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  • g77 8/5 pp. 25-26
  • Un pesce che può vivere fuor d’acqua

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  • Un pesce che può vivere fuor d’acqua
  • Svegliatevi! 1977
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  • Le sue caratteristiche
  • Come fa a respirare fuor d’acqua?
  • Come fa a spostarsi sul terreno?
  • Salgono davvero sugli alberi?
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Svegliatevi! 1977
g77 8/5 pp. 25-26

Un pesce che può vivere fuor d’acqua

“UN PESCE fuor d’acqua”. Con questa frase si esprime chiaramente la sensazione del disagio. La maggioranza non si attende che un pesce sopravviva molto a lungo fuori del suo ambiente, l’acqua. Ma cosa pensereste di un pesce che può respirare per giorni fuori dell’acqua? E che dire se qualcuno dicesse che può muoversi sulla terra e arrampicarsi perfino sugli alberi? Ci credereste?

Nel 1797, un certo tenente Daldorf, che lavorava per la Compagnia Danese delle Indie Orientali, fece conoscere al mondo in generale un pesce del genere. Da Tranquebar, in India, scrisse di un pesce che saliva sulle palme e si nutriva dei loro squisiti succhi. Infatti, narrò di avere trovato tale creatura sulla corteccia di una palma.

Le sue caratteristiche

Scientificamente, questo pesce favoloso si chiama Anabas testudineus, o anàbate. Per questi pesci, la vita comincia quando la femmina depone le uova sulla superficie dell’acqua, dove galleggiano per circa una giornata prima di schiudersi. Infine, i piccoli crescono raggiungendo da adulti la lunghezza di quasi ventitré centimetri.

Essenzialmente di colore grigio-verde e con le pinne brune, l’anabate è un pesce di acqua dolce. Se ne trovano alcune specie in Africa, altre nell’Asia meridionale. Di che cosa si nutre? Soprattutto di insetti, lumache e gamberetti. L’aspetto esteriore dell’anabate non ha nulla di spettacolare. Ma si possono scoprire molte cose da un esame interno.

Come fa a respirare fuor d’acqua?

Per la maggior parte, i pesci respirano assorbendo nel torrente sanguigno i gas presenti nelle acque dove abitano. Tuttavia, sopra le normali cavità branchiali l’anabate ha uno speciale scompartimento che gli permette di respirare anche fuor d’acqua. Questa eccezionale parte superiore della cavità branchiale contiene placche ossee ricoperte di una membrana provvista di una rete di vasi sanguigni. L’aria aspirata dal pesce passa in questa sezione attraverso un’apertura munita di valvola. Una volta usata, viene espulsa attraverso le branchie.

Pur essendo di forma normale, le branchie dell’anabate sono piccole. Quindi per procurarsi abbastanza ossigeno e sopravvivere anche in acqua, il pesce deve ogni tanto venire in superficie a respirare aria. Infatti, se fosse tenuto sott’acqua, questo pesce annegherebbe.

L’anabate è la delizia del pescivendolo. È considerato un alimento gradevole e non è difficile mantenerlo fresco. Infatti, l’anabate vive facilmente uno o due giorni in un contenitore umido! Ma è meglio tenerci il coperchio sopra. Altrimenti, è possibile che la merce esca e se ne vada!

Come fa a spostarsi sul terreno?

L’anabate lascerà un laghetto che si sta seccando, spostandosi sul terreno, apparentemente in cerca di un altro specchio d’acqua. Durante il cammino si nutrirà di lombrichi. Sul suolo questo pesce non è veloce. Ma non va neppure piano. L’anabate percorre oltre novanta metri in circa mezz’ora. Ma come fa a muoversi?

Questo insolito pesce ha le branchie protette da opercoli muniti di spine rivolte all’indietro. Questi opercoli — uno per ciascun lato della testa — vengono protesi e affondati alternativamente nella terra. Così il pesce può rimanere eretto mentre si sposta in avanti, oscillando da una parte all’altra. Con un forte colpo di coda, l’anabate fa senz’altro della strada. Questo modo di muoversi può essere un po’ goffo, ma è efficiente.

Salgono davvero sugli alberi?

Non c’è dubbio che questi pesci straordinari possono salire su un tronco d’albero un po’ inclinato. Si dice tuttavia che esemplari di questi pesci siano saliti su alberi diritti fino a un’altezza di un metro e mezzo o due metri. Possono davvero arrivare a tale altezza?

Nel 1927, l’ittiologo indiano dott. B. K. Das scoprì che almeno alcuni di questi pesci avevano ricevuto un po’ d’aiuto per salire sugli alberi. Mentre i pesci si muovevano sulla terraferma, nibbi e corvi erano piombati su alcuni di loro catturandoli. Questi uccelli depositarono i pesci in vari luoghi, lasciandone alcuni sugli alberi.

Ciò nondimeno, si afferma che questo pesce straordinario salga sulle mangrovie in cerca di insetti gustosi. Inoltre, i Malesi lo chiamano undi-colli, cioè “il pesce che si arrampica sugli alberi di borasso”. Secondo alcuni, si arrampica sulle palme da cocco per sorseggiarne il latte. “Si trovò un anabate su una palma a 2 metri d’altezza”, riferì Frank W. Lane, “e un funzionario dei Vivai di Madras addestrò una volta alcuni di questi pesci ad arrampicarsi su un telo messo in posizione quasi verticale nell’acqua dell’acquario in cui vivevano”.

Sebbene capiti piuttosto di rado che l’anabate si arrampichi sui tronchi degli alberi, questa creatura acquatica ha ancora fama d’essere un pesce che può vivere fuor d’acqua.

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