiana, e quando lui parlava male della mia fede reagivo in modo sgarbato. Comunque, seguii il consiglio dei fratelli e proseguii lo studio biblico fuori casa.

Poi ci fu una svolta. Mio marito faceva il camionista. Una volta che era lontano da casa, pur stando male, dovette lavorare tutta la notte per scaricare il camion. Aveva la febbre molto alta e dolori diffusi. Nel viaggio di ritorno, ad un certo punto non ce la faceva più a guidare. Gli venne in mente il nome di Dio che aveva sentito pronunciare molte volte da me e cominciò a pregare Geova, chiedendogli di farlo tornare sano e salvo a casa e promettendogli che se ci fosse riuscito avrebbe iniziato a studiare la Bibbia. A circa cento chilometri da casa cominciò a sentirsi meglio, ma non smise di pregare finché non fu a casa. Chiamai subito il medico che gli riscontrò una polmonite doppia.

Mentre assistevo mio marito nella sua convalescenza, gli leggevo occasionalmente dei versetti biblici e, con mia grande sorpresa, lui non obiettava. Non avevo il coraggio di chiedergli la ragione di questo cambiamento, ma facevo in modo di lasciare in vista copie della Torre di Guardia e di Svegliatevi! aperte ad articoli che potessero destare il suo interesse. Dopo che ebbe riacquistato le forze, ricordandosi della promessa fatta a Geova, cominciò uno studio biblico. Entrambi facemmo buon progresso e infine ci battezzammo, io nel 1972 e mio marito nel 1974.

Subito dovemmo affrontare forte opposizione in paese. Avevamo un’attività commerciale in proprio, ma ora che eravamo testimoni di Geova la gente fece “terra bruciata” intorno a noi e gli affari si misero male. Dovemmo vendere tutto per pagare i debiti. Ci rimase solo un vecchio camion, ma i fratelli della congregazione si prodigarono meravigliosamente per sostenerci.

Un giorno mio marito venne a sapere che c’era bisogno di predicatori a Bergamo. Subito ne ragionammo in famiglia e decidemmo di trasferirci, mettendo la cosa nelle mani di Geova. Se era sua volontà che ci trasferissimo, ci avrebbe aiutato. Mio marito si mise in contatto con i Testimoni di Bergamo, spiegando le nostre intenzioni, ed entro tre giorni ci trovarono la casa! Così prendemmo le nostre poche cose, un po’ di provviste e i pochissimi soldi rimasti e ci mettemmo in viaggio. Impiegammo quel denaro per andare in servizio e alle adunanze. Dopo qualche mese però i soldi terminarono, e non riuscivamo ancora a trovare lavoro. Un sabato sera cucinai l’ultimo stufato; la mattina dopo saremmo stati costretti a chiedere in prestito i soldi per tornare in Romagna. Ma la mattina seguente, alle 6, ci si presentò un signore che veniva dalla Romagna per chiederci di vendergli il nostro vecchio camion e ci diede subito un anticipo in contanti. Che gioia vedere come Geova, il Grande Provveditore, ha cura di quelli che confidano in lui! Da allora egli ci ha aperto una grande porta che ci ha condotto ad ulteriore attività e a molte benedizioni.

Oggi i miei due figli maschi sono servitori di ministero; uno di essi, mia figlia ed io serviamo come pionieri regolari; mio marito è anziano di congregazione da dieci anni, e abbiamo servito in diverse congregazioni dove c’era più bisogno. Ciò che chiediamo a Geova è che ci conceda di servirlo in maniera sempre più piena, certi che la nostra fiducia in lui non sarà mai delusa. — Da una collaboratrice.

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