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  • I giovani vogliono sapere
  • Svegliatevi! 1977
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  • I giovani se ne interessano?
  • Un’indagine rivelatrice
  • Naturale curiosità dei giovani
  • L’insegnamento che dà risultati
  • Apprezzano l’istruzione
  • Ammaestrate i vostri figli?
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1974
  • Ricordate il vostro Creatore nei giorni della vostra gioventù
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1971
  • Insegnate ai vostri figli ad amare Geova
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1983
  • Responsabilità morale dei genitori
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1968
Altro
Svegliatevi! 1977
g77 8/3 pp. 5-9

I giovani vogliono sapere

NELLA maggioranza dei paesi, le pratiche religiose formalistiche sono in declino. L’assiduità ai servizi religiosi è diminuita. Sempre più persone, giovani e vecchie, rifiutano i culti tradizionali. Insieme a ciò, un crescente numero di persone smette anche di credere in Dio.

Come si sa, per decenni le società comuniste hanno attaccato la religione, considerandola ‘l’oppio dei popoli’. In quei paesi si incoraggia l’ateismo. Ma anche nel cuore della cristianità stanno prendendo piede credi ateistici e agnostici.

Il problema è in parte dovuto al fatto che per secoli le credenze irragionevoli e le azioni nocive delle religioni di questo mondo hanno suscitato il ridicolo. Non è strano perciò che molte persone riflessive ritengano inutili le cerimonie e i formalismi delle chiese e di altre religioni non cristiane.

Un esempio di ciò fu citato dalla rivista Stern, pubblicata ad Amburgo, nella Germania Occidentale. Conteneva un articolo di tono negativo intitolato “Il commercio della Vergine Maria”. Il racconto riguardava il villaggio bavarese di Altötting, meta di pellegrinaggi. Quel numero fu venduto a milioni di copie.

Il Ministero per l’Istruzione e la Cultura della Baviera menzionò tale opposizione alle pratiche religiose e disse: “Riescono a mettere la religione sotto cattiva luce, a denudare la devozione, la preghiera e l’adorazione e a far passare i fedeli per pagliacci”.

I giovani se ne interessano?

Il Ministero della Baviera, nella sua pubblicazione “La scuola e noi” del dicembre 1975, dichiarò pure: “Ogni giorno vediamo schernire la devozione come fosse stupidità, in quello che leggiamo, che udiamo e che vediamo; i Dieci Comandamenti sono stati messi all’ultimo posto. È forse strano che oggi Dio e cristianesimo siano divenuti parole prive di significato, sillabe senza senso, lati vuoti della vita per molti? Quando molte famiglie evitano di proposito una discussione religiosa, non è ragionevole che, come materia scolastica, la religione sia in cattive acque?”

Certo, poiché gli adulti abbandonano la religione, o la seguono solo nominalmente, è inevitabile che i figli ne risentano. Spesso hanno così poco rispetto per la religione formalistica e le sue cerimonie come i loro genitori, se non meno.

Tuttavia, avviene questo perché i giovani non siano affatto interessati alle domande che hanno relazione con l’esistenza di Dio, il significato della vita o ciò che accade dopo la morte? Al contrario, spesso i giovani sono più disposti degli adulti a considerare tali soggetti.

Ma un crescente numero di giovani rifiuta la religione formalistica, di cui non riesce a vedere l’utilità. Anch’essi hanno osservato il cattivo comportamento delle religioni del mondo. Le chiese si immischiano nella politica, sostengono le guerre, sono ipocrite e insegnano dottrine irragionevoli; inoltre i giovani hanno anche visto l’immoralità e il lussuoso tenore di vita di molti ecclesiastici e di altre persone religiose. Tutto questo ha allontanato i giovani dalla religione formalistica.

Un’indagine rivelatrice

A Monaco un giovane scienziato di nome Werner Prawdzik decise di appurare se i giovani si interessavano delle cose che riguardano Dio. Interrogò 800 dei 2.000 ragazzi e ragazze che frequentano il primo anno delle scuole superiori di Monaco.

In seguito ai risultati molti furono portati a rivedere le loro opinioni. Perché? Pensavano che a causa del disinteresse degli adulti per le cose che riguardano Dio, i giovani avrebbero mostrato lo stesso disinteresse. Ma non fu così.

L’indagine mostrò che la maggior parte di questi giovani di Monaco erano immersi in un’atmosfera che ignorava Dio. Per esempio, solo il 16 per cento degli studenti disse che il loro padre prendeva sul serio la religione. Solo il 24 per cento degli studenti riferì che le madri prendevano sul serio la religione. Due terzi degli studenti dissero che i genitori erano così privi di interesse da non preoccuparsi neppure se i figli partecipavano o no alle lezioni di religione.

Fu pure rilevato che l’83 per cento dei padri e il 74 per cento delle madri andavano in chiesa di rado, se non mai. E in questo campo, i figli rispecchiavano le abitudini dei genitori. Ma era da prevedere. Di solito i figli imitano i genitori nel loro formale modo di adorare.

Ma ciò che molti non si aspettavano era un altro aspetto dell’indagine dello scienziato. La pubblicazione “La scuola e noi” espresse la cosa in questo modo:

“Un risultato che nessuno aveva previsto: In questo ambiente apatico sotto il profilo religioso, segnato dall’apostasia rispetto alla devozione familiare, crescono dei giovani che sotto questo aspetto non sono l’immagine dei grandi. I giovani cittadini dichiararono:

“‘Mi pongo spesso il problema dell’esistenza di Dio’ (59 per cento).

“‘Ho pensato spesso al significato della vita’ (64 per cento).

“‘Mi interessa sapere ciò che accade dopo la morte’ (57 per cento)”.

Il resoconto aggiungeva: “Molti giovani che vivono in questo clima antireligioso, i cui genitori sono esattamente l’opposto dei fedeli cristiani, si interessano nondimeno dei grandi problemi religiosi come: da dove veniamo, dove andiamo e qual è il significato della vita”.

Solo un quarto degli studenti disse di considerare il soggetto della religione privo di importanza o impopolare. Un altro sondaggio condotto fra gli studenti della città di Düsseldorf diede quasi gli stessi risultati a tutte le domande.

Naturale curiosità dei giovani

Il Ministero per l’Istruzione e la Cultura della Baviera giunse a questa conclusione: “Calcio, televisione e motociclette: chi pensa che queste siano le cose importanti attorno a cui ruota il mondo dei quindicenni non vede tutto, non guarda abbastanza a fondo. La ricerca compiuta sui ragazzi della città di Monaco non lascia dubbi: i grandi, perenni temi dell’istruzione religiosa come timore, grazia, colpa, speranza, dolore, fiducia, apprezzamento, perdono sono ancora in auge e ricercati”.

È errato pensare che i giovani non vogliano credere in Dio e nelle cose che vi hanno relazione. Il fatto è che sono indotti a non credere da quello che genitori ed ecclesiastici insegnano o non insegnano e dall’esempio che essi danno nella vita di ogni giorno. Per tale ragione il Ministero della Baviera raccomandò ai ‘genitori di porre fine alla loro vigliaccheria di non voler parlare di religione in famiglia’.

È dunque evidente che l’interesse per le cose inerenti a Dio non è morto fra i giovani. È qualcosa che pare innato in loro. Essi hanno una naturale curiosità per la vita e vorrebbero conoscere le risposte alle serie domande riguardo ad essa. Ma quando non ottengono le risposte, o le ottengono nel modo distorto in cui sono spesso presentate dalle religioni contraddittorie di questo mondo, la naturale inclinazione ad adorare il proprio Fattore può essere soffocata. In queste cose la coscienza può divenire insensibile.

Che grave responsabilità hanno i genitori e anche quelli che dovrebbero impartire l’istruzione religiosa! Né i genitori possono cercare di sottrarsi totalmente alla responsabilità scaricandola sugli ecclesiastici. Qualunque cosa faccia il clero, i genitori hanno la principale responsabilità di ammaestrare i figli in merito a Dio. La Parola di Dio, la Sacra Bibbia, dice: “Padri, non inasprite i vostri figli, ma allevateli nell’educazione e nella disciplina del Signore”. — Efes. 6:4, La Bibbia di Gerusalemme.

Tale istruzione doveva includere l’insegnamento delle cose essenziali in merito a Dio, come si vede chiaramente da un simile comando contenuto nella Bibbia in Deuteronomio 6:5-7: “E tu devi amare Geova tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima e con tutta la tua forza vitale. E queste parole che oggi ti comando devono essere nel tuo cuore; e le devi inculcare a tuo figlio e parlarne quando siedi nella tua casa e quando cammini per la strada e quando giaci e quando ti levi”. In questo modo sarà soddisfatta la curiosità naturale dei figli.

Ma le chiese hanno preparato i genitori a impartire questo tipo di insegnamento a casa? No. E questa è una delle principali ragioni della “vigliaccheria” dei genitori, la loro riluttanza a parlare di religione in casa. In genere non piace parlare di cose su cui è evidente la propria incompetenza.

Di chi è la colpa di questa incompetenza? La colpa ricade su due parti. Prima, sui genitori stessi, poiché dovrebbero prefiggersi la meta di sapere da chi possono ricevere tale guida. L’altra parte della colpa ricade sui sistemi ecclesiastici e sul loro clero, che non hanno debitamente ammaestrato genitori, adulti e giovani.

L’insegnamento che dà risultati

Quando si impartisce ai figli il corretto insegnamento intorno a Dio, i risultati sono soddisfacenti, come dice la Parola di Dio. Proverbi 22:6 dichiara: “Addestra il ragazzo secondo la via per lui; pure quando sarà invecchiato non se ne dipartirà”.

Tale addestramento deve cominciare in casa. I genitori devono insegnare ai figli la verità in merito a Dio. E i genitori devono vivere in armonia con i santi princìpi.

Nel primo secolo, i cristiani educavano in questo modo i figli. Non solo i giovani conoscevano la verità in merito a Dio e ai suoi propositi, ma una volta adulti e con una famiglia propria, erano preparati ad ammaestrare a loro volta i propri figli.

L’apostolo Paolo scrisse quanto segue al giovane Timoteo: “Dall’infanzia hai conosciuto gli scritti sacri, che possono renderti saggio per la salvezza per mezzo della fede riguardo a Cristo Gesù. Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile per insegnare, per rimproverare, per correggere, per disciplinare nella giustizia, affinché l’uomo di Dio sia pienamente competente, del tutto preparato per ogni opera buona”. — 2 Tim. 3:15-17.

Nel nostro tempo ci sono genitori in grado di impartire questo tipo di insegnamento e addestramento ai loro figli? Ci sono figli che conoscono “dall’infanzia” gli scritti sacri ispirati da Dio per nostra guida? Sì, ce ne sono oltre due milioni, di tutte le nazionalità, in oltre 200 paesi. Essi partecipano a un regolare programma tenuto per ammaestrare e addestrare gli adulti e i figli in merito a Dio. Tale istruzione è parte integrale del modo di vivere dei testimoni di Geova in ogni parte del mondo.

Oggi i giovani che sono stati educati da genitori timorati di Dio sanno a cosa credono. Possono provare a se stessi con la Bibbia qual è la veduta corretta di Dio e del vivere cristiano. Hanno un fermo fondamento per la vita d’ora e una grande speranza per la vita futura.

Una bambina delle scuole elementari disse di conoscere la verità sulle cose importanti della vita perché, come ella disse: “La mamma me le ha lette da quando ero piccola”. Questa istruzione fu impartita direttamente dalla Bibbia e da pubblicazioni di studio biblico. Ella era come Timoteo, che aveva ‘conosciuto gli scritti sacri dall’infanzia’, conoscenza che lo aveva ben preparato per la vita.

Un’altra bambina fu in grado di parlare alle sue compagne di scuola su argomenti come dove sono i morti, cos’è l’inferno, cosa riserva il futuro, ecc. Quando un’altra bambina chiese come sapeva tutte queste cose, spiegò che i suoi genitori le impartivano istruzione biblica da anni. Avevano anche usato manuali biblici che spiegavano le dottrine della Bibbia, oltre alle sue utili e pratiche norme di vita.

Ella menzionò di aver imparato molte cose dall’eccellente manuale scritto appositamente per i bambini, intitolato “Ascoltate il grande Insegnante!” Esso fa conoscere Dio ai piccoli e dà loro istruzione pratica sulla vita quotidiana.

Apprezzano l’istruzione

Man mano che i giovani crescono, possono ripensare al passato e apprezzare realmente il giusto tipo di addestramento. Comprendono che li ha davvero aiutati a pensare correttamente, a mettere bene in ordine la propria vita per evitare molte trappole in cui possono cadere i giovani.

Una ragazza scrisse quanto segue ai suoi genitori dopo essersi diplomata dalle scuole superiori: “Voglio dirvi quanto vi amo e quanto apprezzo quello che avete fatto per me. È stato solo grazie al vostro aiuto che sono arrivata a questo punto della vita. Ogni volta che ne ho avuto bisogno, mi avete dato ottimi consigli e incoraggiamento, sempre con benignità e amore”.

Questa diplomata aggiunse: “Mi avete dato qualche altra cosa di cui vi sarò grata per sempre. Ammaestrandomi su Geova Dio e sui suoi princìpi biblici, mi avete dato uno scopo nella vita che mi ha resa molto felice. Mi avete dato anche una meravigliosa speranza per il futuro e insegnato a confidare in Geova e nelle sue promesse. Ora, mentre mi sforzo di servirlo più pienamente, spero che sarete felici perché mi avete dato le cose più preziose della vita. Di nuovo tante grazie. Non ci sono parole sufficienti per esprimere quanto vi apprezzo entrambi, ma so che capirete”.

Che eccellente ricompensa ebbero i genitori di quella ragazza per i loro anni di sinceri e amorevoli sforzi! Tale apprezzamento è comune tra i figli di genitori che hanno imparato quali sono le leggi, i princìpi e i propositi di Dio e poi si sono preparati a insegnarli ai loro figli. E questo non significa che i genitori debbano essere perfetti, o intellettuali, o avere rare capacità. Qualsiasi genitore che si interessi sinceramente di ammaestrare i suoi figli può imparare a farlo.

Potete vedere personalmente che questi sistemi funzionano, che sono pratici e danno felici risultati. Visitate la Sala del Regno dei Testimoni di Geova più vicina a voi, o assistete a una delle loro grandi assemblee. Sarete senz’altro colpiti dal gran numero di giovani presenti. No, quei figli non sono perfetti. Ma vogliono sapere cos’è la vita e cosa riserva loro l’avvenire. E lo apprendono. La loro naturale curiosità su queste cose viene appagata.

È vero che non tutti i figli accettano tale istruzione, ma la maggioranza sì. E se siete genitori, potete immaginare la gioia che provano i genitori i cui sforzi sono stati ricompensati. È come dice la Parola di Dio: “Il padre del giusto senza fallo gioirà; chi genera un saggio anche si rallegrerà di lui. Tuo padre e tua madre si rallegreranno, e colei che ti partorì sarà gioiosa”. — Prov. 23:24, 25.

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