BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • g78 22/1 pp. 21-23
  • Una città su palafitte

Nessun video disponibile.

Siamo spiacenti, c’è stato un errore nel caricamento del video.

  • Una città su palafitte
  • Svegliatevi! 1978
  • Vedi anche
  • Soffrite di emorroidi?
    Svegliatevi! 1975
  • Emorroidi
    Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
  • Emorroidi
    Ausiliario per capire la Bibbia
  • Ho predicato la buona notizia in luoghi lontani
    Svegliatevi! 2008
Altro
Svegliatevi! 1978
g78 22/1 pp. 21-23

Una città su palafitte

Dal corrispondente di “Svegliatevi!” nei Paesi Bassi

“NONNO! La terra trema! È il terremoto?” Il nonno sorride e dice al nipote adolescente che sta trascorrendo le vacanze ad Amsterdam: “No, Frank, non è il terremoto. Il camion che è appena passato ha fatto tremare il suolo. In questa città il terreno è così poco stabile che se si esercita una pressione improvvisa tutta la zona intorno trema”.

Frank tira un sospiro di sollievo: “Non avevo mai provato qualcosa del genere. Mi sono proprio spaventato”.

“Anche le autorità cittadine hanno motivo di preoccuparsi, Frank. L’intenso traffico che si snoda attraverso la città vecchia provoca scosse. Questo danneggia notevolmente le costruzioni vecchie di secoli che non furono certo fatte in previsione di una cosa del genere”.

Dopo un breve tratto di cammino, Frank chiede: “Una cosa che non riesco a capire è questa: Come fanno quelle vecchie case a rimanere in piedi quando il terreno è così fangoso e molle?”

“Palafitte, Frank”.

“Palafitte?”

“Be’, ammetto che un esperto di edilizia non userebbe questa parola. Ti piacerebbe sapere qualcosa su questo metodo di costruzione?”

“Certo, nonno”.

“Sediamoci su questa panchina. Ora, supponi che non ci siano né case né edifici con appartamenti, né torri, né strade, né ponti, niente. Che cosa vedi?”

Frank chiude gli occhi e cerca di immaginare che non vi sia nulla. “Be’, . . . non vedo nulla”.

“Esatto. E fu così che tutto cominciò, in una zona paludosa alla foce di un fiume. Col tempo vi si stabilì un gruppetto di persone, qualche contadino e uno o due mercanti. Per proteggersi dall’alta marea, costruirono una diga alla foce del fiume Amestelle. Le case costruite in quella zona, Frank, non somigliavano per nulla a quelle d’oggi. La gente si accontentava di molto poco. Le pareti di legno erano erette su semplici fondamenta di canne e ramoscelli. Sopra le pareti era poggiato un tetto di canne, reso incombustibile da uno strato di fango argilloso. Queste case primitive pesavano pochissimo. Quando una casa prendeva fuoco, la gente della casa accanto smontava in fretta la propria abitazione e si trasferiva in un punto più sicuro.

“L’onnipresente pericolo del fuoco spinse col tempo a costruire abitazioni più solide. Nel quindicesimo secolo, due grandi incendi devastarono la vecchia ‘Amestelledamme’. Quello del 1452 distrusse più di metà delle centinaia di case allora esistenti. In seguito le autorità proibirono le pareti di legno e richiesero che le case avessero pareti di mattoni. Questo creò un nuovo problema ai cittadini. Frank, suppongo tu abbia già capito qual era il problema”.

“Immagino che le vecchie fondamenta di canne e rami non potessero sostenere le pareti di mattoni”.

“Esatto! Ci volevano fondamenta più solide. Il primo passo fu quello di conficcare nel terreno bagnato pali di legno o palafitte. Dapprima erano pali corti, lunghi solo un metro o un metro e mezzo. Quando si cominciò a costruire case più grandi, vennero impiegati pali di oltre sette metri.

“Ma le case della vecchia Amsterdam erano ancora molto primitive. Parecchie case avevano un solo gabinetto, in comune. I contratti di vendita contenevano clausole che stabilivano a chi spettava vuotare i recipienti dei gabinetti e attraverso quali abitazioni si doveva passare per portar fuori i rifiuti. Solo nel 1528 gli amministratori cittadini decretarono che non si poteva costruire nessuna casa sprovvista di servizi igienici indipendenti. Infine la città crebbe divenendo un importante porto per navi mercantili, e la domanda di edifici più solidi aumentò. Ai primi del diciassettesimo secolo, fu scoperto a circa undici metri sotto il fango della città uno spesso strato di sabbia compatta. Da quel momento in poi le autorità cittadine richiesero che le palafitte raggiungessero lo strato di duro sottosuolo”.

“È molto interessante, nonno”, osserva Frank, “ma come facevano a conficcare nel suolo quei lunghi pali?”

“Per molto tempo i pali furono conficcati a mano. Prima si usava un semplice maglio. In seguito, i pali vennero conficcati con un maglio più pesante munito di manici da ambo le parti e alzato e abbassato da due uomini. Ancor più tardi, i magli vennero sollevati e abbassati fra due pali di guida. Questo maglio veniva sollevato con una corda che scorreva su una ruota. Ci volevano molti uomini robusti per alzare e abbassare il maglio”.

“Come potevano tanti uomini tirare la corda senza cadere l’uno addosso all’altro?”

“Questa è una domanda interessante! Quei primi abitanti di Amsterdam trovarono la soluzione. Legarono alla corda principale molte corde più sottili, di modo che ognuno poteva tirare la sua corda. Naturalmente, era un lavoro monotono. Per rompere la monotonia, al ritmo del martello si cantavano speciali canti. Il caposquadra cantava le parole e gli uomini davano il ritmo. Per accelerare il ritmo e il canto, erano servite bevande forti. Ma per questo spesso la situazione degenerava in risse, provocando anche infrazioni al regolamento edilizio.

“Per centinaia d’anni si usarono solo palafitte di legno. Poiché ciascuna di esse può reggere un carico da otto a dodici tonnellate soltanto, ce ne volevano molte sotto un edificio di considerevoli dimensioni. Rammenti di aver visto l’altro giorno la Reggia? Ebbene, ha un fondamento di 13.659 pali”.

“Ma, nonno, non marciscono mai quelle palafitte di legno? Non si devono sostituire con pali nuovi?”

“Sembrerebbe di sì, Frank, ma quando la cima dei pali è spinta sotto il livello dell’acqua, essi durano centinaia d’anni”.

“Si usano ancora pali di legno?”

“Ogni tanto per le costruzioni minori. Ma di solito si impiegano pali di cemento armato. La cima non si deve spingere al di sotto del livello dell’acqua e possono sopportare un carico molto più pesante di quelli di legno. Ora voglio rispondere alla tua domanda circa la sostituzione dei pali difettosi. Per sostituirli si usano pali formati di sezioni lunghe poco più di un metro. Queste sezioni sono cave all’interno e sono fatte in modo da potersi incastrare l’una nell’altra, formando una colonna completa. Esse vengono infisse nel suolo con la forza idraulica. Quando una sezione viene spinta nel suolo, il terreno viene rimosso attraverso l’interno cavo. Una volta interrata una sezione, le altre vengono spinte, una per volta, nel suolo fino a raggiungere lo strato di sottosuolo duro. Dopo di che la parte centrale cava è riempita di cemento; in tal modo il palo a sezioni diventa più resistente e si costituisce un’ampia base per dargli una buona portanza. Questo metodo viene impiegato anche nei pressi di edifici che altrimenti sarebbero danneggiati dai metodi convenzionali o nelle vicinanze di ospedali e uffici dove il rumore prodotto dal battipalo darebbe fastidio”.

“Grazie, nonno, d’avermi raccontato tutto questo. Quando tornerò a casa avrò molte cose da raccontare a tutti gli amici sulla mia vacanza nei Paesi Bassi”.

    Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
    Disconnetti
    Accedi
    • Italiano
    • Condividi
    • Impostazioni
    • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
    • Condizioni d’uso
    • Informativa sulla privacy
    • Impostazioni privacy
    • JW.ORG
    • Accedi
    Condividi