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  • Il dilemma di chi non è sposato
  • Svegliatevi! 1977
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Svegliatevi! 1977
g77 22/6 pp. 5-8

Il dilemma di chi non è sposato

SINCERA, sola, cerca uomo affettuoso, intenzionato matrimonio, buon carattere, lavoratore, 27-40enne, inviare foto. Tel. 312456

Pochi hanno pubblicato un annuncio simile, tuttavia molti capiranno il penoso dilemma che nasconde. In modi più sottili, anch’essi hanno fatto “pubblicità”, riscontrando che trovare un coniuge nel mondo d’oggi è spesso una cosa deludente e complicata.

Elaine, una donna sola sui trent’anni, spiega fino a che punto era disperata: “Non c’era nessuno a cui potessi veramente parlare. Smisi di mangiare e piangevo senza motivo. Non potevo confidarmi con nessuno perché avevo sentimenti così intensi che mi vergognavo. . . . Credo che non mi si consideri più matrimoniabile”. — Post di New York.

Benché preoccupati, le migliaia di uomini e donne che sono nella situazione di Elaine di solito non hanno studiato il perché delle loro circostanze. Spesso non sono a conoscenza degli studi sociologici i quali additano che è sempre più difficile trovare un buon coniuge. Non sanno che in base a queste ricerche la colpa è data a fattori come massicci spostamenti dalle campagne alle città e alla conseguente “rivoluzione morale” che ha messo in dubbio quasi ogni aspetto della relazione uomo-donna.

Tuttavia, la maggioranza si rende conto che il completo fallimento del matrimonio, cortesemente detto “divorzio”, è un fenomeno in rapido aumento. Sanno che oggigiorno molti passano crudelmente e bruscamente da un amore all’altro. Si rendono conto della marea di contrastanti consigli che ricevono e delle vedute drasticamente diverse che i loro amici non sposati assumono nella ricerca di un compagno. Avvertono la confusione.

C’è una via d’uscita da tutto questo? La scelta del coniuge è una faccenda di natura strettamente personale, ma vi sono norme o princìpi che giovani e meno giovani possono seguire? Ci sono specifiche trappole da evitare?

I ‘miti sul matrimonio’

Naturalmente, le circostanze e le necessità di una vedova coi figli piccoli, di un uomo divorziato avanti con gli anni o di un adulto ancora giovane differiscono notevolmente. Tuttavia persone non sposate di ogni età si trovano in un dilemma che è reso molto più difficile da certi popolari “miti” sul matrimonio. Valutando la consistenza di alcuni di questi miti si dovrebbe essere aiutati a eliminare in parte la confusione.

Un mito comune è che, siccome gli ‘opposti si attirano’, qualcuno molto diverso da voi renderà il matrimonio più interessante. Naturalmente, la persona di ambiente, religione e nazionalità diversa suscita molta curiosità. Nondimeno, gli studi scientifici fatti finora indicano in modo schiacciante che tali unioni hanno una percentuale più elevata di divorzi. Per esempio, il dott. Dominian fa notare nel libro Marital Breakdown: “La conclusione di tutti i principali studi sembra indicare che i matrimoni misti [fra persone di religione diversa] . . . presentano un rischio più elevato di fallimento”.

È difficile crederlo? In realtà, non vi dice il buon senso che i vostri amici sono quelli con cui avete in comune gli interessi? Come vi troverete con qualcuno che tira continuamente dall’altra parte o che detesta le cose che piacciono a voi? In Genesi capitolo due, la Bibbia fa riferimento alla creazione della donna perché fosse un “aiuto” per l’uomo. Per andare felicemente d’accordo, voi e il vostro aiuto non dovete avere interessi, mete e norme morali simili?

In effetti, più una coppia è d’accordo su quelli che ritiene gli aspetti più importanti della vita, più facile sarà la sua vita quotidiana. Ciò che è diverso può essere eccitante all’inizio ma in breve tempo può divenire causa di tensione.

In quanto agli altri miti sul matrimonio, senza dubbio il maggior numero riguarda l’infatuazione. L’infatuazione è stata definita “stolta ammirazione”, l’idealizzazione di qualcuno che in realtà non si conosce. Il mito dell’‘unico amore’ e il mito dell’‘amore a prima vista’ sono entrambi segni di infatuazione.

Quando si è alla ricerca di un coniuge tipo sig. Giusto o sig.na Perfetta, ci si aspetta di veder comparire all’improvviso il coniuge fatto su misura. Ovviamente, all’inizio si è attratti per natura più da alcuni che da altri: il loro aspetto, i loro modi, il proprio stato d’animo in quel momento sono tutte cose che vi influiscono. Una cosa molto pericolosa è attribuire alla persona le magiche qualità di Principe Azzurro, cominciando a desiderarla, sperando poi di ‘vivere per sempre felici e contenti’.

Ma, direte, sebbene dapprincipio possa essere così, nel corso del fidanzamento la persona infatuata finirà senz’altro per capire veramente come stanno le cose. Purtroppo non sempre questo accade. L’infatuazione può durare fino al matrimonio. Come mai? Quando una relazione è emotivamente così “carica” sin dall’inizio, spesso porta a una relazione costruita su un piano soprattutto fisico. Molte volte le persone infatuate cercano di passar sopra alle divergenze con effusioni appassionate. Il disastroso risultato è che due persone si avvicinano al legame più intimo della vita quando sono praticamente estranee.

“L’idea che in qualche parte dell’universo ci sia ‘l’unico e il solo’ che vada bene per ciascuno affonda le sue radici nella fantasia e nella tradizione”, dice il libro Making the Most of Marriage. E continua: “Un’idea più pratica è che chi sa adattarsi può sposare una qualsiasi di varie persone ed essere felice, mentre la persona infelice e poco adattabile non può sposare con successo alcuno”. Che sia così pare confermato da quei vedovi e da quelle vedove che in seguito si sono risposati e sono stati felici.

Chi non si sposa è “anormale”?

Purtroppo, alcuni miti sul matrimonio mettono a dura prova chi non è sposato. Due di questi miti, spesso menzionati da parenti e amici, sono che ‘c’è qualcosa che non va in chi non si sposa’ e che ‘qualcuno è meglio di nessuno’. In base a tali affermazioni ci sarebbe qualcosa di male nel rimanere soli. La persona viene indotta a sentirsi “anormale” o, forse, a ritenere addirittura d’essere un omosessuale latente.

Una cosa è avere bisogno di sposarsi, ma non sposarsi perché si teme il matrimonio. Una cosa completamente diversa è riconoscere di non avere bisogno di sposarsi. L’educatore dott. Henry Bowman dice: “Chi pensa che non sposandosi avrà più felicità nella vita, deve senz’altro rimanere solo. . . . Vi sono persone non sposate contente, vi sono ‘vecchie zitelle’ e ‘vecchi scapoli’ sposati”.

Sì, anziché farsi “trascinare” dalla paura in un matrimonio indesiderato, è meglio riconoscere ciò che disse delle persone il saggio insegnante, Gesù Cristo. Egli disse che alcuni hanno il “dono” o la capacità d’essere felici rimanendo celibi e incoraggiò i cristiani che avevano questo “dono” a mantenerlo e usarlo nel servizio di Dio. — Matt. 19:10-12.

Il mito è un frutto della fantasia, una popolare bugia. E senz’altro possiamo capire che, seguendo uno qualsiasi dei miti che abbiamo trattati, chi considera l’alternativa matrimonio–celibato non fa altro che accrescere la sua confusione. Tuttavia, molti giovani moderni ci diranno che non c’è nulla da temere da alcun frutto della fantasia. Date libero sfogo alle emozioni, dicono. Non vi preoccupate di fare uno sbaglio. Piuttosto, vivete insieme per un po’ e poi, se siete ancora innamorati, sposatevi. Il “matrimonio per prova” è la via d’uscita dal dilemma o è solo un altro mito?

“Matrimonio per prova”: Soluzione soddisfacente?

Certo, non c’è nulla di nuovo nell’idea che due persone vivano insieme senza essersi prima sposate. La novità è il numero di coloro che lo fanno alla luce del sole. Negli Stati Uniti, un rapporto governativo indicava che dal 1960 al 1970 le coppie di persone non sposate erano aumentate del 700 per cento. Resoconti più recenti indicano che l’aumento è stato anche superiore.

Oltre all’ovvio conflitto che ciò presenta alla coscienza cristiana, sorge la domanda: Queste coppie beneficiano del “matrimonio”? La coabitazione le fa uscire dalla confusione e le porta a una relazione significativa e duratura?

Il fatto è che, sebbene alcune coppie di persone non sposate vivano insieme per tutta la vita, in genere questi legami durano poco. Il frutto è amaro e spesso emotivamente disastroso come il divorzio. Perché?

Riflettete onestamente per un momento. Che relazione è quella che stima la ‘libertà di andarsene’ più importante di un vero impegno reciproco? Sebbene i due affermino che non si limitano egoisticamente a ‘pretendere’ il piacere ma che lo ‘condividono’, è ragionevole dare qualcosa di così prezioso e intimo senza un impegno?

Una definizione di “prova” è “esperimento”. Ci si può permettere un matrimonio sperimentale? Dopo tutto, non parliamo di condividere un capo di vestiario. Se questo si strappa o si getta via, basta uscire e comprare un altro vestito. Ma la ‘cicatrice’ lasciata da una relazione intima infranta durerà a lungo; ha portato alcuni al suicidio.

Anche nei casi in cui i due si interessano sinceramente l’uno dell’altro, la coppia va incontro a un problema sconvolgente: l’incertezza. Infatti, due che convivevano risposero al parente che chiedeva loro perché ora si sposavano: “Perché lo desideriamo, desideriamo sentirci impegnati”.

Tuttavia, che dire dell’argomento secondo cui ‘finché non si è provato, non si sa veramente con certezza cosa significa essere sposati con una determinata persona’? Uno scrittore fece questa saggia osservazione riguardo alle coppie di persone non sposate: “Da celibi non si può provare come si starebbe da sposati. Coloro che cercano di fare una prova, anche se sembra riuscita, non dimostrano di poter vivere insieme felici da sposati”. E chi ha avuto da non sposato relazioni intime con parecchie persone non ha acquistato chissà quale grande esperienza per quando stringe una nuova relazione. Per il poco che ha imparato, il prezzo che paga sul piano sentimentale lo lascia di solito meno preparato ad affrontare problemi, meno pronto a prodigarsi e meno disposto a fidarsi.

Naturalmente, l’antica virtù della “padronanza di sé” non è popolare al giorno d’oggi. È considerata repressiva, inibitrice, nociva alla personalità. Tuttavia rispondendo alla domanda: “È pericoloso tenere a freno il sesso?” il libro Marriage for Moderns dichiara: “Esercitando un freno sul sesso prima del matrimonio si corrono meno rischi fisiologici, psicologici e sociali che non appagandolo”.

Pertanto il “matrimonio per prova”, come gli altri miti sul matrimonio, è un fondamento pericoloso e vacillante su cui cercare di costruire. A questo punto qualcuno potrebbe dire: “Questo mi aiuta a conoscere alcune vedute da evitare, ma rimane qualche princìpio ‘positivo’? Come posso sapere se sono pronto per il matrimonio? Come posso fare una scelta saggia del coniuge?”

Non esistono risposte semplici a queste domande difficili. Tuttavia, ci sono norme fidate per il bene di coloro che hanno il buon senso di pensare prima di fare il passo. Esaminiamole nel seguente articolo.

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