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  • g70 22/11 pp. 12-16
  • Il vostro medico ha paura di voi?

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  • Il vostro medico ha paura di voi?
  • Svegliatevi! 1970
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  • Crescente numero di reclami
  • Sentenze contrarie ai medici
  • Gli effetti delle sentenze
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  • Perché tante cause per cure sbagliate?
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Svegliatevi! 1970
g70 22/11 pp. 12-16

Il vostro medico ha paura di voi?

QUANTE volte i pazienti hanno espresso timore o ansietà circa l’andare dal medico! Ora, comunque, pare che la situazione si sia capovolta.

Recentemente un Sottocomitato Senatoriale sulla Riorganizzazione Esecutiva concluse uno studio biennale sul problema delle cure mediche sbagliate negli Stati Uniti. Secondo Medical Tribune del 1º dicembre 1969, il resoconto osservava: “Il crescente numero di cause per cure sbagliate costringe i medici a praticare ciò che essi chiamano ‘medicina difensiva’, considerando ciascun paziente come un probabile querelante”.

Il timore di un processo spinge medici troppo cauti a ordinare eccessive misure diagnostiche oppure essi evitano un esame necessario perché comporta rischi. Pertanto, l’assistenza ai pazienti e le spese spesso ne risentono.

L’American Medical News dichiarò che “sentenze e liquidazioni più alte accrescono il costo dei premi d’assicurazione dei medici, ciò che si ripercuote sui pazienti, compagnie d’assicurazione contro le malattie e programmi medici federali sotto forma di onorari e tariffe più elevate”. Pertanto, secondo il sottocomitato senatoriale, pare imminente l’intervento federale.

Crescente numero di reclami

Il primo reclamo registrato per cure sbagliate venne fatto nel 1794. Le cause per cure sbagliate non sono dunque una cosa nuova, ma il loro numero sta per certo aumentando rapidamente. Fra il 1930 e il 1940 i reclami per cure sbagliate crebbero, a quanto è riferito, del mille per cento! L’aumento è continuato in modo vertiginoso.

Nel numero del 10 maggio 1958 il Journal of the American Medical Association disse che era stato presentato un reclamo contro uno su sette dei suoi membri viventi in qualche tempo della sua carriera. Fu riferito quasi nello stesso tempo che a New York e a Washington, nel Distretto di Columbia, un medico su cinque era stato citato per cure sbagliate, e che in California il numero era di uno su quattro.

Sembra che questa tendenza debba cambiare? No; poiché l’anno scorso fu riferito che negli Stati Uniti almeno un medico su cinque poteva aspettarsi che fosse presentato un reclamo contro di lui prima della fine della sua carriera. E fu detto che poteva essere uno su quattro.

Naturalmente, molti di questi sono citazioni per danni, fatte in base a motivi insignificanti nella speranza di una rapida definizione. Si calcola che solo una causa per cure sbagliate su 100 arrivi alla corte d’appello. Poiché dal 1º gennaio 1946 al giugno 1956 ci furono negli Stati Uniti 266 cause per cure sbagliate decise da corti d’appello, ciò indica che nello stesso periodo poterono esserci circa 26.000 cause.

Sentenze contrarie ai medici

Le sentenze contro i medici sono state spesso molto costose perché implicano due dei più preziosi possedimenti del paziente: la sua salute e la sua vita. In un caso un anestetico spinale somministrato a una donna causò difficoltà respiratorie, e arresto cardiaco, ciò che portò danno irreparabile al cervello. In una corte di New York fu emessa una sentenza per L. 196.540.000.

Nel New Jersey una giuria assegnò L. 155.000.000 ai genitori di una bambina di cinque anni per indebita assistenza prestata al tempo della nascita della bambina. Fu sostenuto che la negligenza aveva fatto perdere alla bambina le facoltà sensoriali, per cui era incapace di rizzarsi a sedere sul letto e mangiare da sola.

In un altro caso la moglie di un medico ricevette un anestetico generale, anche se aveva mangiato un pasto completo e aveva fatto uno spuntino a mezzanotte a sei ore dall’inizio delle doglie. Quando vomitò e quindi si soffocava col vomito i medici non le iniettarono una sostanza per farle rilassare i muscoli né le praticarono la tracheotomia, che le avrebbe permesso di ottenere ossigeno. Pertanto subì irreparabile danno al cervello. Il verdetto della giuria assegnò L. 257.920.000.

Le trasfusioni di sangue sono state implicate in alcune cause per cure sbagliate. In un caso a New York un’infermiera e il medico interno fecero a una paziente una trasfusione di sangue che era stata ordinata per qualcun altro. Anche quando la paziente disse loro che il sangue non era destinato a lei, gliela fecero lo stesso. L’ospedale fu ritenuto responsabile.

In un caso simile il querelante citò l’anestesista, il chirurgo e l’ospedale per il dolore, la sofferenza e la morte della persona a cui era stata praticata un’operazione chirurgica e alla quale fu somministrato il sangue destinato a un’altra persona. Il verdetto emanato dalla giuria contro tutt’e tre gli imputati congiuntamente stabilì L. 80.600.000.

Anche la trasfusione di sangue incompatibile è stata implicata in parecchie sentenze. Una sentenza assegnò L. 93.000.000 a un ufficiale della marina per la morte di sua moglie. In un altro caso, alla querelante e a suo marito furono assegnate L. 31.000.000. Ella aveva subìto una reazione emolitica per la trasfusione di sangue incompatibile.

Il massimo risarcimento fu assegnato da una corte d’appello della Florida, per L. 930.000.000! Fu intentata una causa a favore della madre trentacinquenne di tre figli minorenni che asseriva di aver subìto grave danno iatrogenico (indotto dal medico) al cervello. L’azione si basò sull’accusa che i farmaci somministrati erano stati troppo forti e in quantità eccessive “contrariamente alla corretta e accettata pratica medica”.

Ma questo non è l’unico risarcimento di quasi un miliardo di lire assegnato dalle corti. In un periodo di due anni ce ne sono stati almeno quattro.

Si potrebbe pensare che il paziente o la sua famiglia riceva la maggior parte di questi enormi risarcimenti. Ma non è così. Una compagnia d’assicurazioni disse al sottocomitato senatoriale che della somma totale delle spese processuali solo il 30 per cento va effettivamente al paziente. D’altra parte, il 15 per cento va all’avvocato del paziente e il 55 per cento è sottratto per la parcella dell’avvocato difensore e le spese d’investigazione della difesa.

Un’altra compagnia disse che il 38 per cento va al paziente, il 35 per cento va all’avvocato del paziente e il 27 per cento è sottratto per la parcella dell’avvocato difensore e le spese d’investigazione. Pertanto il resoconto riscontrò che la maggior parte delle spese per azioni relative a cure sbagliate va agli avvocati e ai loro assistenti.

Gli effetti delle sentenze

Gli effetti delle molte sentenze contro i medici sono stati diversi. Da una parte, sono evidentemente servite a uno scopo buono. Come osservò il dott. Cyril Wecht, rettore dell’Istituto Americano di Medicina Legale: “Non c’è dubbio nella mia mente che alcuni severi verdetti per cure sbagliate hanno portato utili cambiamenti nelle tecniche o nei mezzi dei medici”.

Citando alcuni esempi, il dott. Wecht spiegò: “Nella [sala operatoria], i processi per negligenza hanno avuto come risultato più efficaci etichette sulle bombole di gas e sui medicamenti, e controlli doppi o tripli nel conto dei tamponi di garza e degli strumenti. Quando ero medico interno, l’anestesista, se era presente, veniva considerato un lacchè; l’onnipotente chirurgo era quello che comandava. Ora, l’ospedale sa bene di dover lasciare che gli anestesisti facciano la loro parte. Questo è un avvenimento felice. È meglio per la medicina e meglio per il paziente”.

Comunque, d’altra parte, le sentenze hanno prodotto anche cattivi effetti. Hanno indotto molti medici a temere d’essere citati dai loro pazienti. E alcuni ritengono che ciò influisca sfavorevolmente sulla loro capacità di rendere un buon servizio ai loro pazienti.

Il dott. John B. Dillion, capo della divisione di anestesiologia della Scuola di Medicina UCLA, afferma: “La capacità del medico di diagnosticare e curare non solo è minacciata, ma può essere fino a un certo punto condizionata dal costante incubo di un’azione legale”. Egli crede dunque questo: “È essenziale per il bene del pubblico che i medici cerchino assistenza”.

Aumenti delle assicurazioni

Un ovvio cattivo effetto delle molte sentenze contro i medici è stato il rapido aumento delle quote di assicurazione. Quindici o vent’anni fa, l’assicurazione contro le cure sbagliate era una parte trascurabile del loro bilancio professionale. Ma non è più così, poiché un maggior numero di pazienti fa causa e le giurie assegnano risarcimenti superiori.

Nella California meridionale, 11.000 medici pagano, in media, premi d’assicurazione contro le cure sbagliate aumentati del 100 per cento. Si riferisce che il premio annuo di oltre 7.000 medici nella Contea di Los Angeles è di L. 3.100.000. Ma per quelli che sono stati oggetto di reclami in passato, le quote sono molto più elevate, fino a L. 10.000.000 ciascuno all’anno! Secondo il comitato senatoriale, nella California meridionale 350 medici hanno già smesso di esercitare la medicina a causa delle crescenti quote d’assicurazione.

Ma il problema non si limita affatto alla California. Dall’altra parte degli Stati Uniti si afferma che altri 90.000 medici circa avranno quest’anno aumenti di quote dal 10 al 100 per cento. Circa 5.000 osteopatici, a quanto si riferisce, avranno aumenti del 150 per cento. E alcuni medici di New York hanno accettato di pagare quote da tre a cinque volte superiori al normale pur di continuare a esercitare.

Alcuni medici riscontrano che è difficile ottenere l’assicurazione, a qualsiasi prezzo. Certe compagnie d’assicurazione hanno completamente cessato di offrire assicurazioni contro cure sbagliate lasciando i medici di alcune zone in difficoltà. Non solo i medici anziani, ma anche i giovani hanno difficoltà a trovare chi li assicuri. Infatti, il senatore Abraham Ribicoff osservò: “Il crescente costo dei premi d’assicurazione contro le cure sbagliate renderà assai difficile ai giovani medici cominciare a esercitare o continuare a esercitare”.

Perché tante cause per cure sbagliate?

Perché questo è divenuto un problema così gigantesco? Perché in anni recenti c’è stata una simile valanga per cure mediche sbagliate?

Per varie ragioni. Una ragione fondamentale è che oggi la comunità americana è incline a far causa per i torti fatti ai suoi membri. Egoismo e avidità sono aumentati. E la gente è incline a cercare ricompense materiali ovunque si possano trovare.

Ciò non significa che i medici non abbiano spesso torto. Ce l’hanno. Il dott. Ralph Gampell, medico e avvocato che esercita la professione, disse a un sottocomitato giudiziario senatoriale dello stato della California che la maggioranza delle cause per cure sbagliate sono giustificate. Comunque, egli osservò che si potevano notevolmente ridurre se “i medici incompetenti venivano disciplinati o tolti dall’albo”.

Un fattore che contribuisce dunque al problema è la scarsità di medici qualificati. Il dott. Paul R. Hawley, che fu direttore dell’Ordine Americano dei Chirurghi, disse: “Si calcola attendibilmente che negli Stati Uniti metà delle operazioni chirurgiche sono eseguite da medici non addestrati o insufficientemente addestrati per eseguire operazioni chirurgiche”.

Ma indubbiamente un fattore anche più importante è il declino della relazione tra medico e paziente. L’assistenza da parte del medico di famiglia è in genere diminuita. Ora gran parte dell’assistenza dei pazienti è in mano a specialisti e chirurghi che il paziente vede di rado. C’è poca opportunità, e troppe volte poca inclinazione, a stabilire una calda relazione.

Inoltre, di frequente i medici assumono un’attitudine di superiorità verso i pazienti e questo causa risentimento. Osservando ciò, Howard L. Oleck, professore di diritto all’Università di Stato a Cleveland, scrisse in Medical World News del 5 dicembre 1969:

“Suggerirei ai miei amici i quali esercitano la professione medica che ci sarebbero molto meno cause per cure sbagliate se i medici in genere smettessero di agire come se fossero in qualche modo gli unti di Dio e ammettessero d’essere solo esseri umani che fanno il meglio che possono. È l’attitudine santimoniosa di molti medici, fondamentalmente, a causare la maggioranza delle cause per cure sbagliate quando ne derivano al paziente cattivi risultati”.

Come migliorare la relazione tra medico e paziente

La maggioranza delle persone apprezzano ancora il medico amichevole che troverà alcuni momenti per considerare il loro problema e ciò che ci si potrebbe aspettare da una certa cura medica o procedura operatoria. Non considerano umiliante per il medico chiamare a consulto un altro in un dato caso. Anzi, spesso additano tale gesto come ulteriore evidenza della competenza del loro medico. Si può anche considerare la questione dell’onorario, preferibilmente prima della cura così che ci sia mutua comprensione.

Anche il pubblico ha la sua responsabilità. Dovrebbe usare discrezione ascoltando notizie circa nuovi farmaci o procedure operatorie apparentemente miracolose. Un caso appropriato è quello del trapianto cardiaco. Ma con tutta onestà verso i medici, si dovrebbe notare che molti medici informati avvertirono di non essere ottimisti circa questa operazione.

Il medico ha il dovere di impiegare ogni ragionevole metodo per fare la diagnosi e curare secondo il meglio delle sue capacità. Se mostra onestà, scrupolosità, cordialità e integrità avrà quasi invariabilmente l’alta stima dei suoi pazienti. D’altra parte, è nei migliori interessi dei pazienti assistere il medico nel suo tentativo di aiutarli.

In ultima analisi, integrità, onestà, equità, rettitudine morale e amore del prossimo sono necessari a tutti gli interessati.

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