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  • Interessante visita al Vaticano
  • Svegliatevi! 1975
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  • La basilica di S. Pietro
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  • Giardini, musei e una nota biblioteca
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Svegliatevi! 1975
g75 22/6 pp. 24-27

Interessante visita al Vaticano

STATE per visitare la vetta di un colle un tempo associato agli indovini. Qui Numa Pompilio — il leggendario secondo re di Roma — si dice dichiarasse al popolo i suoi vaticinii, le presunte dichiarazioni delle divinità. Nei secoli successivi, gli spettatori assistettero alla morte atroce dei cristiani nel non lontano circo di Nerone.

Quegli indovini non esistono più. Lo stesso può dirsi delle moltitudini che provavano diletto nei selvaggi spettacoli del circo. Oggi il colle del Vaticano è occupato dal più piccolo stato del mondo. Completamente circondata da Roma e quasi interamente cinta di mura, la Città del Vaticano ha una superficie di soli quarantaquattro ettari e la sua popolazione è costituita da meno di mille persone che per la maggior parte non vi risiedono. Tuttavia, il Vaticano domina sulla vita di oltre 577.600.000 cattolici romani sparsi in tutta la terra.

Il Trattato lateranense del 1929 stabilì l’istituzione della Città del Vaticano come stato sovrano separato avente il papa come governante. Benito Mussolini firmò per conto di re Vittorio Emanuele III d’Italia, e il cardinale Gasparri firmò per conto del papato.

È stato detto che un visitatore può percorrere la Città del Vaticano in tutta la sua lunghezza in circa otto minuti, ma non gli basterebbe tutta una vita per vederne i tesori dell’arte e della cultura. Giacché papa Paolo VI ha dichiarato il 1975 “Anno santo”, milioni di persone sperano senz’altro di visitare il Vaticano. Ma supponiamo di visitarlo ora e, mentre lo visitiamo, soffermiamoci abbastanza a lungo per riflettere su alcuni aspetti che al pellegrino intimidito potrebbero sfuggire.

Piazza S. Pietro

Camminando sul lato occidentale del Tevere, entriamo in Vaticano passando fra le torreggianti due braccia del colonnato di Giovanni Bernini, costituito da quattro file di 284 colonne e 88 pilastri. Le quattro file di colonne formano un’ellissi che racchiude Piazza S. Pietro. In cima al colonnato vi sono 140 statue di “santi” e martiri.

In mezzo alla piazza sorge un obelisco di granito rosso, alto più di venti metri e del peso di 4.500 quintali! Da dove proviene? Fu portato via dall’antica Eliopoli da Caligola ed eretto nel circo portato a termine da Nerone. L’obelisco porta iscritte le dediche agli imperatori romani Augusto e Tiberio. All’ombra di questa colonna egiziana, diciannove secoli fa i cristiani andarono incontro a morte prematura. Ma come finì qui in Piazza S. Pietro?

Fu spostato per ordine di papa Sisto V ed eretto in Vaticano il 14 settembre 1586, un mercoledì, sempre considerato da Sisto un “giorno fortunato”. Era anche la festa dell’Esaltazione della Croce. A motivo della sua associazione col paganesimo, il papa tentò di far esorcizzare lo spirito pagano del monolito.

La basilica di S. Pietro

Secondo la tradizione cattolica, l’apostolo Pietro subì il martirio e fu sepolto a Roma. D’altra parte, le Sacre Scritture non dicono né sottintendono che l’apostolo andasse mai in quella città.a Verso il 325 E.V., comunque, l’imperatore romano Costantino cominciò a costruire una grande basilica sulla presunta tomba di Pietro.

Nel 1506 papa Giulio II decise di ricostruire la basilica. Donato Bramante fu il primo dei numerosi architetti della chiesa, fra i quali ci fu Michelangelo. Quando nel 1626 fu infine dedicata da Urbano VIII, la basilica aveva la forma di una croce latina. Lungo circa 187 metri, con una superficie complessiva di circa 15.000 metri quadrati, l’edificio può contenere, si calcola, 80.000 persone. Sì, è colossale, la più grande chiesa del mondo.

A 133 metri dal pavimento della basilica (dove si intersecano il braccio lungo e il braccio corto della costruzione cruciforme) c’è la grande cupola dorata e a mosaico. Ha un diametro di quarantadue metri circa. Nelle sedici separate sezioni della cupola sono rappresentati Gesù Cristo, sua madre Maria, gli apostoli e i “santi”.

L’altare maggiore è situato sotto questa massiccia cupola della basilica. Ivi solo il papa (o un cardinale da lui designato in sua vece) può celebrare la messa. Sopra l’altare c’è un baldacchino modellato dal Bernini, che si servì di lastre bronzee prese da papa Urbano VIII nel ben preservato Pantheon di Roma, un tempio pagano.

Perché un edificio così immenso e fastoso come la basilica di S. Pietro? Facendo un po’ luce su questo fatto, André Biéler scrisse: “Il Maderno doveva trasformare la pianta [originale] a croce greca in una croce latina, e il Bernini doveva rifinirla con l’aggiunta di fastosi abbellimenti e ampliando la pianta con i due immensi bracci del grande porticato. Si preoccupavano di dimostrare al mondo, a dispetto della Riforma, che Roma, la possente e magnifica principale rappresentante del cristianesimo, ancora una volta risplendeva luminosamente. La basilica di S. Pietro doveva esprimere ‘la grandiosità, la forza, la potenza, in una parola la maestà, della Chiesa Cattolica’. Nella stessa esecuzione materiale di questo santuario possiamo scorgere l’essenziale continuità fra l’ostentazione romana e il fastoso protocollo del paganesimo”. — Architecture in Worship.

Notevoli opere d’arte

Nella basilica vi sono numerose opere d’arte. Per esempio, ci soffermiamo a guardare la famosa Pietà di Michelangelo, scultura del morto Gesù sulle ginocchia di sua madre Maria. In origine doveva ornare la tomba di un cardinale francese. Fra parentesi, dopo aver udito certi pellegrini attribuire l’opera a Cristoforo Solari, di notte Michelangelo aggiunse una fascia su cui incise il proprio nome. Questa fascia corre dalla spalla sinistra di Maria al suo fianco destro, richiamando inequivocabile attenzione sullo scultore.

Un rivestimento bronzeo ornato del Bernini racchiude una reliquia usata per secoli dai papi in occasione di speciali cerimonie, venerata per lungo tempo come cattedra di “San” Pietro. Sulla parte anteriore vi sono diciotto pannelli d’avorio, che rappresentano le dodici fatiche del mitologico Ercole, oltre a sei mostri che potrebbero essere segni dello Zodiaco. In effetti, Pietro non occupò mai questa cattedra. Gli esperimenti fatti col carbonio 14 le attribuiscono la data del nono secolo E.V., circa 700 anni dopo la morte di Pietro. Su una striscia d’avorio c’è il busto di Carlo il Calvo, imperatore romano e re dei Franchi occidentali. Questo trono di quercia fu probabilmente portato a Roma per l’incoronazione di Carlo da parte di papa Giovanni VIII, nel dicembre dell’875 E.V. Tuttavia, parecchi anni dopo che il Vaticano ne aveva riconosciuto l’origine (nel novembre del 1969), questa cattedra medievale occupava ancora un posto d’onore nella basilica di S. Pietro.

Ora il vostro interesse è attratto da una statua in bronzo di “San” Pietro, assiso sul trono, con l’aureola attorno al capo e il piede destro proteso. Nel 1857 Pio IX concesse un’indulgenza di cinquanta giorni a chi baciava il dito di quel piede inanimato. Molti pellegrini lo baciano, facendosi poi il segno della croce. Le dita del piede sinistro non baciato sono ben delineate. Ma quelle del piede destro sono consumate, evidentemente per i baci e le carezze di migliaia di persone riverenti. Nel giorno della festa di Pietro questa statua è ornata con la mitria e la veste papale ornata di gemme. Quello che vediamo ci fa ricordare il salmo ispirato che parla di idoli silenziosi, ciechi e sordi, aventi ‘mani che non palpano, piedi che non camminano’. — Sal. 115:5-7, La Bibbia di Gerusalemme.

Secondo la tradizione, questa statua è del quarto o quinto secolo E.V., sebbene sia stata anche attribuita al tredicesimo secolo. Tuttavia, altri sono di opinione diversa. Per esempio, riguardo ad essa, la Practical Guide to the Principal Sights of Rome, di R. C. Wyndham, dichiara: “Era in origine la statua di Giove che si trovava nel Tempio di Giove Capitolino, ma è stata convertita dal Papa a uno scopo più sacro”.

Anziché l’origine incerta di questa statua, ciò che conta di più è la riverenza tributatale. Approverebbe Pietro tale venerazione? Quando il centurione italiano Cornelio cadde ai piedi di questo umile apostolo, Pietro non protese nessun piede, perché fosse baciato o carezzato. No davvero! Le Scritture ci dicono: “Pietro lo rialzò, dicendo: ‘Alzati: anch’io sono un uomo!’” — Atti 10:25, 26, La Bibbia di Gerusalemme.

La cappella Sistina

La visita ci porta alla cappella Sistina, che prese nome da papa Sisto IV. Costruita fra il 1475 e il 1481 dietro suo ordine, è lunga circa quaranta metri e larga poco meno di quattordici metri, con un’altezza di quasi ventun metri. In effetti la cappella privata del papa, è stata teatro di varie cerimonie e di assemblee per l’elezione dei papi.

La cappella Sistina conteneva già opere di altri artisti quando nel 1508 Giulio II incaricò Michelangelo di usare la sua maestria per abbellirne la volta. Terminati i lavori, gli affreschi contenevano 343 figure. Sono descritte principalmente scene della creazione, la caduta dell’uomo e il Diluvio. Ma i dipinti includono anche antenati di Cristo, profeti biblici e profetesse pagane, o sibille.

Sibille? Sì, e fra esse la Sibilla di Delfo. Secondo Origene, si diceva che “lo spirito profetico di Apollo entrava nelle sue parti private”, dopo di che ella pronunciava gli oracoli in uno stato di pazzia. Era sotto l’influenza demonica. (Si paragoni Atti 16:16-18). La Guide to the Vatican (1973) dice: “Michelangelo intese descrivere l’antico mondo ebraico e quello pagano che attendevano e speravano nel Messia”. Comunque, il fatto è che Dio non mandò nessun messaggio a profetesse pagane. Inoltre, non è strano che esse fossero rappresentate insieme a profeti biblici, giacché vi erano profetesse devote che attendevano il Messia, donne come Miriam, Debora, Ulda e Anna? — Eso. 15:20, 21; Giud. 4:4-7; 2 Re 22:14-20; Luca 2:36-38.

Anni dopo (1534-1541), Michelangelo dipinse il “Giudizio Universale” sulla parete dietro l’altare della cappella Sistina. In questo affresco si vedono i morti chiamati a giudizio da un adirato Gesù Cristo, che ne condanna molti a un inferno di tormento. L’opera d’arte, comunque, è in diretto contrasto con la Bibbia, la quale mostra che l’inferno è la comune tomba del genere umano, dove i morti non sono consci di nulla e non possono sentire alcun dolore! E non è dalle pagine della Bibbia che viene l’idea secondo cui Gesù sarà un giudice crudele e adirato! (Eccl. 9:5, 10; Isa. 11:1-5) Ciò nondimeno, dopo aver visto il “Giudizio Universale”, papa Paolo III, che aveva due amanti e aveva messo al mondo quattro figli illegittimi prima di farsi sacerdote, si sarebbe gettato in ginocchio, implorando: “Signore, non mi imputare i miei peccati quando verrai nel Giorno del Giudizio”.

In questo giorno in cui la pornografia è così diffusa, con tutti i suoi spiacevoli effetti sulla gente, non possiamo totalmente ignorare il nudo di molti personaggi rappresentati nella volta della cappella Sistina. I nudi che apparivano in origine nel “Giudizio Universale” suscitarono un tempo tali lagnanze che per ordine del papa la nudità di certe figure fu in seguito coperta.

Giardini, musei e una nota biblioteca

Il Vaticano ha anche bei giardini, vari musei e gallerie notevoli. Nel Museo Pio-Clementino, si conserva un altare con bassorilievi dove si vede la Vittoria che impugna uno scudo con l’iscrizione: “Il Senato e il Popolo di Roma hanno dedicato questo altare all’imperatore Augusto, figlio del deificato Cesare, nella sua funzione di Pontefice Massimo”. Questo titolo (che letteralmente significa “massimo costruttore di ponti”), un tempo prerogativa del capo del sacerdozio pagano di Roma e infine dei suoi imperatori, fu respinto dall’imperatore Graziano che lo considerò non adatto a un cristiano. Papa Damaso I del quarto secolo, però, lo assunse lietamente ed esso è fino a questo giorno un titolo del papa.

Una preziosa collezione di manoscritti e libri: ecco che cos’è la biblioteca vaticana. Oltre a circa 1.000.000 di libri stampati, custodisce oltre 90.000 manoscritti. Fra questi vi è il Manoscritto Vaticano N. 1209, un pregiato codice biblico greco del quarto secolo E.V.

“Non possiedo né argento né oro”?

Visitando il Vaticano, rimarrete colpiti dagli edifici fastosi, dagli oggetti religiosi ornati di gemme, dalle famose opere d’arte e da altre cose simili. Il papato ha ricevuto in effetti molti doni, ma questo non può dirsi di tutto. Riguardo al costo estremamente elevato della basilica di S. Pietro, è stato detto: “Il progetto vincente di Donato Bramante destò una tempestosa opposizione, come le tasse che Giulio [II] e i papi successivi imposero per pagare l’opera”. (Great Ages of Man, Renaissance, di John R. Hale e degli Editori dei Time-Life Books) La campagna per la raccolta di fondi per la costruzione della basilica, effettuata in Germania con la vendita di indulgenze dal frate domenicano Johann Tetzel, fu una delle cause della Riforma guidata da Lutero.

La Chiesa Cattolica Romana afferma d’essere fondata su Pietro, un umile pescatore e apostolo di Gesù Cristo. Ma molti non riescono a conciliare tale grande ricchezza con le parole che Pietro disse a uno zoppo il quale chiedeva qualche dono materiale: “Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina”. E l’uomo camminò. Sì, Pietro diede importanza all’elemento umano e ai valori spirituali, ma visitando il Vaticano si nota l’importanza data alle cose materiali. — Atti 3:1-26, La Bibbia di Gerusalemme.

[Nota in calce]

a Si veda La Torre di Guardia del 1º settembre 1966, pagg. 533-539.

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