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  • Vorreste vivere nel paradiso?

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  • Vorreste vivere nel paradiso?
  • Svegliatevi! 1980
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  • Gli inizi del “paradiso” di Ohlsdorf
  • Riflessioni sul paradiso
  • La speranza del paradiso si basa sulla Bibbia
    Svegliatevi! 1980
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    Svegliatevi! 1980
Altro
Svegliatevi! 1980
g80 22/1 pp. 3-4

Vorreste vivere nel paradiso?

Pochi vedrebbero un nesso fra un cimitero e un paradiso mondiale. Ma tenete presenti entrambi mentre considerate quanto viene esposto qui.

COME una cittadina nascosta nel cuore di Amburgo, Ohlsdorf cresce al ritmo di circa 220 persone la settimana. È abbellita da 10.000 alberi e arbusti, con molti fiori di tante varietà e colori.

Centinaia di migliaia di persone visitano Ohlsdorf tutti gli anni. E oserei dire che è un luogo che forse vorreste visitare, ma non è certo un luogo dove vorreste stare. Il fatto è che gli oltre 1.200.000 residenti permanenti avrebbero preferito non venirci mai. Sì, nonostante sia così bello, non è un posto in cui vivere. Infatti Ohlsdorf è un cimitero! Coprendo un’estensione di 403 ettari, è uno dei più grandi cimiteri d’Europa. Se gli oltre 1.200.000 “abitanti” di questo cimitero fossero stati sepolti in tombe di grandezza normale una di fianco all’altra formerebbero una striscia larga due metri e lunga 1.100 chilometri, da Amburgo, in Germania, a Vienna, in Austria!

Ma Ohlsdorf era un nome che mi diceva poco fino a quella giornata di sole settembrina in cui mi ci recai per pronunciare il discorso funebre per la madre defunta di un mio caro amico. Il sermone doveva essere pronunciato nella sala mortuaria N. 10, e ricordo che mi domandai: “Ma il cimitero è proprio così grande che ci vogliono almeno dieci camere mortuarie?” Quando ci arrivai rimasi sbalordito. E più vedevo, più rimanevo sbalordito. Era come essere in un bel parco, in un paradiso.

Gli inizi del “paradiso” di Ohlsdorf

Com’è venuto all’esistenza questo “paradiso”? Nella seconda metà del XIX secolo i cimiteri regionali esistenti ad Amburgo non erano più abbastanza grandi da soddisfare le esigenze della popolazione in aumento. Si fecero progetti per ubicare un cimitero municipale interdenominazionale nei Campi di Ohlsdorf vicino al villaggio omonimo, una decina di chilometri fuori di Amburgo. Negli anni successivi il villaggio divenne parte di Amburgo, ma il cimitero è diventato talmente famoso che gli abitanti del posto, parlando di quelli che sono morti, dicono che “sono a Ohlsdorf”.

Johann Wilhelm Cordes, il fondatore e progettista, pensò che in un cimitero, per citare le sue stesse parole, “il bello dovrebbe attrarre l’occhio e le piante dovrebbero nascondere la tomba”. E ci riuscì, poiché non è possibile negare la bellezza di Ohlsdorf né fare a meno di notare le piante che vi crescono. Al volgere del secolo i progetti di Cordes servirono di modello per simili tipi di cimiteri in molte altre città tedesche.

All’interno del cimitero oltre 300 tipi di alberi, alcuni originari dell’America del Nord e dell’Asia, sono contrassegnati da targhette col nome, che lo rendono molto simile a un orto botanico. Ogni anno, in giugno, 29 diverse varietà di rododendro fioriscono lungo ambo i lati della strada principale del cimitero, il “Viale Cordes”, offrendo uno spettacolo straordinario.

Nel parco ci sono 2.500 panchine, 650 sedie e 660 fontane. I laghetti sparsi in tutta la zona sono popolati di centinaia di anatre, oche e cigni neri. Così potete riposarvi presso un laghetto o una fontana e ascoltare il concerto offerto da questi “musicisti pennuti”. Sì, è impossibile non provare piacere in questa atmosfera serena e distesa. Furono questa bellezza e queste condizioni pacifiche a farmi pensare al paradiso.

Riflessioni sul paradiso

Un paradiso per i vivi sarebbe una cosa molto gradita, ma perché un paradiso per i morti? Una delle ragioni per cui Cordes e altri come lui hanno costruito un cimitero di questo tipo è stata senza dubbio quella di contribuire ad alleviare la tragedia della morte. La morte è davvero la nemica dell’uomo, come dice esplicitamente la Bibbia. (1 Cor. 15:26) In momenti di grande dolore, la bellezza può aiutare a capire che, nonostante la perdita subita, vale ancora la pena di vivere. Ma nessun genere di bellezza fisica può cancellare completamente il senso di perdita che prova in quel momento la vedova o il vedovo.

Parlando dell’aspetto universale e inevitabile della morte, la rivista Stern dice: “Arriva troppo presto o troppo tardi; ma arriva immancabilmente, e alla fine vince sempre. Il suo nome è la morte”. Di fronte a tale inevitabilità, la miglior cosa che possiamo sperare è forse quella d’essere in un paradiso come quello di Ohlsdorf? Se sì, è di poco conforto. Chi vuole veramente essere un residente permanente in un paradiso di quel genere?

Com’è strano, pensai, che per molti l’idea del paradiso si riduca a un bel parco in cui fare una passeggiata. È così anche per voi? In tal caso, perché? Con tutte le capacità tecniche e creative dell’uomo, perché un paradiso terrestre appare incredibile? Ma come sarebbe la terra se l’intero pianeta fosse un paradiso, forse qualcosa di simile al giardino d’Eden del racconto biblico su Adamo ed Eva? Colui che in primo luogo fece la terra, Dio, desidera restaurare il paradiso? E, cosa particolarmente importante per noi, abbiamo qualche valida ragione per aspettarci che faccia di questa terra un paradiso durante la nostra vita?

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