Evoluzione o creazione? ultime notizie
Le scimmie tradiscono gli evoluzionisti
◆ “Se un sufficiente numero di scimmie battesse velocemente a macchina per un tempo sufficientemente lungo”, affermano gli evoluzionisti, “alla fine potrebbero scrivere tutte le opere di Shakespeare”. Finora avevano tranquillamente fatto circolare questa dichiarazione “scientifica”. Chi poteva smentirla? Ma ora questo appiglio a cui si sono aggrappati per tanto tempo non regge più.
◆ Il dott. William Bennett, professore di fisica alla Yale University, è specializzato nel programmare computer per risolvere insoliti problemi scientifici. Egli ha applicato le regole della probabilità alle scimmie dattilografe, e programmato computer per simulare le scimmie che battono sui tasti. Il servizio del “Times” di New York del 6 marzo 1979 riferisce il verdetto del computer. Il dott. Bennett calcola che “se un trilione di scimmie scrivessero 10 caratteri al secondo scelti a caso impiegherebbero, in media, più di un trilione di volte il tempo da che esiste l’universo solo per scrivere la frase: ‘Essere o non essere, questo è il problema’”.
◆ La risposta del computer: “Non deve essere”.
“I creazionisti tendono ad avere la meglio”
◆ Alcuni insegnanti delle scuole superiori affrontano da due lati l’insegnamento dell’origine della terra e della vita su di essa. Per due giorni insegnano che la terra ha miliardi di anni e che l’uomo discende da animali precedenti e infine da organismi unicellulari. A metà della settimana passano a un concetto più antico sulle origini, quello della creazione. “The Wall Street Journal” del 15 giugno 1979 fa i seguenti commenti su uno di questi casi: “Il duplice insegnamento è accolto bene in questa città dell’Iowa orientale con circa 33.000 abitanti. ‘Vogliamo conoscere tutti i fatti’, dice uno studente, ‘non solo quelli che vogliono farci sentire gli evoluzionisti’. Nemmeno i genitori si sono lamentati”.
◆ Nel 1975, nel Tennessee, una legge che ordinava di concedere lo stesso tempo alla “creazione insegnata nel libro di Genesi” fu annullata dalla Corte d’Appello degli U.S.A. Questa legge aveva introdotto a forza la Bibbia nelle aule. Le nuove leggi che si cerca di emanare lo evitano, poiché esse mirano a insegnare “la creazione com’è rivelata dalla scienza”. Finora nessuno stato ha approvato alcuno di questi nuovi disegni di legge, anche se non c’entra la Bibbia dato che vengono presi solo i fatti scientifici a sostegno della creazione.
◆ I creazionisti ritengono di non ricevere un equo trattamento. “È il processo Scopesa all’incontrario”, dice Ronald Lee, un creazionista a capo di una sezione dell’Università statale dello Iowa che si occupa delle ricerche sulle origini. “Prima imponevano limitazioni sull’evoluzione”, dice. “Ora le impongono sulla creazione”. Creazionisti con le più alte qualifiche all’insegnamento della scienza vanno nelle scuole superiori e nelle università a discutere il problema con professori evoluzionisti. Un insegnante di scienze, Robert Sloan, professore di paleontologia all’Università del Minnesota, ammette che in questi dibattiti “i creazionisti tendono ad avere la meglio”.
◆ “Abbiamo la meglio”, dice Richard Bliss dell’Istituto per le ricerche sulla Creazione, “perché i dati scientifici a favore della creazione sono molto migliori di quelli a favore dell’evoluzione. Questi ultimi tornano al religioso; noi ci atteniamo alla scienza”. Gli evoluzionisti hanno fede in fossili mai trovati, mentre i creazionisti si attengono ai fatti conosciuti della genetica.
Protesta contro una mostra sull’evoluzione
◆ Nel maggio dell’anno scorso il Museo di Storia Naturale dello Smithsonian Institution inaugurò una nuova mostra permanente sull’evoluzione. I creazionisti affermano che questo impiego di fondi governativi per indottrinare le masse nella religione evoluzionistica è contrario al Primo Emendamento. È stata intentata una causa presso la corte federale, la corte ha espresso parere contrario ai creazionisti, ed è stato presentato un appello. — “Times” di New York, 19 maggio 1979.
[Nota in calce]
a John Scopes, giovane professore di biologia processato nel 1925 nel Tennessee, U.S.A., per avere insegnato apertamente l’evoluzione ai suoi studenti.