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  • g71 22/8 pp. 17-20
  • Fui un guerrigliero

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  • Fui un guerrigliero
  • Svegliatevi! 1971
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  • Entrai a far parte dell’EOKA
  • Come si collocavano le bombe
  • Preso con evidenza di colpevolezza!
  • Conobbi i Testimoni di Geova
  • Lo studio della Bibbia conduce alla vera libertà
  • Siamo sfuggiti alle bombe 50 anni dopo!
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Altro
Svegliatevi! 1971
g71 22/8 pp. 17-20

Fui un guerrigliero

Narrato al corrispondente di “Svegliatevi!” in Cipro

IL NAZIONALISMO era qualche cosa che mi era stato insegnato dall’infanzia. I Greci diedero la civiltà al mondo, mi si disse, e io non dovevo dimenticare che ero un Greco cipriota. A scuola il mio insegnante di storia mi inculcò racconti di valorosi eroi della ribellione greca contro i Turchi nel 1821, narrandoli con entusiasmo.

Anche a casa mi veniva insegnato il nazionalismo. Esso era mischiato con la religione, poiché mio padre era sacerdote della Chiesa Greca Ortodossa. ‘Siamo Greci e vogliamo la nostra libertà’, diceva ripetute volte con enfasi mio padre.

Allora eravamo sotto il dominio britannico. Mi veniva insegnato che se avremmo potuto costringere la Gran Bretagna, considerata come tiranna, a uscire da Cipro, saremmo divenuti liberi! Fui educato a odiare la Gran Bretagna.

Il 1º aprile 1955, l’EOKA (Organizzazione Nazionale di Combattenti Ciprioti) entrò in azione. Il suo scopo era quello di sabotare bersagli militari e di creare difficoltà e timore fra i Britannici uccidendoli indiscriminatamente, finché non lasciassero la nostra piccola isola. Quindi saremmo stati liberi! Libertà! La parola aveva un suono melodico ai miei orecchi. Con un senso di orgoglio leggevo nei giornali ciò che riuscivano a fare gli uomini e le donne dell’EOKA. Desideravo essere fra quei valorosi uomini, fra quei patrioti, ma come? Un giorno il mio desiderio si avverò.

Entrai a far parte dell’EOKA

L’organizzazione dell’EOKA era sotto la direttiva di Digenis, che a Cipro era una leggenda. Essa aveva un secondo al comando e alcuni capisezione, uno per città. C’erano anche molti capigruppo. Io dovevo subito conoscere un caposezione.

Era l’anno 1957. Allora avevo venticinque anni, ero sposato e avevo due figli. Quando il caposezione dell’EOKA della mia città mi parlò, lo ascoltai con grande rispetto e attenzione. Sì, volevo essere un attivo membro dell’organizzazione. Ero tutto per questa causa, ma avevo bisogno di addestramento. Il mio addestramento consisteva nel fare bombe.

Quando ebbi imparato a far bombe, fui nominato capogruppo. Avevo trentadue uomini ai miei ordini. Finalmente raggiungevo la mia mèta!

Come si collocavano le bombe

Il nostro compito era quello di fare bombe a orologeria e mine nel nostro nascondiglio segreto. Le collocavamo quindi in qualsiasi luogo il nostro caposezione ci comandasse. Esse erano caricate in modo da esplodere e compiere la loro opera di distruzione in una data ora.

Avevamo però un grosso problema e questo era il modo in cui trasportare le bombe dal nostro nascondiglio alla zona del bersaglio senza esser notati. Cercavamo di risolvere questo problema facendo valige con compartimenti nascosti. Nel compartimento in fondo mettevamo la bomba, e dopo aver chiuso quella parte vi mettevamo dentro indumenti e altri oggetti. Avevamo cura di assicurarci che gli indumenti che vi mettevamo non appartenessero a nessuno di noi che avevamo il compito di collocare la bomba.

Così, se la polizia o l’esercito ci fermava per perquisirci e trovava la bomba, potevamo scusarci dicendo che la valigia non era nostra, che probabilmente l’avevamo presa per isbaglio. E per provare questo, potevamo indicare che gli indumenti che portavamo non erano nostri.

Un giorno avemmo il comando di collocare una bomba a orologeria in una sala di una base dell’esercito dove un generale britannico doveva parlare ai suoi ufficiali. Uno dei miei uomini che lavorava nella base dell’esercito fece in modo di fare una copia della chiave della sala. Il giorno dopo alcuni di noi si infiltrarono nella base dell’esercito, aprirono la porta della sala e collocarono la bomba a orologeria. Andò secondo il piano prestabilito. Almeno dieci ufficiali furono uccisi e alcuni altri feriti.

Quando un aeroplano che portava uomini dell’esercito doveva un giorno partire da Cipro, ebbi il comando di sabotarlo. Cercammo di mettere una bomba a orologeria nel bagaglio di un passeggero. Ma l’orario della partenza fu differito e prima ancora che il bagaglio fosse consegnato all’aereo la bomba esplose nell’aeroporto.

La mia attività si estese e ogni volta che adempivamo una nostra “impresa” tre o quattro persone erano uccise o ferite.

A parte il rischio di essere arrestato e impiccato o fucilato, andavo incontro anche ad altri pericoli. Per esempio, una volta la bomba che avevamo collocata la notte precedente non esplose. E alcuni nostri uomini e io lavoravamo in quello stesso luogo! Se la bomba fosse esplosa ora, tutte le persone sarebbero state uccise, inclusi io e i miei uomini. Una telefonata anonima alla squadra degli artificieri salvò la situazione.

Preso con evidenza di colpevolezza!

Una volta fui preso. Fu sorprendente che sfuggissi alla morte. Portavamo in un’auto alcuni tubi di ferro da dieci centimetri, utili per fare bombe. Fummo quindi fermati dalla polizia militare. Avendo perquisito la nostra auto e trovato i tubi di ferro, ci sospettarono e comunicarono per radio la notizia alle autorità dell’esercito. Fummo arrestati e messi in diverse celle di prigione. Iniziò l’interrogatorio.

Dicemmo loro la stessa storia: Uno dei nostri compagni di viaggio lavorava in una ditta che trattava il ferro. Dopo aver finito il lavoro, egli raccoglieva tutti i pezzi di ferro rimanenti, e noi lo stavamo semplicemente aiutando a portarli al suo nuovo posto di lavoro. L’esercito verificò la nostra storia e riscontrò che era plausibile.

Ciò nondimeno, la mia mente era tormentata non dai tubi di ferro; c’era qualche cosa di molto più compromettente. Nella nostra auto avevo una lettera del mio caposezione dell’EOKA. Essa conteneva ordini per un altro capogruppo e nella busta erano quindici sterline. Io dovevo recapitare quella lettera, che menzionava che il denaro era nella busta.

Quando la polizia militare perlustrava la nostra auto, uno di loro vide la busta. Egli la prese, l’aprì e vide le quindici sterline. Se la mise in tasca. Avrebbe ora consegnato la lettera alle autorità dell’esercito? Questa era la mia grande preoccupazione. Se l’avesse consegnata, sarei stato quindi perduto. Come avrei potuto spiegarne la presenza nell’auto? Avrebbero saputo che ero un uomo dell’EOKA. Per mia fortuna, l’amore di quest’uomo per il denaro era troppo forte. Egli si tenne il denaro, e, date le circostanze, non poté rivelare la lettera che mi comprometteva. Fui salvo. Mi costò solo tre giorni di interrogatorio e di prigione.

Conobbi i Testimoni di Geova

Essendo nazionalista, ero anche un uomo religioso, poiché qui a Cipro la religione e il nazionalismo hanno avuto da molto tempo stretta relazione fra loro. Un giorno vendevo i biglietti della lotteria, il cui guadagno sarebbe stato usato per costruire una nuova chiesa greca ortodossa. Nello stesso stabilimento dove io lavoravo era anche impiegato un testimone di Geova. L’avevo udito molte volte parlare di Geova ai miei colleghi. Egli aveva parlato anche a me. L’uomo mi piaceva. Se fosse stato solo un po’ più patriottico! Pensavo.

Questo cristiano testimone di Geova un giorno mi disse che la vera libertà, non semplicemente da ogni specie di oppressione nazionalistica, ma la libertà dalle malattie e dalla morte sarebbe venuta per mezzo del regno di Geova Dio. In un’altra occasione mi avvicinai a quest’uomo e lo invitai a comprare un biglietto della lotteria. Egli mi espresse simpatia, lodandomi perché facevo ciò che pensavo fosse un’opera cristiana, ma non volle comprarne uno. Disse che desiderava aiutarmi in modo diverso. Mi propose di scrivere il mio nome per un abbonamento annuo alla rivista biblica Torre di Guardia. Accettai.

Dopo alcune settimane la rivista cominciò ad arrivare a casa mia per posta. Ma poiché non ero realmente interessato da leggerla, la gettavo in un angolo della casa. Non la tiravo nemmeno fuori dalla fascetta.

Un certo giorno il Testimone chiese la mia opinione su un articolo contenuto in una recente Torre di Guardia. Trattava un soggetto che davvero m’interessava, ma siccome mi vergognai di dire che non avevo nemmeno aperto la rivista, gli dissi che gli avrei dato una risposta il giorno dopo. Tornato a casa, cercai nel mucchio di riviste che avevo gettate nell’angolo e trovai l’articolo. Leggendolo, riscontrai che m’interessava. Dopo ciò, ogni volta che incontravo questo testimone di Geova egli aveva qualche cosa d’interessante su cui parlare con me.

Lo studio della Bibbia conduce alla vera libertà

Dopo breve tempo accettai uno studio biblico. Vi feci partecipare la mia famiglia da che vidi che l’amore verso Dio e l’amore verso il mio simile erano in me più forti del nazionalismo. Cominciai ad apprendere maggiormente intorno a Dio, al suo nome e ai suoi propositi. Cominciai a capire che la felicità non si consegue promuovendo qualche specie di nazionalismo, qualche specie di governo umano. Io ero per il governo di Gesù Cristo, il regno di Dio. Com’ero lieto che mi si mostrasse nella Bibbia che Dio ha un proposito nel consentire alle nazioni di andare fin dove sono arrivate, che questa è la generazione la quale vedrà il grande cambiamento che i veri cristiani hanno atteso da secoli. Lagrime erano nei miei occhi mentre apprendevo che Geova è un Dio misericordioso, pronto a perdonare, e quanto avevo personalmente bisogno di perdono!

Dopo alcuni studi biblici presi la mia decisione. Amavo Dio e avevo bisogno di lui e del suo regno. Simboleggiai la mia dedicazione a Geova Dio battezzandomi in acqua. In seguito la prima cosa che feci fu di mandare le riviste Torre di Guardia e Svegliatevi! a tutti gli uomini che avevano combattuto ai miei ordini. Uno solo mostrò qualche interesse per il messaggio della Bibbia.

Oggi sono di nuovo un “capogruppo”, ma di una diversa specie: presiedo quale ministro una pacifica congregazione di testimoni di Geova. Ho ancora con me circa trentacinque persone con le quali lavoro. E, oh quale gioia uscire con loro nel ministero di campo per dire alle ospitali e gentili persone di Cipro la buona notizia della prossima pace di mille anni sotto il dominio del regno di Gesù Cristo! (Riv. 20:4-6) Quale gioia leggere ai miei connazionali della risurrezione dei morti e delle meravigliose condizioni che il vero Dio Geova sta per portare nel suo nuovo sistema di cose che si avvicina rapidamente! — Riv. 21:1-4.

Ho trovato ora la vera libertà che cercavo. Quanta gratitudine provo per quel testimone di Geova che mi mostrò il vero scopo della vita!

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