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  • g71 22/3 pp. 24-26
  • Svolta in una carriera sacerdotale

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  • Svolta in una carriera sacerdotale
  • Svegliatevi! 1971
  • Sottotitoli
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  • Iniziale interesse per la religione
  • Istruzione in seminario
  • Parla la Bibbia
  • In cerca di aiuto
  • Trovata la verità
  • Da un seminario cattolico ai testimoni di Geova
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1957
  • Appagata la mia sete di Dio
    Svegliatevi! 1993
  • Ero parroco
    Svegliatevi! 1979
  • Perché un sacerdote ha lasciato la Chiesa
    Svegliatevi! 2015
Altro
Svegliatevi! 1971
g71 22/3 pp. 24-26

Svolta in una carriera sacerdotale

Narrato al corrispondente di “Svegliatevi!” nel Venezuela

Dopo aver trascorso due anni nella Legione di Maria e sette anni in un seminario per prepararmi al sacerdozio, mi si presentò un’importante decisione. Sarei rimasto per i rimanenti tre anni allo scopo di divenire un completo sacerdote cattolico romano, o avrei rinunciato a ogni cosa? Si erano create circostanze per cui dovevo prendere una chiara decisione. Che cosa avrei fatto?

Non che io avessi perduto il mio amore verso Dio. Ero ancora molto profondamente interessato alle questioni religiose. Non venivo meno nei miei studi. Piuttosto, avevo fatto eccellente progresso. Con gli altri nelle classi superiori del seminario avevo il mio turno nella lettura della Messa e nel dirigere la musica.

Quando mi trovavo a casa in vacanza ero scelto a volte per sostituire il sottodiacono nella nostra parrocchia locale. Questo richiedeva la lettura di parte di un’Epistola, passare il pane e il vino dalla tavola alle mani del diacono, e cambiare il messale o libro dell’ordine delle preghiere nella Messa per ogni giorno dell’anno. I miei conoscenti erano orgogliosi di vedere un giovane di fra loro salire sull’altare e servire come sottodiacono. In un’occasione quando facevo così servizio si tenne l’inaugurazione di una piccola cappella ch’era stata appena costruita. Io progredivo realmente verso la mia mèta di divenire sacerdote.

Iniziale interesse per la religione

Ricordo d’esser sempre stato incline alla religione. La mia famiglia era nominalmente di religione cattolica romana, ma non era molto religiosa. Ciò nondimeno, andavo ogni giorno in chiesa, dove avevo il privilegio di studiare il catechismo con un gruppo di ragazzi. Col passar del tempo decisi di iscrivermi alla Legione di Maria, organizzazione che opera entro la chiesa. Con questa organizzazione lavorai per far lezioni ad altri giovani sulla Vergine Maria, il cui scopo era quello di divulgare la venerazione di Maria.

Passarono così due anni, durante i quali acquistai completa familiarità delle dottrine della Legione. Quindi il sacerdote locale mi disse di entrare in un seminario. “Non ti piacerebbe fare il sacerdote?” mi domandava. “Hai pensato di entrare in un seminario? Non vorresti essere seguace di Cristo?”

Certo mi piaceva l’idea d’essere un giorno sacerdote, ma non gli potevo dare una risposta immediata. C’erano cose da considerare. Per esempio, c’era da pagare una retta di L. 341.000 l’anno per vitto e alloggio, nonché libri per il primo anno che significavano un’ulteriore spesa di circa L. 96.000. Da dove sarebbe venuto il denaro? Inoltre, ai miei genitori non piaceva affatto che io intraprendessi il sacerdozio.

Il sacerdote insisteva. Egli si offrì di aiutarmi per mezzo di una borsa di studio, così che la maggior parte della spesa mi sarebbe stata pagata. Anche l’opposizione dei genitori fu superata con un testo della Scrittura spesso citato dai sacerdoti: “Non c’è nessuno che abbia abbandonato casa, fratelli, sorelle, madre, padre, figli e campi per me e per l’evangelo che non riceva il centuplo fin d’ora, nel tempo presente”. (Mar. 10:29, 30, Versione cattolica a cura di mons. S. Garofalo) Dopo aver considerato la cosa per un anno, determinai di accettare, e furono prese le disposizioni perché io entrassi nel seminario.

Istruzione in seminario

Sembrava che le mie più care speranze fossero ora realizzate. Non c’era da aspettarsi che la vita del seminario mi portasse più vicino a Dio, appagando tutte le mie ansiose domande intorno alla vita e al futuro? Ma col passar del tempo venne la delusione. Non ottenevo ciò che avevo sperato. Inoltre, alcuni ragazzi avevano abitudini intollerabili, pratiche che erano per me fonte di preoccupazione.

Ogni giorno seguiva un modello. Appena ci alzavamo alle 6, per prima ci facevamo il segno della croce, ripetevamo la “Santa Maria” e quindi andavamo a Messa. Seguiva un periodo di meditazione, che includeva di solito la considerazione del Concilio Vaticano Secondo. Ripassavamo poi le nostre lezioni di scuola. Dopo colazione si impiegavano un’ora e mezza per fare la pulizia della sala e innaffiare le piante. I pasti si consumavano in silenzio, dato che dovevamo ascoltare letture scelte.

Ma le cinque ore quotidiane di studio in classe furono per me le più insoddisfacenti. C’era pochissimo aiuto per capire la volontà di Dio. La maggioranza delle lezioni si sarebbero potute ascoltare in qualsiasi altra scuola: latino, spagnolo, arte, musica, filosofia, biologia, storia. Solo quattro ore la settimana erano dedicate all’insegnamento della dottrina ecclesiastica della chiesa.

È vero che la Bibbia era usata per la lettura dei Vangeli e delle Epistole durante la Messa. Ma non c’era nessuna spiegazione, nessuna applicazione delle sue lezioni sulla moralità per arrestare le cattive pratiche di alcuni ragazzi.

Mia sorella, testimone di Geova, mi scriveva spesso e mi spiegava le cose della Bibbia, ma ricevevo raramente le sue lettere. Esse erano intercettate dal capo sacerdote. Durante le vacanze mia sorella cercava di spiegarmi le cose con la Bibbia, ma io prendevo alla leggera i suoi sforzi. Inoltre, le sue spiegazioni erano in disaccordo con l’insegnamento della chiesa.

Parla la Bibbia

Negli istituti dei seminari è comune riservare mezz’ora al giorno alla lettura “spirituale”, cioè di qualsiasi libro che narri la vita di un “santo”. Una particolare sera non avevo a portata di mano nessuno di tali libri, dovetti dunque ricorrere alla mia versione tascabile di Nacar-Colunga della Bibbia. Non sapendo dove iniziare, aprii la Bibbia a caso e cominciai a leggere Esodo capitolo 19. Tutto andò bene finché giunsi al capitolo 20, versetti quattro e cinque.

Che sorpresa trovare nella Parola di Dio un testo che condannava la costruzione e l’adorazione delle immagini! Non riuscivo a credere ai miei occhi! Avevo sempre considerato la Bibbia come sacra. Chiusi la Bibbia e riflettei. “Com’è possibile?” pensai fra me. “Mi hanno ingannato tutto questo tempo?” Il mio pensiero successivo: “Non dovrei pensare in questo modo dell’insegnamento della mia chiesa, poiché potevo andare a finire nel fuoco dell’inferno”.

Di nuovo aprii la Bibbia per finire la mia mezz’ora di lettura, e questa volta rimase aperta in Isaia capitolo 40. Allorché finì il tempo assegnato ero giunto a Isaia 42:8, dove dice: “Io sono Geova. Questo è il mio nome; e non darò a nessun altro la mia propria gloria, né la mia lode alle immagini scolpite”. Ancora una volta capii con sorpresa che la Bibbia mi stava parlando direttamente, mettendo in risalto che Dio non si compiace della venerazione delle immagini. Come mi sentii confuso! Era possibile che la mia religione fosse sulla via sbagliata? Proprio allora il campanello indicò che era tempo di andare a letto.

In cerca di aiuto

Seguì una notte insonne. La mattina dopo andai direttamente dal vescovo. Gli chiesi di spiegarmi Esodo 20:4. La sua risposta fu che faceva parte della Legge Mosaica, ch’era stata abolita da Cristo. Additai allora che i Dieci Comandamenti, che fanno parte di quella legge, sono insegnati ai cristiani nel loro catechismo. “Come può spiegare che una parte fu abolita e l’altra no?” domandai. Egli sostenne che una parte era stata lasciata per il beneficio dei cristiani. “Non è possibile”, insistei, “perché se Cristo venne ad abolire la legge, dev’essere tutta la legge”. Mi mandò dal direttore spirituale che ha il compito d’aiutare i ragazzi a risolvere i loro problemi spirituali.

I suoi sforzi per soddisfare le mie domande si basarono sui misteri e sulla filosofia. Compresi molto presto che qui non avrei potuto mai ottenere la verità, e decisi di lasciare il seminario. Molti furono gli argomenti presentati per convincermi a restare: “Devi restare per non danneggiare i tuoi compagni. Sai d’essere nelle classi superiori ed essi vi prestano attenzione”. Questo e altro ancora. Ma io fui fermo nella mia determinazione. “Puoi andare”, mi disse infine, “ma da qui non puoi portar via niente, e devi aspettare tre giorni”. In seguito scoprii che il tempo fu impiegato per predisporre una gita dei ragazzi, così che non sarebbero stati in giro al tempo della mia partenza.

Trovata la verità

Partii senza una singola cosa, nemmeno ciò che era mia proprietà, confuso e sconcertato. Quando mia sorella seppe ciò che era accaduto, mi diede il libro La Verità che conduce alla Vita Eterna e mi consigliò di leggerlo attentamente, paragonandone le pagine con la Bibbia. In breve si teneva regolarmente con me uno studio biblico, e io insistevo per tenerlo tre o quattro volte la settimana. Due mesi dopo simboleggiai la mia dedicazione a Geova Dio, e questo col battesimo in acqua.

Immediatamente tornai nel seminario con la mia borsa piena di copie di una particolare edizione della rivista Svegliatevi! che conteneva una “Lettera aperta ai cattolici sinceri”. Il sacerdote cercò d’impedirmi d’entrare, ma il suo scopo fu frustrato perché i ragazzi uscivano per salutarmi. Diedi loro testimonianza e lasciai molte copie della rivista. Risultato? Ventidue ragazzi decisero di andar via. Sei di essi acconsentirono di seguire un corso di studio sul libro La Verità che conduce alla Vita Eterna. Infatti, uno d’essi assisté all’ultima assemblea di distretto dei testimoni di Geova a Caracas.

Ora le persone si sorprendono quando vado alle loro porte non come studente sacerdote della Chiesa Cattolica, ma come uno dei privilegiati testimoni di Geova. Come son felice che Geova mi abbia parlato per mezzo della sua Parola, indirizzandomi verso la sua organizzazione!

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