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  • g71 22/11 pp. 17-20
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  • Vita ad alto livello
  • Svegliatevi! 1971
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  • Esplorato l’altipiano
  • Maniera di vivere
  • Un popolo che vale la pena di conoscere
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  • Ho ‘messo mano all’aratro e non ho guardato indietro’
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Altro
Svegliatevi! 1971
g71 22/11 pp. 17-20

Vita ad alto livello

Dal corrispondente di “Svegliatevi!” in Bolivia

PER le persone che abitano nell’altipiano boliviano la ‘vita ad alto livello’ è una faccenda di ogni giorno.

Ora, se siete come la maggioranza delle persone, quando arrivate dove l’aria è rarefatta molto al di sopra dei milleseicento metri di altitudine cominciate a sentire le vertigini. Ma qui, su questo pianoro molto al di sopra dei tremila metri sul livello del mare, abitano e lavorano comodamente circa i due terzi della popolazione della Bolivia, con la testa alquanto ‘nelle nuvole’ e i piedi a terra.

L’altipiano è un’ampia estensione pianeggiante, fra le frastagliate cordigliere o catene degli alti monti delle Ande. Spazzato dal vento e arido, l’altipiano è quasi privo di alberi. Tuttavia ha la sua propria insolita bellezza. La luce sembra qui diversa all’aria rarefatta, essendo così brillante che i colori si distinguono con una chiarezza non vista nei paesi ad altitudini inferiori. Per questi Boliviani, come per i loro antenati nei secoli passati, questa è la loro dimora e a loro piace vivere ad alto livello.

Qualunque cosa manchi sull’altipiano in quanto a vegetazione o a varietà, le persone vi suppliscono con i loro vestiti a vivaci colori. I ponchos, larghe coperte quadrate di lana con un’apertura nel mezzo per farvi passare la testa, sono un regolare indumento maschile. I sandali fatti in casa hanno probabilmente suole tagliate dai copertoni scartati di automobili. Per le donne, le polleras a colori vivaci, le gonne strette alla vita e ampie in fondo, raggiungono la normale lunghezza a metà fra il ginocchio e la caviglia, sia chi l’indossa giovane o vecchia. Alcune cholas (donne di discendenza mista spagnola e indiana) possono indossare cinque, sei o fino a dieci gonne, l’una sull’altra. Sul loro dorso è un sacco quadrato di stoffa tessuta in cui può esserci un bambino, o forse delle piante o prodotti che son portati al mercato. Avendo le mani libere, mentre camminano le donne possono filare la lana di pecora o di lama, usando un semplice fuso a mano.

Da quale parte del paese provengono? Di solito è indicato dai loro cappelli. I Cholas che abitano nelle città o nei dintorni di La Paz e Oruro portano un cappello marrone, grigio o nero del tipo a bombetta. Quelli della zona di Cochabamba portano cappelli di paglia rigida tinti di bianco con cocuzzolo alto, legati alla base con un nastro nero. Le donne senza cappello? Sono probabilmente di Sucre nella parte sud della Bolivia centrale.

Da qualsiasi luogo provengano, non devono mai preoccuparsi della moda antiquata, poiché questi modelli son rimasti basilarmente così per secoli. E ancora sono attraenti.

Pochi luoghi sono uguali per vivacità e colore ai frequentati luoghi di mercato. I Cholas si mettono a sedere per terra e se ne stanno con le loro merci e le loro derrate ammucchiate intorno a loro. Frutta e vegetali formano piccole linde piramidi. I compratori mercanteggiano sul prezzo con i venditori, i quali non si attendono mai di ricevere in pagamento il primo prezzo dichiarato. Quando è stato fatto l’acquisto, i venditori seguono l’usanza latino-americana di dare la yapa (o napa), una manciata in più di qualsiasi cosa si compri. Se la mattina siete il loro primo cliente, i tentativi di fare la vendita sono strenui. La superstizione vuole che il primo cliente compri qualche cosa o gli affari dell’intera giornata andranno male. Essi possono baciare il denaro di quel primo acquisto, idoleggiando per il momento ciò che si suppone rechi buoni affari.

Nelle vicinanze, i bambini giocano con giocattoli semplici. Tappi di bottiglie, pazientemente schiacciati con una pietra, sono usati per fare un gioco simile a quello delle palline. Qui viene un ragazzino con qualche cosa di più immaginoso, un carrettino fatto con alcune scatole di sardine e rocchetti di filo vuoti per ruote e una cordicella per trainarlo.

Le piccole cholitas, forse di cinque o sei anni, giocano con bambole di pezza fatte a mano dalle loro amorevoli madri. Come le loro madri indossano complete vesti chola, compreso il sacco sul dorso, forse pieno di pannocchie di granturco, ceppi o stracci, qualsiasi cosa che faccia sembrare che esse pure portano il proprio piccolo carico.

Cose semplici in paragone con ciò che hanno molti bambini e bambine dei paesi industrializzati. Eppure questi bambini sono ovviamente felici nei loro giochi.

Esplorato l’altipiano

La maggioranza dei visitatori che vengono in Bolivia toccano terra a La Paz, estesamente nota come “la capitale più alta del mondo” (sebbene Sucre sia in effetti la capitale ufficiale). Arrivando in aereo dal settentrione, si può avere una veduta dello scintillante lago Titicaca, le cui acque turchine riflettono il puro, chiaro cielo di sopra. A 3.800 metri sul livello del mare, questo specchio d’acqua di 220 chilometri di lunghezza è il più alto lago navigabile della terra.

A sud-est appare coperto di neve il monte Illimani, la più alta vetta di tutta la Bolivia. E migliaia di metri sotto la sua vetta, in una profonda e stretta gola, è La Paz.

Ai viaggiatori che vengono per via terra, quando si avvicinano a La Paz la vista è altrettanto sensazionale. Poiché, quasi fino a che non vi si giunge, la città è nascosta, sepolta alla vista. Quindi all’improvviso, a un certo punto della strada, guardate giù, ed ecco, inondata di brillante luce solare, la città giace come in un cratere formato a terrazze.

La maggioranza delle persone si accontentano solo di vedere alcune delle principali città “ad alto livello” della Bolivia, come La Paz, Cochabamba e Sucre. Ma un viaggio nell’interno dell’altipiano può essere rimuneratore, se v’interessate della gente e di acquistare perspicacia delle varie maniere di vivere della grande famiglia umana sulla terra.

Maniera di vivere

Prendete la piccola colonia dove abitano i coniugi Desiderio e Francisca e i loro sei figli, case semplici, per lo più di una sola stanza, le pareti di mattoni cotti al sole, il tetto di paglia e il pavimento di terra battuta. Questa casa più grande è quella di Desiderio. In effetti ha una stanza principale con parecchie costruzioni di mattoni cotti al sole disposte intorno a essa, tutte collegate fra loro. Al centro è un patio di terra battuta con il suo proprio pozzo.

“Entre! Entre!” dicono, e voi entrate. I mobili sono senza pretese. Un oggetto interessante è quella coda di vacca appesa sotto lo specchio alla parete. Il suo uso? Ovviamente, per tenervi infilato il pettine. I semplici letti sono isolati con pelli di pecora, che tengono la famiglia calda quando nelle fredde notti invernali soffiano sull’altipiano i forti venti. Non c’è elettricità, e se trascorrete con loro la notte li trovate alzati all’alba così che non sciupano nessuna delle preziose ore di luce del giorno. Vi sentite ancora un po’ assonnati? Vi lavate in fretta al catino presso il pozzo fuori nel patio e subito vi passa, specialmente se è inverno e se dovete prima rompere il ghiaccio.

Ora potete apprezzare perché un posto favorito è la cucina, una costruzione accanto alla stanza principale, ma da essa separata. Francisca è lì dentro, seduta davanti alla sua piccola stufa di mattoni cotti al sole, il fuoco è alimentato con lo sterco secco di lama, mucca e pecora. All’ora dei pasti l’intera famiglia si raduna al calore dell’accogliente, sebbene alquanto affumicata cucina. Il menù? Forse un po’ della gustosa carne di lama di Francisca con riso, seguìto da minestra. Ma per voi, ella può preparare una leccornia speciale: la testa di una pecora. Prima le sono tagliate le corna con un colpo secco contro una pietra, la testa è spellata e quindi cotta così com’è: e ora essa è poggiata sul piatto verso di voi, con i globi degli occhi, i denti, il naso e gli orecchi tutti lì. Forse potete avere insieme a essa un cibo più comune, le patate. Ma qui sull’altipiano ne coltivano più di 112 distinte varietà. E spesso le patate sono preparate come chuño, alternatamente gelate e secche per l’esposizione all’aria fredda della notte e alla calda luce del sole e quindi spremute in modo che siano prive di ogni rimanente umidità. “Non si aggiunge nulla per preservarle”, non occorre! In questo modo si conservano quasi indefinitamente.

Un popolo che vale la pena di conoscere

Subito comprendete che le persone che vi ospitano non sono persone comuni. Desiderio spiega perché spesso si alza alle cinque. Vedete, egli e la sua famiglia sono testimoni di Geova, parte di una piccola congregazione in questa zona. Nella loro opera di istruzione biblica, spesso tengono studi biblici molto presto la mattina con le persone interessate prima che le faccende quotidiane occupino tutto il tempo degli studenti. Anche Giulia, la figlia undicenne di Desiderio che regolarmente conduce le pecore e i lama della famiglia al pascolo, tiene quattro di tali studi biblici con alcuni ragazzi della sua età, pascendo così le “pecore” (o i ‘lama’) di un’altra specie.

Usanze e abitudini diverse, modi semplici e gusti semplici, sì, ma le persone sono persone in ogni parte della terra. E qui si vede come la famiglia può essere sana e felice quando l’esaltante effetto della Parola di Dio opera nella loro vita. Anche il piccolo Adriàn di quattro anni, che di solito si tiene vicino alla mamma in cucina, ha imparato a memoria parecchi cantici dal libretto dei cantici che la famiglia usa, cantici con temi biblici, e ve li canta con soddisfazione, dopo un po’ di complimenti.

È vero che potete vedere molti Cholos sull’altipiano con facce dallo sguardo appassionato e piuttosto torpido. Questo può attribuirsi alla pratica che molti seguono di masticare le foglie di coca che contengono il narcotico chiamato cocaina. Essi credono che la pianta abbia poteri magici. Essa intorpidisce i loro sensi alle sensazioni del freddo o della fame. Ma i testimoni di Geova qui come in tutti i paesi trovano invece conforto nelle rallegranti promesse della Bibbia. Ed essi riscontrano che il privilegio di mostrare amore al loro prossimo con l’opera di istruzione biblica è uno degli aspetti più stimolanti e soddisfacenti della loro vita. A piedi o in bicicletta percorrono con entusiasmo un’ampia zona, portando la buona notizia intorno al giusto governo del regno di Dio. Questo, e non la semplice altitudine, fa che sull’altipiano essi vivano in realtà “ad alto livello”.

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