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  • Gli anni del crepuscolo possono essere fecondi

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  • Gli anni del crepuscolo possono essere fecondi
  • Svegliatevi! 1973
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Svegliatevi! 1973
g73 8/7 pp. 9-13

Gli anni del crepuscolo possono essere fecondi

Dal corrispondente di “Svegliatevi!” in Brasile

OGNI giorno che passa invecchiamo. Non possiamo fare nulla per impedire il processo d’invecchiamento. Ma come il crepuscolo è una parte tranquilla e utile della giornata, così possono esserlo gli anni del crepuscolo della propria vita.

Considerate solo i capelli grigi, le rughe, il passo lento e la perdita delle persone care? O siete grati delle molte ricche esperienze e del maturo pensiero che accompagnano l’età? Pensate che i risultati e la capacità siano massimi negli anni della giovinezza e poi diminuiscano rapidamente?

Produttività nell’età avanzata

Selezione, basandosi estesamente sul materiale pubblicato dai medici E. W. Busse ed E. Pfeiffer, osservò: “L’apice della produttività creativa permane alto nell’età avanzata, specialmente in campi come matematica, invenzioni, botanica, discipline classiche. Nell’arte di governo l’abilità tende ad aumentare con gli anni, e nei campi del pensiero astratto, come logica e filosofia, gli anni di massimo rendimento sono quelli tra i 45 e gli 83. Non è inevitabile che le capacità mentali si deteriorino nella vecchiaia”.

Il prof. N. J. Berrill fu d’accordo. “A 80 anni la capacità mentale è ancora buona com’era a 35”, scrisse. “Mentre la mente di un giovane tende a creare nuovi concetti e idee, la mente di una persona più anziana . . . possiede maggiore fermezza, compiutezza e ricca esperienza”.

L’evidenza conferma che la capacità mentale non diminuisce al ritmo a cui diminuisce la capacità fisica. In un gruppo di quattrocento famosi statisti, pittori, combattenti, poeti e scrittori, si scoprì che il 35 per cento delle loro massime imprese era stato compiuto tra i sessanta e i settant’anni; il 23 per cento era stato compiuto tra i settanta e gli ottant’anni e l’8 per cento quando queste persone avevano superato gli ottant’anni! Complessivamente, i due terzi avevano più di sessant’anni.

Vivono a lungo

Si è notato che alcuni vivono molto più a lungo della media e conservano una rimarchevole capacità fisica e mentale. Il profeta israelita Mosè scrisse: “I giorni dei nostri anni sono settant’anni; e se a causa di speciale potenza sono ottant’anni”. (Sal. 90:10) E tuttavia Mosè era un uomo vigoroso di ottant’anni quando condusse la nazione d’Israele fuori d’Egitto, e la Bibbia dice di lui quarant’anni dopo: “Mosè aveva alla sua morte centovent’anni. Il suo occhio non si era indebolito, e la sua forza vitale non l’aveva abbandonato”. — Deut. 34:7.

Anche oggi ci sono persone che vivono oltre cent’anni. Non molto tempo fa Bruce Biossat, corrispondente di Washington, scrisse: “Circa 15.000 Americani, un numero stupefacente, hanno cent’anni o più. . . . Circa un terzo degli attuali centenari sono a carico della Previdenza Sociale”. Biossat disse che ci sono più di 250.000 Americani che hanno oltre novant’anni, o circa uno su 800.

Altri luoghi hanno una percentuale superiore di persone anziane, particolarmente la repubblica della Georgia nei monti del Caucaso, fra il mar Nero e il mar Caspio, nella parte sudoccidentale dell’Unione Sovietica. Nel 1971, Sula Benet, professoressa di antropologia al Hunter College di New York, visitò il villaggio di Dzhgerda, in quella zona. Ella disse: “C’erano 71 uomini e 110 donne tra gli 81 e i 90 anni e 19 persone oltre i 91 anni, il 15 per cento della popolazione del villaggio composta di 1.200 persone”.

C’è poi la valle di Vilcabamba nell’Ecuador che contende il primato di longevità all’Unione Sovietica meridionale. Anche il Brasile vanta i suoi centenari. Sull’altopiano dello stato di Goiás vive Delfina da Costa Silva, che si dice abbia 155 anni. Ella accoglie ancora i visitatori con la proverbiale tazza di caffè, simbolo dell’ospitalità brasiliana.

Pure alcuni americani hanno una vita straordinariamente lunga. Il 4 luglio 1967 Charlie Smith celebrò il suo 125mo compleanno. Commentando il fatto, la rivista Time osservò: “La pretesa di Smith d’avere una ragguardevole età è più documentata che non la maggioranza delle altre, ma non basta. Nessuna delle ‘evidenze’ lo menziona in maniera specifica, o prova che nacque quando e dove dice che nacque. . . . Finora, nessuna di queste registrazioni presenta le prove che un cittadino statunitense visse più di 111 anni”.

Ma nonostante l’assenza di solida documentazione per un’età estremamente avanzata, è ovvio che alcuni, specialmente in certi luoghi, hanno una vita sana e più lunga. Perché?

Il segreto della vita più lunga

L’aria buona delle maggiori altitudini, il cibo semplice ma nutriente e la gran quantità di duro lavoro fisico sono considerate le ragioni dell’eccezionale longevità degli abitanti dell’Unione Sovietica meridionale. “Non si vedono mai gli anziani seduti su una sedia per lunghi periodi”, riferì Sula Benet. Considerano le persone grasse malate e, quando ne vedono una, le chiederanno come va la sua salute.

Un altro importante fattore è che gli anziani si sentono utili. Il dott. Albert Parry, nativo della Russia, scrisse riguardo alla vita rurale sui monti del Caucaso: “La famiglia e la comunità fanno sentire gli anziani importanti o almeno necessari andando da loro a chiedere consigli”.

Gli anziani quindi sono ottimisti e provano piacere alla prospettiva di continuare a vivere. Come disse un novantenne del villaggio di Achandara: “Sono necessario ai miei figli e ai miei nipoti, e non sto male a questo mondo, salvo che non posso zappare la terra e mi è difficile arrampicarmi sugli alberi”.

È stato provato che il lavoro soddisfacente e il sentirsi utili sono importanti per la longevità. Ad esempio, negli Stati Uniti i ricercatori del Centro per lo Studio dell’Invecchiamento e dello Sviluppo Umano presso l’università Duke hanno recentemente riferito che chi è soddisfatto della propria sorte nella vita ed è felice del proprio lavoro vive più a lungo. È stato pure osservato che spesso la longevità ricorre nelle famiglie, per cui anche l’ereditarietà è un importante fattore della vita lunga.

L’invecchiamento e le sue cause

Tuttavia, qualunque cosa faccia, l’uomo invecchia e muore. Infatti, la persona che oltrepassa di molto gli ottanta o i novant’anni è un’eccezione. Come notava il giornale brasiliano O Globo: “Anche se la medicina e la chirurgia operassero tutti i miracoli che ci attendiamo da loro, non ci sarebbe nessuna prospettiva di prolungare di molto la vita umana. Questo significa che, anche se l’uomo fosse protetto da tutti gli incidenti e da tutte le malattie possibili e immaginabili, la nostra durata di vita non supererebbe la media di ottant’anni”.

Perché? Perché la sequoia vive migliaia d’anni e conserva il suo vigore, mentre l’organismo umano si indebolisce, s’incurva e generalmente scompare in meno di un secolo?

La scienza ci dice che la continuazione della vita dipende dalla capacità del corpo di ricostruire le cellule. Comunque, a una certa età le cellule smettono di rinnovarsi debitamente. Ne risulta così un rallentamento nell’organismo che, alla fine, si ferma del tutto. Il dott. Isaac Asimov concluse: “Sembra che le nostre cellule siano ‘programmate’ dai loro geni per subire gradualmente col tempo quei cambiamenti che chiamiamo invecchiamento”.

La scienza moderna non ha fornito una soddisfacente risposta alla domanda perché avvengono nelle cellule questi cambiamenti, che causano l’invecchiamento e infine la morte. Molti medici credono che l’invecchiamento stesso non sia una malattia; esso non uccide le persone. Il dott. Moisés Barmak di São Paulo spiegò: “La vecchiaia, così spesso indicata come causa mortis nei certificati di morte, non esiste. Nessuno è morto di vecchiaia”. Tuttavia muoiono tutti. Perché? La Bibbia spiega: “Per mezzo di un solo uomo [Adamo] il peccato entrò nel mondo e la morte per mezzo del peccato, e così la morte si estese a tutti gli uomini perché tutti avevano peccato”. Che questo sia un fatto si può facilmente osservare: tutti gli uomini sono imperfetti, e tutti muoiono. — Rom. 5:12.

Aiutiamo gli anziani a godersi gli anni della vecchiaia

La gioia che gli anziani provano nella vita dipende in grande misura da loro. Vi influisce pure l’atteggiamento dei figli.

Se una persona ha un vero scopo nella vita, ogni giorno reca soddisfazione, anche se si deve combattere con i dolori o la debolezza. Ci sono molti anziani che hanno riempito la loro mente e il loro cuore con le buone cose che si trovano nella Parola di Dio, e provano piacere condividendole con altri. Alcuni hanno la forza di uscire per visitare altri nelle loro case; altri fanno uso del telefono o della posta; altri ancora parlano a quelli che li circondano in una corsia di ospedale o in una casa di cura. Apprezzano quanto gli altri fanno per loro e quanto essi possono fare personalmente per provvedere le cose necessarie e le comodità della vita. Ma uno dei più importanti fattori che permette loro di godere la vita è la possibilità di fare qualche cosa per gli altri, qualche cosa di importante, qualche cosa che li può aiutare a conoscere Dio e il suo amorevole proposito di fare di questa terra un Paradiso, un luogo dove gli acciacchi della vecchiaia non esisteranno più, dove la morte cesserà, e dove anche i morti risorgeranno. Partecipando a un’attività simile, più di ogni altra cosa, si possono rendere soddisfacenti gli anni del crepuscolo. — Riv. 21:3, 4; Atti 24:15.

Ma, sia che nutrano una simile speranza o no, le persone avanti con gli anni hanno bisogno di un luogo in cui vivere. Alcuni preferiscono avere la propria casa, forse vicino ai figli, ma con la libertà di andare e venire senza ostacolare i progetti degli altri.

In molti casi, un incidente o un’infermità rende impossibile a una madre vedova o a un padre rimasto solo aver cura di sé nella vecchiaia. Che fare allora? Alcuni figli, apprezzando calorosamente ciò che hanno fatto i loro genitori, li prendono in casa con sé, e gli anziani, a loro volta, condividono con la famiglia i vantaggi della loro esperienza. In altri casi sono state prese disposizioni per farli stare in case di cura, dove ricevono l’assistenza necessaria. Talvolta questa disposizione è presa avendo sinceramente a cuore tutti gli interessati. In altri casi si fa, non perché sia la disposizione migliore né perché sia quello che i figli vorranno per sé nella vecchiaia, ma perché sembra sia più conveniente.

È sorto un grande numero di convalescenziari e case di cura, circa 25.000 solo negli Stati Uniti. Tuttavia meno della metà d’essi offrono assistenza specializzata. In alcuni di questi luoghi pare ci sia più interesse a conseguire un profitto pecuniario che a dare una buona assistenza. In altri, comunque, si fa realmente uno sforzo per aiutare gli anziani a godersi la vecchiaia.

La città di São Paulo ha circa 100.000 persone ultrasettantenni, ed essa ha preso provvedimenti per migliorare le condizioni degli anziani. A circa mezz’ora di automobile dal centro della città c’è un’autentica zona verde. In un bell’ambiente sorge un istituto per anziani che hanno bisogno di tale assistenza. Ci vivono circa 900 persone.

Ci sono reparti separati per uomini e donne, tutti puliti, ariosi e ben illuminati. Circa il 65 per cento di quelli che ci vivono non possono pagarsi la retta e ricevono tutto gratuitamente; gli altri pagano varie somme. Quelli che pagano il minimo dormono in sale di trenta letti; quelli che pagano il massimo hanno una stanza privata.

Vi prestano servizio medici, assistenti sociali e infermiere. Le apparecchiature sanitarie includono sauna e bagni turchi. E l’orto fornisce verdure e frutta fresca per la tavola.

Per dare un significato alla loro vita, gli anziani ricevono del lavoro da fare e sono pagati per quello che fanno. Fanno borse, riparano scarpe e allevano conigli. Inoltre, possono uscire e fare acquisti nel negozio dell’istituto.

In altre parti della terra i governi hanno provveduto modesti appartamenti a bassissimo costo. Ciò consente maggiore intimità, ma richiede pure che la persona sia in grado di fare più cose per sé.

È vero che l’età avanzata è accompagnata dal diminuito vigore e dal deterioramento del corpo. Tuttavia l’attività mentale, l’esperienza, la capacità di lavorare e la creatività sono sempre presenti e, in alcuni casi, anche superiori. Essendo attivi, facendo regolare esercizio e svolgendo un lavoro costruttivo, gli anni del crepuscolo possono davvero essere fecondi.

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