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  • g80 8/1 pp. 13-16
  • Vita dopo la morte: Una speranza sicura

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  • Vita dopo la morte: Una speranza sicura
  • Svegliatevi! 1980
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  • Altre risurrezioni
  • Esistenza cosciente o no?
  • Una speranza viva che incoraggia
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Svegliatevi! 1980
g80 8/1 pp. 13-16

Vita dopo la morte: Una speranza sicura

ALCUNI sperano che la scienza medica riporti in vita i morti. Forse chiedono: Dato che persone svenute sulla neve, o annegate in un fiume gelato, sono state riportate in vita dopo che erano “morte” da ore, non sarebbe possibile far rivivere una persona anche molti anni dopo averla congelata? I risultati di una nuova scienza, detta criobiologia, hanno suscitato ottimismo.

La criobiologia studia gli effetti delle temperature estremamente basse sulle cellule o sugli organismi. Per esempio, il cervello di un gatto sarebbe stato congelato per sei mesi a 19 gradi centigradi sotto zero e tre ore dopo essere stato scongelato registrò un’attività cerebrale normale. E ora, cute, cornea, tessuto nervoso e ossa umane sono comunemente congelate per un possibile impiego in futuro. Sperando che in avvenire siano scoperte cure contro le malattie e l’invecchiamento, alcuni si preparano ora per trarne beneficio allora. In che modo?

Alla morte fanno congelare il proprio corpo nella speranza di poter tornare in vita quando sarà stata scoperta una cura contro la malattia che ne causò la morte. Si tratta dell’ibernazione. Decine di persone si son già fatte ibernare. Solo nella zona della baia di San Francisco, in California, almeno altre 45 persone si sono prenotate per farsi ibernare.

Il corpo della persona da ibernare viene collegato a una macchina cuore-polmone prima che abbia inizio la morte biologica completa. In questo modo l’ossigeno continua a circolare nel sangue. Il corpo si raffredda quindi gradualmente, e il sangue viene sostituito da una soluzione antigelo. Quindi il corpo viene messo in una capsula criogena piena di azoto liquido, e portato alla temperatura estremamente bassa di 196 gradi centigradi sotto zero. Il processo è costoso, come lo è la manutenzione. Ma molti sono disposti a sostenere questa spesa nella speranza che, quando la scienza medica avrà scoperto la causa delle malattie e dell’invecchiamento, potranno tornare in vita e vivere a tempo indeterminato.

Tuttavia quanto è sicura questa speranza di tornare in vita? Dato che ora l’uomo non è in grado di far rivivere i morti ibernati, quale valida ragione c’è per credere che in seguito sarà possibile?

In effetti, congelati o no, i morti possono essere destati. È già accaduto, alla presenza di centinaia di testimoni oculari.

Motivo per aver fiducia

Secondo la Bibbia, Gesù Cristo fu messo a morte dagli oppositori religiosi. Tuttavia, il terzo giorno fu risuscitato. Il primo giorno che era stato destato, rivela la Bibbia, apparve in cinque diverse occasioni ad alcuni suoi discepoli. (Matt. 28:1-15; Giov. 20:11-25; Luca 24:13-43) Poi, nei giorni che seguirono, si mostrò loro parecchie altre volte, in un’occasione a più di 500 discepoli! (Giov. 20:26-29; 21:1-19; 1 Cor. 15:3-7) Con quale effetto?

Quando Gesù fu ucciso i suoi discepoli si scoraggiarono e fecero cordoglio. Ma ricevuta questa indiscutibile prova che era stato risuscitato, raggiunsero le più alte vette della gioia e furon pieni di coraggio per predicare questa notizia meravigliosa. La dichiararono con baldanza nonostante la violenta persecuzione degli oppositori religiosi. (Atti 4:1-3, 33; 17:18) Ora pensate: Se la risurrezione di Gesù non avesse realmente avuto luogo, avrebbero centinaia di persone rischiato la vita — e alcune subito addirittura il martirio — per proclamare questo messaggio? — Atti 7:55-59.

Tuttavia questi primi discepoli di Cristo ebbero ulteriori prove che i morti potevano essere riportati in vita.

Altre risurrezioni

Nelle Scritture che avevano allora sono narrati tre casi di morti riportati in vita. (1 Re 17:17-23; 2 Re 4:17-37; 13:20, 21) I discepoli avevano ogni ragione di credere a questi racconti, poiché Gesù Cristo aveva ripetutamente sottolineato la veracità delle Scritture. E Cristo stesso disse ai suoi seguaci: “L’ora viene in cui tutti quelli che sono nelle tombe commemorative udranno la sua voce e ne verranno fuori”. (Giov. 5:28, 29) Alcuni suoi seguaci erano stati effettivamente testimoni oculari di tre risurrezioni compiute da Gesù, ciò che dava peso alla sua summenzionata promessa rendendola degna di fede. — Luca 7:11-17; 8:49-56; Giov. 11:1-44.

L’ultima di queste risurrezioni fu compiuta da Gesù poco prima della sua morte. Gesù aveva compiuto il suo ministero in Perea, dall’altra parte del Giordano. Mentre era lì gli giunse la notizia che in Giudea il suo caro amico Lazzaro, fratello di Maria e Marta, era malato. Due giorni dopo aver ricevuto la notizia, disse ai discepoli: “Andiamo di nuovo in Giudea”. Il racconto biblico dice:

“Venne dunque Gesù e trovò Lazzaro che era già da quattro giorni nel sepolcro. Betania [la città di Lazzaro] distava da Gerusalemme meno di due miglia e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria per consolarle per il loro fratello. . .

“Maria, dunque, quando giunse dov’era Gesù, vistolo si gettò ai suoi piedi dicendo: ‘Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!’.

“Gesù allora quando la vide piangere e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente, si turbò e disse: ‘Dove l’avete posto?’ . . .

“Intanto Gesù, ancora profondamente commosso, si recò al sepolcro; era una grotta e contro vi era posta una pietra. Disse Gesù: ‘Togliete la pietra!’

“Gli rispose Marta, la sorella del morto: ‘Signore, già manda cattivo odore, poiché è di quattro giorni’.

“Le disse Gesù: ‘Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?’ Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: ‘Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato. Io sapevo che sempre mi dài ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato’. E, detto questo, gridò a gran voce: ‘Lazzaro, vieni fuori!’. Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti in bende, e il volto coperto da un sudario. Gesù disse loro: ‘Scioglietelo e lasciatelo andare’”. — Giov. 11:7-44, versione della C.E.I.

Abbiamo ogni ragione di aver fiducia che i morti possono essere destati! Certo Colui che diede inizio alla vita umana — Colui al quale Gesù si appellò in preghiere — è anche abbastanza saggio e potente da risuscitare i morti. E non è necessario ibernare i morti. Dio può riportare in vita una persona il cui corpo è in putrefazione, come fece con Lazzaro, o, se un corpo si è completamente disgregato, ne può ricreare uno completamente nuovo e ridare la vita all’individuo.

Ma pensate: Qual era la condizione di Lazzaro nei quattro giorni che fu morto e nella tomba? Altri del morto genere umano sono nella stessa condizione. Possiamo dunque imparare dall’esperienza di Lazzaro.

Esistenza cosciente o no?

La Bibbia non dice che in quei quattro giorni Lazzaro avesse un’esistenza cosciente in qualche altro luogo. Se fosse stato vivo in cielo, certo avrebbe parlato delle molte meravigliose cose celesti che agli uomini interessa conoscere. Ma egli mantenne un assoluto silenzio al riguardo. E se avesse davvero avuto la vita celeste, non sarebbe stato poco gentile da parte del suo amico Gesù toglierlo improvvisamente di là e riportarlo a vivere sulla terra?

La ragione per cui Lazzaro non disse nulla di ciò che aveva fatto in quei quattro giorni è che non ne sapeva nulla. Era inconscio. Nessuna parte di lui era sopravvissuta e viveva altrove. Era nello Sceol, la comune tomba del genere umano, dove “non c’è lavoro né disegno né conoscenza né sapienza”. Era proprio morto, come spiega la Bibbia: “In quanto ai morti, non sono consci di nulla”. — Eccl. 9:5, 10.

Com’è chiaro e semplice l’insegnamento biblico! La persona stessa è l’anima, quindi allorché muore è un’“anima morta”. (Num. 6:6) Non è più viva; è inconscia. Ma l’Onnipotente Dio può risuscitarla, sì, riportarla in vita. Le chiese della cristianità hanno creato grande confusione adottando l’insegnamento pagano dell’immortalità dell’anima. Riferendosi a questa confusione, un importante periodico religioso protestante, Theology Today, fa notare:

“Se l’anima è già beata in cielo (o si sta giustamente arrostendo nell’inferno), di che altro c’è bisogno? A che servirebbero il ritorno di Cristo o il rinnovamento dell’universo? Questa sottile contraddizione ha afflitto i cristiani per tutti i secoli”.

Sullo stesso tono, il sacerdote cattolico Ray T. Bosler fa rilevare:

“Cosa accade immediatamente dopo la morte e prima della risurrezione finale? . . . I nostri teologi non sono d’accordo fra loro su com’è l’esistenza dei santi fino alla risurrezione finale. . . .

“Le nostre preghiere liturgiche ai funerali riflettono un poco questa ambiguità. Ci rallegriamo che i morti godano già in parte la vita della risurrezione eppure preghiamo che siano destati l’ultimo giorno. Tutto quello che possiamo fare è di ammettere umilmente che non sappiamo cosa ci attende al momento della morte”.

Tuttavia possiamo trovare le risposte nella Bibbia. Non è necessario rimanere nella confusione e nell’incertezza esistente nelle chiese. E considerate il danno che questo reca. Milioni di persone, credendo che la morte introduca in un’altra vita, sono facile preda dell’inganno di spiriti malvagi che impersonano persone morte. Molti uomini e donne in ogni parte della terra vivono nel timore di questi presunti spiriti dei morti.

L’insegnamento biblico della risurrezione, d’altra parte, può essere fonte di vera speranza, conforto e coraggio.

Una speranza viva che incoraggia

Il sofferente Giobbe, che chiese: “Se l’uomo robusto muore può egli tornare a vivere?” mostrò di trarre conforto dalla speranza della risurrezione, poiché disse a Dio: “Tu chiamerai, e io stesso ti risponderò”. (Giob. 14:14, 15) Anche i primi cristiani furono fortificati da questa medesima speranza. Ottennero il coraggio per affrontare i leoni affamati nelle arene romane, piuttosto che infrangere la legge di Dio compiendo atti di adorazione verso l’imperatore.

La speranza della risurrezione è stata un incentivo anche per i cristiani nei tempi moderni. Per esempio, nella Germania nazista alcuni cristiani preferirono essere giustiziati anziché trasgredire la legge di Dio sostenendo i diabolici piani bellici di Hitler. Considerate l’ultima lettera che uno di loro scrisse a sua moglie, e notate quale forza trasse dalla speranza della risurrezione:

Mia cara Erna,

“Questa è l’ultima notte della mia vita. Mi hanno letto la sentenza e ho consumato l’ultimo pasto. Quando riceverai questa lettera, la mia vita sarà terminata. Sappiamo che la morte è stata privata del pungiglione e che la tomba è stata vinta. . . .

“E così guardo ancora una volta nei tuoi occhi sereni e scintillanti, e cancello l’ultima pena dal tuo cuore; e, nonostante il dolore, alza la testa e rallegrati non della morte, ma della vita che Dio darà a quelli che L’amano.

“Sinceri saluti con amore e vera amicizia, dal tuo amato marito”.

Anche una ragazzina tedesca di 13 anni, affetta dalla temuta leucemia, illustra quanta forza le aveva dato la speranza della risurrezione. Di lei, il medico primario disse: “In tutta la mia carriera non ho mai visto un caso simile, di una bambina che fosse così felice dopo aver appreso che doveva morire”. Perché? Nella sua lettera che venne letta al funerale spiegò:

“La mia grande speranza è non di fluttuare come spirito in qualche parte del cielo. No, ma riposerò nella tomba fin dopo Armaghedon, e se il grande Datore della vita Geova mi considererà degna mi risusciterà come creatura umana di carne e sangue su una terra paradisiaca purificata nella delizia e nella felicità. Questa è la ragione per cui non mi è difficile morire. Lo capite?”

Siete invitati a mettervi in contatto con i testimoni di Geova della vostra località. Per avere l’indirizzo del loro luogo di adunanza più vicino a dove abitate, scrivete agli editori di Svegliatevi! e saremo lieti di mandarvelo. Confidiamo che vi farà piacere discutere con loro intorno alla speranza della risurrezione contenuta nella Bibbia.

[Testo in evidenza a pagina 14]

CONGELATI O NO, I MORTI POSSONO ESSERE DESTATI. È GIÀ ACCADUTO

[Testo in evidenza a pagina 16]

“MI HANNO LETTO LA SENTENZA E HO CONSUMATO L’ULTIMO PASTO”.

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