BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • g73 22/8 pp. 5-9
  • In difesa della libertà

Nessun video disponibile.

Siamo spiacenti, c’è stato un errore nel caricamento del video.

  • In difesa della libertà
  • Svegliatevi! 1973
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • In prigione per aver dichiarato la verità
  • Dichiarazione dei diritti del cittadino
  • Lotta per la libertà negli U.S.A.
  • Libertà per tutti
  • Le libertà sono durate?
    Svegliatevi! 1977
  • Uno sguardo alla nuova Costituzione del Canada
    Svegliatevi! 1985
  • Perché la Costituzione americana ebbe bisogno d’essere emendata?
    Svegliatevi! 1991
  • ‘Difesa e stabilita legalmente la buona notizia’
    I Testimoni di Geova, proclamatori del Regno di Dio
Altro
Svegliatevi! 1973
g73 22/8 pp. 5-9

In difesa della libertà

ABITATE in un paese dove c’è una dichiarazione dei diritti del cittadino? In tal caso potete pensare che le vostre libertà siano sicure. Ma quanto sono sicure in realtà? Potete essere certi che sarete sempre in grado di esercitarle?

Supponete di sentirvi obbligati a parlare pubblicamente contro le corrotte attività svolte da uomini che occupano cariche politiche nella vostra città. Potreste esercitare il vostro diritto di libertà di parola o sareste molestati dalla polizia? Supponete di vivere in una città dove la maggioranza degli abitanti appartengono a sindacati, ma che abbiate forti ragioni di protestare contro i sindacati. Potreste esprimere pubblicamente le vostre vedute per molto tempo? Che dire se andaste in una città dove ci sono tensioni razziali e cominciaste a parlare a favore dell’integrazione razziale? Per quanto tempo potreste esercitare la vostra libertà di parola?

Si può realmente provare quanto siano sicure le garanzie della libertà cercando di esercitarle dove la vostra veduta è in conflitto con quella della maggioranza o di coloro che sono al potere. Le persone sono vittime dell’interesse personale, dei pregiudizi e di altre debolezze umane che influiscono sulle loro attitudini verso chi si esprime francamente e verso le minoranze detestate. Non è raro che uomini politici e poliziotti locali trascurino i diritti costituzionali trovandosi dinanzi a tali persone.

Che cosa fareste se i vostri diritti garantiti dalla Costituzione vi fossero illegalmente negati? Li difendereste pacificamente ricorrendo ai tribunali? Ma che dire di coloro che non hanno il denaro per combattere lunghe battaglie legali? Con tutta probabilità digrignerebbero i denti amaramente irritati, concludendo che la loro unica risorsa siano le violente dimostrazioni o la rivolta armata contro l’“Istituzione”.

Ma il ricorso alla violenza recherà loro maggiore libertà? Probabilmente no. La violenza genera altra violenza che può far sospendere le libertà costituzionali. Se un governo rivoluzionario va al potere, non è probabile che siano estese le libertà agli oppositori. Anche quelli che hanno aiutato il nuovo governo ad andare al potere riscontreranno di avere meno libertà di prima. Pertanto la ricerca delle libertà umane può essere deludente.

Comunque, sono state combattute molte incruente battaglie in difesa della libertà nei tribunali. Alcune di esse sono state vinte e sono divenute precedenti storici. Una di esse ha contribuito a rinsaldare le libertà canadesi.

In prigione per aver dichiarato la verità

Il 7 dicembre 1946, Louise Lamb, testimone di Geova del Canada, faceva visite nelle case delle persone di Verdun, nel Quebec, parlando loro della speranza che infonde la Bibbia. A quel tempo il primo ministro Maurice Duplessis dominava da sedici anni come capo politico della provincia. Egli non era contento di vedere persone che non erano della sua religione parlare alla gente del Quebec su soggetti religiosi. Si serviva dunque della polizia per negare ai testimoni di Geova la libertà di parola e di religione. La sig.na Lamb fu una dei molti arrestati perché esercitavano queste libertà.

Fu tenuta in prigione per i giorni di fine settimana senza che le fosse mossa nessuna accusa, senza che le fosse permesso di chiamare i suoi amici o il suo avvocato. Fu fotografata, le vennero prese le impronte digitali e fu trattata come una comune criminale per avere esercitato le libertà da lungo tempo protette in Canada.

Dopo aver passato i giorni di fine settimana in prigione le fu detto che era libera, ma che doveva firmare un documento di scarcerazione acconsentendo a non procedere contro l’agente di polizia provinciale che l’aveva messa in prigione. Se rifiutava di firmare, sarebbe stata intentata contro di lei un’accusa di reato penale. Ella rifiutò, e l’accusa fu presentata. In seguito un tribunale emise ordinanza di non luogo a procedere.

Quindi la sig.na Lamb intentò un’azione civile contro il poliziotto in difesa del suo diritto di libertà di parola e di religione. Fu una lunga e difficile battaglia portata infine alla Corte Suprema del Canada. Il parere della corte la rivendicò dicendo: “L’arresto e l’accusa erano del tutto ingiustificati o senza scusa e la detenzione dell’appellante per i giorni di fine settimana fu attuata in una maniera e in condizioni poco meno che vergognose”.

La vittoria che ella ottenne nella lunga battaglia legale fu riconosciuta dal prof. Frank Scott nel suo libro Civil Liberty and Canadian Federalism del 1959 come una vittoria in difesa della libertà, vittoria che contribuì a rendere più sicure le libertà democratiche per tutti i Canadesi. Egli disse:

“La causa della Lamb è semplicemente un altro esempio di illegalità della polizia, ma fa parte del triste quadro che in anni recenti è stato troppe volte reso evidente nel Quebec. . . . Leggendo una simile storia ci si chiede quante altre vittime innocenti siano state similmente trattate dalla polizia senza tuttavia avere avuto il coraggio e l’appoggio per mandare avanti la cosa sino alla vittoria finale, in questo caso 12 anni e mezzo dopo che era avvenuto l’arresto. Dovremmo essere grati d’avere in questo paese alcune vittime dell’oppressione statale che difendono i loro diritti. La loro vittoria è la vittoria di tutti noi”.

Come osservò il prof. Scott, non tutti quelli a cui sono state negate le libertà fondamentali hanno avuto la determinazione, i mezzi pecuniari e l’appoggio legale per mandare avanti una lotta legale fino alla Corte Suprema. Pertanto questa causa promossa fino a ottenere la vittoria ha un significato storico per il Canada.

Dichiarazione dei diritti del cittadino

Si crede in genere che la dichiarazione dei diritti del cittadino assicuri la giustizia alle minoranze. Questa fu la veduta espressa da John Diefenbaker nel 1960, quand’era primo ministro del Canada e quando fu emanata la dichiarazione dei diritti del cittadino nel Canada. Egli dichiarò: “Questa dichiarazione è un importante passo avanti. Stabilirà un altare della libertà che assicuri che la minoranza non sia ingiustamente trattata dalla maggioranza, il che è l’essenza della libertà”.

Non può esserci dubbio che avendo la dichiarazione dei diritti del cittadino i Canadesi sono in condizioni molto migliori, poiché hanno una base legale per le libertà che stanno loro a cuore. Ma la sua esistenza significa di per se stessa che queste libertà siano automaticamente rispettate, che siano concesse a tutti? Significa forse che nessuna minoranza sarà ingiustamente trattata dalle autorità di qualche città? Non necessariamente. Tra il pubblico ci sono sempre pubblici funzionari egoisti e gruppi che si lasciano trascinare dall’emozione i quali non sono disposti a concedere le libertà della dichiarazione dei diritti a coloro che sostengono vedute impopolari. Per tale ragione essi dovranno difendere legalmente le loro libertà o subirne la perdita.

Lotta per la libertà negli U.S.A.

Gli Stati Uniti hanno la dichiarazione dei diritti del cittadino da 180 anni, ma i testimoni di Geova sono dovuti ricorrere ripetutamente ai tribunali per avere le libertà che essa garantisce. La sua esistenza ha provveduto la base legale per presentare alla Corte Suprema degli Stati Uniti molte cause che sono divenute pietre miliari nella storia legale. Commentando questo fatto, Leon Friedman, nel suo libro The Wise Minority, scrisse:

“Nella ventina di cause vinte, questa piccola, debole e impopolare minoranza produsse fondamentali cambiamenti nella legge americana. Stabilirono fermamente il diritto di tutte le minoranze di pronunciare i loro messaggi nelle strade e nei parchi. E resero chiaro che il governo non può costringere i suoi cittadini ad alcuna pubblica espressione di ubbidienza o lealtà. Questi precedenti promossero di parecchi gradi la libertà politica in questo paese”.

Condividendo questa veduta, il prof. Milton R. Konvitz osserva nel suo libro Fundamental Liberties of a Free People:

“I testimoni di Geova divennero vere e proprie cavie per mettere alla prova i limiti delle libertà del Primo Emendamento. Furono accusati di ‘eccessi ed abusi’. A cominciare dal 1938, fornirono alla Corte Suprema una lunga serie di cause in cui varie fasi di queste libertà furono sottoposte ad attento esame. Il risultato, in generale, è stata la costituzione di precedenti che hanno rafforzato le basi e i limiti della libertà di religione e, non meno, della libertà di parola, di stampa e d’assemblea”.

Benché queste battaglie legali combattute dai testimoni di Geova dessero molti risultati nella difesa delle libertà costituzionali degli Stati Uniti, ci sono ancora situazioni in cui tali libertà sono minacciate. Un recente esempio è il decreto legge emanato nel 1971 dalla Camera dei Rappresentanti della Pennsylvania. Esso rese obbligatorio il saluto alla bandiera da parte dei ragazzi che frequentano le scuole pubbliche e non prevedeva l’esenzione per gli studenti che considerano il saluto di qualsiasi bandiera contrario alla loro coscienza religiosa. Questo decreto legge minaccia il diritto alla libertà di religione dei ragazzi che vanno a scuola.

Giacché il saluto alla bandiera è messo in relazione con il patriottismo, molti sono emotivamente turbati quando sentono che qualcuno rifiuta di salutarla. Anche se la maggioranza ha una veduta diversa, non dovrebbero concedere a questa minoranza la libertà di astenersi dal fare qualche cosa che va contro la loro coscienza religiosa? Mostrando rispetto per la coscienza religiosa di una minoranza, non si mostrerebbe apprezzamento per le libertà rappresentate dalla bandiera?

Commentando il decreto legge della Pennsylvania, l’Inquirer di Philadelphia del 16 giugno 1971 disse in un articolo di fondo:

“Il decreto legge è apertamente incostituzionale. Simili saluti obbligatori alla bandiera sono stati ripetutamente respinti dalla Corte Suprema degli U.S.A., in modo assai notevole nella causa del 1943, West Virginia State Board of Education v. Barnette, quando il defunto giudice Robert Jackson emise un parere in cui dichiarò eloquentemente:

‘“Se c’è alcuna stella fissa nella costellazione della nostra Costituzione, è che nessun funzionario, grande o piccolo, può prescrivere ciò che sarà ortodosso in politica, nazionalismo, religione, o in altre questioni d’opinione, né costringere i cittadini a confessare con la parola o con le azioni la loro fede in essi’”.a

I legislatori della Camera dei Rappresentanti della Pennsylvania sono indubbiamente sinceri nel loro desiderio di inculcare nei ragazzi che frequentano la scuola il patriottismo, ma resta il fatto che hanno ignorato la garanzia costituzionale della libertà religiosa. Proseguendo nei suoi commenti, l’articolo di fondo di questo giornale diceva:

“E non si può certo promuovere il patriottismo quando i corpi legislativi stessi si fan beffe della Costituzione. La controversia, ha dichiarato il rappresentante Ray Hovis, è semplice: ‘Si tratta di vedere se questa legislatura desidera commettere ciò che è virtualmente un atto di disubbidienza civile perché non le piace l’attuale legge costituzionale sul saluto alla bandiera’”.

Le libertà della Dichiarazione dei Diritti del Cittadino danno alla persona il diritto di esprimere le sue credenze, ma le danno anche il diritto di astenersi dall’esprimere credenze che non ha. Commentando questo fatto, il prof. Konvitz dichiara nel suo libro Fundamental Liberties of a Free People:

“La libertà di non parlare, di non professare credenze, può essere più importante della libertà di parlare, giacché professare credenze che non si hanno può fare più violenza alla coscienza della mancata espressione delle credenze che si hanno”.

Dove c’è un forte spirito nazionalistico c’è spesso la tendenza ad aspettarsi che tutti parlino e agiscano nello stesso modo della maggioranza, senza tener conto della coscienza religiosa. Questa è una forma di controllo del pensiero portato agli estremi sotto certi tipi di governi. Ma dove il governo si vanta delle libertà che concede al suo popolo, perché coloro che sono al potere dovrebbero cercare di costringere una minoranza a fare qualcosa che è contro la sua coscienza religiosa? Non è questo incoerente con le espressioni patriottiche di libertà per tutti?

È assai difficile che tutti godano imparzialmente la libertà anche nei paesi democratici. Di solito chi non è d’accordo con la maggioranza su certe cose dovrà difendere i suoi diritti costituzionali. Benché si possa fare una pacifica difesa nei tribunali, non significa necessariamente che si otterrà la vittoria. I giudici sono imperfetti come chiunque altro e sono influenzati dagli interessi e dalle emozioni personali e soggetti a errori di giudizio. Anche la Corte Suprema degli Stati Uniti ha dovuto a volte annullare le sue precedenti decisioni rendendosi conto che aveva errato e un classico esempio di questo si ebbe quando revocò la sua precedente decisione sul saluto alla bandiera nella Pennsylvania, nella causa di Minerville School District v. Gobitis, del 3 giugno 1940 (310 U.S. 586), che era stata il segnale per una generale ondata di violenza contro i testimoni di Geova in tutto il paese.

Benché negli anni passati i testimoni di Geova abbiano stabilito molti precedenti legali con le loro battaglie legali in difesa della libertà, le libertà delle minoranze non sono ancora assolutamente sicure. Ci si possono attendere ingiustizie finché uomini imperfetti eserciteranno autorità su altri uomini. Mentre le persone del Canada e degli Stati Uniti hanno dunque tratto profitto dalle decisioni ottenute dai testimoni di Geova nelle lotte legali, la difesa della libertà continua.

Libertà per tutti

Le circostanze cambieranno in meglio, ma questo richiederà un generale cambiamento di pensiero e un cambiamento dei valori morali. Dev’esserci fondamentale amore per il proprio prossimo e comprensione per lui tra i popoli in tutta la terra. Questo è brevemente espresso nella Bibbia quando dice: “Devi amare il tuo prossimo come te stesso”. (Matt. 22:39) Ma come può avvenire tale cambiamento?

La sola speranza per il cambiamento necessario è nella promessa scritturale che un governo stabilito da Dio governerà presto la terra con diritto e giustizia. Solo sotto questo governo divino le libertà non saranno più minacciate da pregiudizi, sfrenate emozioni, odii, malintesi, ingiustizie e umani errori di giudizio. Questo governo divinamente stabilito non sarà soggetto alle molte pecche e agli errori personali e agli egoistici interessi connessi ai governi stabiliti dall’uomo. Quando tutto il genere umano sarà sotto il giusto dominio del regno di Dio, nessuno dovrà più combattere in difesa delle libertà che gli sono dovute.

[Nota in calce]

a Riportato nel Volume 319 dei resoconti ufficiali degli Stati Uniti, alle pagine 624, 642.

    Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
    Disconnetti
    Accedi
    • Italiano
    • Condividi
    • Impostazioni
    • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
    • Condizioni d’uso
    • Informativa sulla privacy
    • Impostazioni privacy
    • JW.ORG
    • Accedi
    Condividi