La mia carriera di ballerino
TANGO, cha cha cha, samba, rumba e altri ritmi esotici mi avevano colpito sin dalla tenera età. Suscitavano in me l’irresistibile desiderio di alzarmi e mettermi a ballare. Poco dopo essermi trasferito in Canada dall’Olanda, a 18 anni, mi dedicai al ballo con l’intento di farne la mia professione.
Agli inizi della carriera conobbi una ballerina che divenne la mia compagna. Lasciai il lavoro secolare, e per circa un anno prendemmo lezioni e ci esercitammo. Poiché il nostro desiderio era di eccellere nel campo, ci rendemmo conto di dover andare a Londra, in Inghilterra, poiché lì venivano addestrati i migliori ballerini.
Ero ossessionato dall’idea di diventare il campione canadese di ballo in coppia. Non mi ci volle molto per scoprire che non ero l’unico ad avere questa ambizione. A Londra incontrai coppie di tutto il mondo, ognuna delle quali si esercitava faticosamente per diventare la migliore nel proprio paese.
Fummo fortunati ad avere per maestri i campioni del mondo dell’epoca, oltre a molti ex campioni del mondo. Spesso ballavamo sette giorni la settimana, da cinque a otto ore al giorno. Per sviluppare e mantenere la forza fisica, la resistenza e l’agilità necessarie, seguivamo una dieta rigorosa e un rigido programma di esercizi.
Poiché eravamo sotto pressione, la mia compagna e io litigavamo spesso durante gli esercizi attribuendoci reciprocamente la colpa degli sbagli. Ci insultavamo e imprecavamo l’uno contro l’altro. Ero stato una persona piuttosto mite, ma la mia personalità cambiò completamente. Quando perdevo la calma picchiavo la mia compagna, e la trascinavo anche per terra tirandola per i capelli.
Il nostro intenso addestramento durò circa quattro anni. Tornammo dall’Inghilterra nel 1965 quando eravamo diventati abbastanza bravi da essere fra i migliori ballerini del Canada. Vincemmo il campionato canadese di quello stesso anno. Ma non ero ancora soddisfatto.
Tornammo in Inghilterra per sei mesi a perfezionarci ulteriormente. Infine vincemmo tre volte il campionato canadese di ballo in coppia e di balli latino-americani. Partecipammo a gare anche negli Stati Uniti, vincendo ogni volta. Battemmo coppie che in precedenza avevano vinto cinque volte i campionati nordamericani. Dopo aver vinto circa 150 coppe e medaglie, e dimostrato d’essere uno dei migliori ballerini d’America nel ballo in coppia, non ero ancora né soddisfatto né felice.
Avevo i nervi a pezzi a causa della tensione, e il mio carattere era ulteriormente peggiorato. Non andavo d’accordo con la mia compagna. La sola ragione per cui stemmo insieme sette anni era che non avevamo altra scelta, se volevamo ottenere la notorietà e la gloria. Decisi che era tempo di darmi da fare e cominciare a goderne i frutti.
Un’altra compagna
Fui assunto per dare lezioni in una delle principali scuole di ballo del Canada, dove venivano addestrati i maestri di ballo. Fu lì che conobbi la mia futura moglie. Essendo una principiante, non le era permesso assistere alle mie lezioni. Ogni tanto, però, trovavo l’occasione di parlarle. Ci innamorammo e, nel 1968 quattro mesi dopo esserci conosciuti, ci sposammo.
A quel tempo, intendevo continuare a ballare con la mia compagna. Tuttavia, mia moglie disse chiaramente che intendeva diventare una ballerina anche lei. Questa era una cosa a cui non avevo pensato. Significò ricominciare tutto da capo, perché se l’uomo è già addestrato, anche una ragazza dotata ha bisogno di circa due anni per raggiungere il livello di lui. Ma mia moglie poteva diventare una campionessa di ballo?
Dopo averle insegnato io stesso gli elementi fondamentali del ballo andammo a Londra, in Inghilterra. Lì la mia opinione fu confermata dai migliori ballerini del mondo; essa aveva la capacità, la forza e il talento. Predissero che sarebbe diventata anche migliore della mia precedente compagna. Per due anni sgobbammo. E la loro predizione si avverò!
Non vedevo l’ora di partecipare alle gare con lei. Era tutto a nostro favore. Mi ero fatto già un nome con le mie precedenti vittorie. Eravamo pronti per cominciare, o almeno così pensavo. Ma poi essa disse che non desiderava affatto partecipare alle gare.
La cosa mi sembrò strana, sapendo quanto amava il ballo. “Perché?” chiesi, “perché?” Per rispondere a questa domanda, bisogna tornare al tempo in cui ci eravamo conosciuti.
Questione di religione
Il nome “testimoni di Geova” era stato menzionato una volta nei primissimi tempi del nostro fidanzamento. In quell’occasione la mia futura moglie aveva detto di non potermi incontrare perché doveva fare uno studio biblico. Era la prima volta che sentivo parlare di questo gruppo religioso. Tuttavia, me ne dimenticai subito.
Passarono due anni, e un giorno mia moglie mi disse che avrebbe ricominciato a studiare la Bibbia con i testimoni di Geova. Non diedi peso alla cosa, perché pensai che si trattasse di un capriccio passeggero. E poi ero stato cattolico romano per tutta la vita, e questo non mi aveva mai impedito di ballare.
Tuttavia, subito dopo che mia moglie ebbe ricominciato a studiare vidi dei cambiamenti. A quell’epoca erano di moda le minigonne, e a me piacevano. Mia moglie le aveva sempre portate, ma, tutt’a un tratto, le sue gonne e i suoi vestiti si allungarono fino al ginocchio. Come mi sentivo imbarazzato stando con lei davanti alle classi formate da un minimo di 30 a un massimo di 90 studenti! Ma cedetti. Tuttavia, essa dovette promettermi di non dire a nessuno perché aveva cambiato il suo modo di vestire.
In seguito mi metteva in imbarazzo in pubblico non alzandosi in piedi per l’inno nazionale, e non partecipava né alle feste di Natale né a quelle di Capodanno. A quell’epoca le spiegazioni che mi dava per giustificare le sue azioni non mi soddisfacevano. Cominciavo a esserne un po’ seccato. Pensavo che quei Testimoni dovevano proprio essere matti. Tuttavia, non ero troppo allarmato. Mia moglie insegnava e ballava ancora come sempre.
Tentai a poco a poco di scoraggiarla con la sottile persuasione. Disposi anche che tornassimo in Inghilterra per impegnarla ancora di più nel ballo, ma fu inutile. C’erano Testimoni anche in Inghilterra. Poi volle del tempo libero per assistere alle adunanze. Non una volta la settimana. Oh, no, tre volte! Questo significava perdere ore di insegnamento, denaro. Era un po’ troppo.
La sottile persuasione non servì. Così provai altre tattiche, ma pareva che tutto fallisse. In effetti, più tentavo di convincerla ad abbandonare quella “stupida religione”, come io la chiamavo, più pareva decisa. In un certo senso ammiravo la sua risolutezza, la dedizione a ciò che credeva essere la verità. Tuttavia, non potevo essere d’accordo. Poi ci fu la goccia che fece traboccare il vaso: niente gare.a
A questo punto avevo dedicato al ballo 13 anni della mia vita. Avevo fatto molta strada con il sudore e il duro lavoro, e stavo appena cominciando a raccoglierne i frutti. E anche mia moglie aveva lavorato duramente. Non riuscivo a capire. Aveva ballato praticamente giorno e notte per più di due anni per diventare una campionessa. Adesso che aveva raggiunto la meta per cui aveva tanto faticato se la sarebbe lasciata sfuggire dalle dita?
Nell’anno che seguì procurai molte sofferenze a mia moglie. A volte, durante gli esercizi mi infuriavo, e la trattavo molto male. Per vendicarmi amoreggiavo anche con altre ragazze. L’avvisai di non dire mai una parola sulla sua religione ad alcuno dei miei studenti. E quando diceva qualcosa contro le mie convinzioni cattoliche, diventavo furibondo. A suo tempo, fu battezzata come testimone di Geova. Il nostro matrimonio era in crisi e la separazione sembrava inevitabile.
L’inizio di un cambiamento
Poi accadde l’imprevisto. Da parecchio tempo mia moglie, vedendo che non poteva parlarmi, lasciava in giro copie di Svegliatevi! e della Torre di Guardia, sperando che le leggessi. E le leggevo, dapprima saltuariamente. Poi mi accorsi che le aspettavo. Leggendo Svegliatevi! apprendevo utili informazioni. Ero sempre ben informato su importanti avvenimenti, e questo mi permetteva di parlare ai miei studenti di molti soggetti.
Sebbene dapprima non volessi ammetterlo, parecchie cose considerate nella Torre di Guardia erano logiche. Riconoscevo che quanto essa diceva sull’atteggiamento delle persone in generale era vero. Tuttavia, pensavo che menzogna, furto, bestemmia, slealtà, pettegolezzo e odio fossero cose normali: così doveva essere. Ma non ero certo felice di queste condizioni. Comunque, non mi rendevo conto che c’era qualcosa di meglio.
L’effetto della condotta di mia moglie
Cominciai a notare il comportamento di mia moglie. Vedevo chiaramente che era diversa da altre donne sposate e nubili che conoscevo. Vestiva con modestia. In tutto il tempo che l’avevo maltrattata, non si era mai ribellata neppure una volta. Mentire era impensabile per lei; non s’immischiava mai in pettegolezzi. Una cosa straordinaria era il fatto che non amoreggiava mai con nessuno. Essendo una bella ragazza, molti uomini le facevano proposte.
Mentre in principio avevo attribuito tutte queste buone qualità direttamente a lei, ora mi rendevo conto che erano le sue convinzioni basate sulla Bibbia a darle forza morale e un’elevata norma di vita. Accettai il fatto che non avrebbe partecipato a gare di ballo, e, in seguito, mi ritirai anch’io.
Molti dei miei cosiddetti amici e compagni di gara che quando ero stato una “celebrità” mi avevano tanto adulato, cominciarono a trattarmi freddamente. A volte provavo l’impulso di tornare a ballare per fargliela vedere io. Tuttavia, rammentai una scrittura della Bibbia che indica come tali cose sono ‘vanità e un correr dietro al vento’. — Eccl. 1:14.
Mandai giù l’orgoglio, e mi resi conto che in tutti quegli anni avevo ballato solo per vincere, per ricevere la gloria. Sebbene ne avessi tratto un vantaggio finanziario, non mi aveva reso felice.
Una vita veramente migliore
Accettai di studiare la Bibbia con un Testimone. Andai varie volte alla Sala del Regno e partecipai ad alcuni trattenimenti dei testimoni di Geova e mi accorsi così che erano ben diversi. Sembravano più felici delle persone del mio ambiente. Parlavano sempre della vita in una terra paradisiaca sotto il regno di Dio, prospettiva per me molto allettante. E più imparavo sulla Bibbia e sulle sue promesse di un mondo migliore, più mi convincevo che i Testimoni comprendevano la verità della Parola di Dio.
Ciò che mi spronò in modo particolare fu l’assemblea a cui assistei nel 1973 al Woodbine Race Track di Toronto, nel Canada. Erano presenti più di 30.000 persone, bambini inclusi. Tuttavia il posto era pulito, non c’erano rifiuti in giro. Tutti collaboravano e sembravano molto felici. Fu allora che cominciai a credere veramente che la predicazione dei Testimoni riguardo a un paradiso qui sulla terra sotto il regno di Dio poteva avverarsi. Non avevo mai visto nulla del genere.
Fui grato che Geova Dio avesse aiutato mia moglie a resistere in quei momenti difficili. Che sarebbe accaduto se avesse ceduto, o mi avesse lasciato? Invece, aveva scelto di restare con me. Che benedizione era stata quella per noi!
Ancora prima del mio battesimo, cominciammo a parlare della buona notizia del Regno ai nostri studenti. Iniziammo immediatamente degli studi biblici. Alcuni fecero progresso molto in fretta. A suo tempo quattro furono battezzati, e altri studiano. Sono stato nominato servitore di ministero nella congregazione cristiana che frequentiamo, e ogni tanto mia moglie fa la pioniera ausiliaria (partecipando alla predicazione in servizio continuo). Il nostro matrimonio è ora più felice che mai.
Il giusto senso dei valori
Balliamo ancora? Sì, e anche se non siamo i migliori, la gente ci guarda ancora volentieri, e la nostra piccola scuola di ballo ci provvede tutte le necessarie cose materiali della vita. Ma ora abbiamo qualcosa che la professione del ballo non avrebbe mai potuto darci, cioè un’ottima relazione con Geova Dio. Essa ci dà pace mentale e prospettive di un futuro migliore, la vita eterna nel nuovo ordine di Dio.
Non ci interessa più vincere premi corruttibili. Tuttavia siamo impegnati in una corsa, la corsa della vita eterna. (1 Cor. 9:24-26) A tutti coloro che cercano di eccellere in un’arte o in uno sport vorrei chiedere: ‘Fatiche, sforzi, angosce e sacrifici: ne vale la pena solo per ottenere una coppa o una medaglia corruttibile? Perché non impegnarvi in una corsa dove tutti i partecipanti fedeli sono premiati, una corsa che vi recherà vera pace mentale e indicibile felicità?’
Questo è ciò che abbiamo fatto mia moglie e io, e siamo decisi a continuare la corsa fino a raggiungere il traguardo promesso, la vita sotto il regno di Dio in una terra paradisiaca. E la promessa della Bibbia a questo riguardo non è vana, poiché Colui che l’ha fatta è Geova Dio stesso, il Creatore dei cieli e della terra. (Riv. 21:3-5) — Da un collaboratore.
[Nota in calce]
a Vedi nella Bibbia Galati 5:26, Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture.