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  • Come ho salvato la mia casa

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  • Come ho salvato la mia casa
  • Svegliatevi! 1977
  • Sottotitoli
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  • Muri di protezione di vari tipi
  • Progetto diverso
  • La costruzione del mio “salvacasa”
  • Dura prova
  • Com’è fatta una spiaggia?
    Svegliatevi! 1972
  • La meraviglia della sabbia
    Svegliatevi! 2003
  • Sabbia
    Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
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    Ausiliario per capire la Bibbia
Altro
Svegliatevi! 1977
g77 22/7 pp. 24-26

Come ho salvato la mia casa

‘PERCHÉ comprare una casa che, come tutti sanno, è condannata?’ Così sembra che la pensassero i miei vicini. E immagino che la trovassero una cosa strana, dato che la casa è appollaiata su un promontorio a picco sul lago Michigan.

Da alcuni anni il livello delle acque del lago Michigan, come quello degli altri Grandi Laghi, è in aumento. L’erosione prodotta dall’acqua ha così “minato” le fondamenta di varie case, che sono scivolate giù lungo l’argine e sono andate distrutte. La mia nuova casa era considerata una delle prime destinata a fare tale fine.

Cosa fa qui la maggior parte di coloro che possiedono una casa per cercar di arrestare l’erosione? Intraprendono una ‘guerra con le onde’, che spesso è molto deludente e costosa. Di solito si costruisce un muro di protezione, proprio ai bordi dell’acqua o nell’acqua a qualche metro dalla riva. Alcuni miei vicini hanno speso migliaia di dollari per costruirli, solo per vederli demolire dalle onde.

Muri di protezione di vari tipi

Avevo studiato i vari tipi di muri di protezione. Di solito sono fatti di legno, lastre d’acciaio o cemento armato. Scoprii ben presto che ognuno aveva i suoi svantaggi. Un muro di legno costa di meno ed è di facile installazione, ma dovrà infine essere sostituito, poiché non è in grado di resistere alle violente tempeste frequenti nei Grandi Laghi.

Per posare le lastre d’acciaio ci vuole una gru per sollevare in loco la lastra e spingerla nella sabbia. A volte, se non si possono portare giù le attrezzature lungo l’argine fino al punto desiderato, è necessario trasportarvele su una chiatta. Potete immaginare il costo di tutto questo!

Il terzo tipo, un solido muro di cemento armato, sembra il meno conveniente. Questi vengono distrutti dalle onde più in fretta che non le barriere di legno o d’acciaio, evidentemente perché il cemento non ha elasticità. Mi resi subito conto dell’enorme forza che una “semplice” onda può esercitare!

Progetto diverso

Perché le onde depositano sabbia su una riva, allargando effettivamente la spiaggia, mentre la sottraggono a un’altra? Ovviamente dipende da molti fattori. Ma studiando le onde cominciai a ideare il progetto che infine realizzai.

Osservando le onde che risalgono una spiaggia in leggera pendenza, vedete che parte dell’acqua si infiltra nella sabbia, riducendo la quantità d’acqua che torna indietro sulla superficie della spiaggia. E così ogni onda deposita un po’ di sabbia, allargando la riva. Si poteva costruire una barriera che imitasse la creazione di Dio, una spiaggia naturale? Ragionai che un muro su cui le onde avessero potuto salire e che avesse rallentato il ritorno dell’acqua in effetti avrebbe contribuito a formare una spiaggia.

Inoltre, stando sui bordi del lago Michigan, si può sentir “vibrare” il suolo, perché le onde lo investono con gran forza. Non possiamo arrestare bruscamente tale forza, pensai. Così finii per concludere che il difetto della maggior parte dei muri di protezione era il loro angolo rispetto alle onde in arrivo. In genere sono verticali. Così l’onda deve fermarsi di colpo. È la solita storia della forza irresistibile che ben presto indebolisce l’oggetto non così inamovibile!

Forse pensate che la soluzione sia quella di costruire un muro così robusto che non abbia punti deboli. Ma un muro verticale presenta un altro problema fondamentale.

Dietro il muro si accumula la sabbia via via che le onde lo scavalcano, portando sabbia con sé. E mentre le onde investono il fronte del muro, dietro di esso il suolo vibra assestandosi. Questo suolo diverrà sempre più compatto, facendo piegare il muro verso il lago.

Quando il muro di protezione comincia a piegarsi in avanti ci sono seri guai in vista. Il diverso angolo accresce la turbolenza delle onde in arrivo, che rapidamente asportano la sabbia davanti al muro, dalla parte del lago. Così, la pressione dietro il muro aumenta sempre più mentre sul davanti c’è sempre meno rinforzo. Ben presto il muro di protezione precipita nella fossa che le onde hanno scavato davanti ad esso.

Poiché un muro verticale presenta tutti questi svantaggi, e in seguito alle mie osservazioni su una spiaggia naturale, conclusi che qualunque tipo di muro costruissi, doveva pendere “all’indietro”, verso l’argine. Le onde si sarebbero arrestate gradualmente. Ghiaccio e detriti potevano salire sulla costruzione invece di investirla.

Ma come si poteva costruire una barriera economica inclinata verso l’argine e che consentisse anche alle onde di salirvi?

La costruzione del mio “salvacasa”

Decisi infine di costruire un muro di protezione con pannelli o lastroni di cemento separati. Se i pannelli sono liberi, ciascuno può muoversi o cedere un po’ senza sottoporre gli altri a sforzo. Naturalmente, la grandezza di tali pannelli dipende dalle necessità, ma costruii delle forme per gettare pannelli dello spessore di circa venticinque centimetri, larghi quarantacinque centimetri e lunghi due metri e mezzo. Rinforzai ciascun pannello con tre verghe d’acciaio per tutta la lunghezza.

Poi usai una pompa centrifuga di grossa portata (circa 380 litri al minuto) per praticare nella sabbia un foro abbastanza grande in cui alloggiare un pannello. Furono affondati profondamente nella sabbia così che restasse fuori solo mezzo metro di cemento. Ciascun pannello fu inclinato verso riva a un angolo di circa trentacinque gradi rispetto alla verticale.

Ora si doveva mettere immediatamente qualcosa dietro questi pannelli, dalla parte della riva. Doveva essere abbastanza pesante da resistere al continuo lambire dell’acqua pur lasciandola infiltrare. Riscontrai che la pietra granitica è la migliore a motivo del notevole peso in rapporto alle dimensioni. Così tolsi la sabbia per una profondità di circa un metro rispetto alla cima dei pannelli di cemento e vi lasciai cadere dei sassi.

Come si vede dal diagramma, si tratta di mettere sassi piccoli in fondo e via via più grossi verso la cima dei pannelli. Le pietre pesanti che sono in cima non sono spostate dalle acque di tempesta, e quelle più piccole che stanno sotto impediscono agli spruzzi e alle forti piogge di trascinar via la terra attraverso i sassi. È anche opportuno mettere uno strato di ghiaia sopra la sabbia dell’argine esistente.

Dura prova

Non molto tempo dopo che avevo terminato la costruzione si levò nei Grandi Laghi una violenta tempesta. Infatti, questa tempesta fece affondare nei Laghi una delle navi più grandi, la Edmund Fitzgerald, di 222 metri. Durante tutta la tempesta mi chiesi se la mia barriera avrebbe tenuto. Ebbi poi il piacere di notare che il muro non aveva riportato seri danni in tutta la sua lunghezza.

Oggi il muro di protezione è lungo circa quarantacinque metri e finora è stato efficiente. Ho riscontrato che in questo modo la spiaggia si allarga, come speravo. È evidente che questo tipo di muro dà risultati particolarmente buoni se le onde si frangono ‘direttamente’ sulla riva.

Se a lungo andare ci saranno problemi è troppo presto per dirlo, essendo passati solo due anni. Ma la nostra “diga” si è dimostrata resistente e ora la mia famiglia si sente al sicuro. Non abitiamo più in una casa condannata! — Da un collaboratore.

[Diagramma a pagina 25]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

PANNELLI DI CEMENTO ARMATO PREFABBRICATI

Fondo del lago

cm. 45

Ghiaia

Pietre granitiche di grandezza decrescente fino a sassi di 1/2 centimetro

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