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  • La scuola è in crisi
  • Svegliatevi! 1980
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Svegliatevi! 1980
g80 22/3 pp. 5-7

La scuola è in crisi

Negli Stati Uniti la società è in crisi. La scuola è in crisi. Gli studenti sono in crisi. E i genitori non meritano certo dieci e lode

“MI HANNO imbrogliato!” esclama un diplomato della scuola superiore che se ne è accorto solo quando dopo due anni è stato costretto a interrompere l’università. “Che cos’è che non ha funzionato? Perché non ero preparato?” chiede, e continua:

“Ho frequentato le scuole superiori durante l’epoca progressista, quando i filosofi della cultura parlavano di ‘aule gioiose’ e tutti noi chiedevamo corsi ‘importanti’ (qualunque cosa volesse dire). Il problema, ora che ci ripenso, era che gli educatori ce le hanno date vinte troppo facilmente. . . . Hanno cercato di darci la ‘gioia’ e l’‘importanza’ che chiedevamo, mentre ciò di cui avevamo veramente bisogno era la sintassi e spesso una bella pedata nel sedere”.

Un giornalista riferisce la lamentela di un altro studente:

“Vado a scuola da 10 anni e non so scrivere correttamente. La scuola superiore che frequento dovrebbe essere una delle migliori dello stato. Non faccio un corso di ortografia dalla quinta elementare. Ogni anno ci chiedono di elencare le materie che vorremmo studiare. Per cinque anni di fila ho chiesto ‘ortografia’ e ‘grammatica’. E cosa ottengo? Film stupidi che dovrebbero essere educativi’”.

Gli Stati Uniti spendono più che in qualsiasi altro tempo per scuole elementari e superiori — circa 75 miliardi di dollari all’anno — e queste scuole versano in grave crisi. I voti agli esami di ammissione all’università sono scesi costantemente negli ultimi 15 anni.

Voti esagerati e promozioni date automaticamente

Dopo un’indagine gli esperti comunicano: Metodi progressisti di insegnamento e corsi facoltativi privi di valore hanno finito per escludere gli elementi fondamentali dell’istruzione: leggere, scrivere e far di conto. Non solo i ragazzi non sanno leggere, ma non sanno neppure scrivere, fare somme o sottrazioni. I corsi d’inglese sono stati sostituiti da fantascienza e pellicole cinematografiche. Far temi non è più di moda. I libri di testo sono meno impegnativi: più figure, margini più larghi, parole più semplici e frasi più corte. I compiti a casa sono la metà di quelli richiesti una volta. Sono ammesse assenze fino a un quarto dei giorni di scuola. I voti sono esagerati. La promozione alla classe successiva è data automaticamente, indipendentemente dal merito. Il diploma rappresenta 12 anni di frequenza, non di rendimento scolastico.

Poiché i diplomi sono privi di valore, ci sono stati ricorsi ai tribunali. The Wall Street Journal del 9 maggio 1978 diceva: “Se una scuola diploma uno studente indipendentemente da quello che ha imparato, le si può far causa. In varie parti degli Stati Uniti sono stati intentati sei processi contro le scuole soprattutto dietro l’accusa di negligenza”. Di conseguenza in molti stati “gli studenti devono dimostrare di avere imparato le cose fondamentali, superando di solito esami di competenza in lettura, scrittura e aritmetica. Se non li superano il diploma di scuola superiore può esser negato”.

Tuttavia, gli stessi esperti che denunciano le manchevolezze delle scuole dicono che la colpa non è soltanto loro. Case divise, famiglie con un solo genitore, famiglie dove entrambi i genitori lavorano, genitori permissivi: i ragazzi provenienti da tali famiglie sono turbati e indisciplinati per cui sono allievi difficili.

La televisione impigrisce la mente e “a 16 anni quasi tutti i ragazzi hanno trascorso da 10.000 a 15.000 ore davanti al televisore, più di quelle trascorse a scuola”. Uno di questi esperti dice: “La televisione è diventata un sostituto del genitore e un supplente”.

Un altro educatore ha detto crudamente: “Se il problema dell’istruzione è serio e volete che i ragazzi sappiano leggere e scrivere meglio, spegnete la televisione e la radio, staccate il telefono e il registratore, provvedete genitori che siano accaniti lettori e fecondi scrittori e ragionevolmente benestanti”.

L’ultima citazione menziona un altro fattore, quello economico. “Dove vivi rivela come starai”, diceva il titolo di un articolo del Daily News di New York dell’8 marzo 1979, che proseguiva dicendo:

“La Scuola Pubblica 131 di Jamaica Estate, nel quartiere di Queens, è circondata da strade tranquille, costose case unifamiliari in mattoni e gente che si sorride e si saluta con la mano ogni volta che s’incontra per strada. Gli studenti hanno ottenuto agli esami di lettura i voti più alti di tutta la città.

“La Scuola Pubblica 75 di Faile St. nel Bronx è proprio al centro di un quartiere povero e malfamato. Sia gli insegnanti che gli studenti devono guardarsi da aggressori ed eroinomani all’uscita da scuola. Agli esami di lettura gli studenti della Scuola Pubblica 75 hanno ottenuto i voti più bassi.

“‘Questo è significativo’, afferma Evelyn Leakey, il cui figlio frequenta la quinta classe alla Scuola Pubblica 75. ‘In quella scuola non si impara nulla, e io non posso permettermi di mandarlo da nessun’altra parte’”.

‘La colpa è della società’

Un ex ministro del lavoro, Willard Wirtz, membro di un comitato che ha studiato il problema delle medie più basse agli esami, fa notare che i negri ricevono voti più bassi che i bianchi in proporzione alle loro inferiori condizioni sociali ed economiche. “La responsabilità”, conclude, “non può essere tutta della scuola. La colpa è dell’intera società”.

I diplomati a cui mancano le basi dell’istruzione elementare sono svantaggiati nel mercato del lavoro. Uomini d’affari che hanno tenuto un seminario per gli insegnanti hanno precisato questi punti:

“Siamo realistici! Se non sono in grado di fare il lavoro, non possiamo tenerli”.

“Di un gruppo di 180 candidati che ho esaminati, circa il 20 per cento han dovuto essere respinti perché non riuscivo a leggere quello che avevano scritto”.

“Circa l’80 per cento del personale licenziato perde il lavoro a causa di assenze abituali o svogliatezza”.

“Facciamo del nostro meglio per non lasciarci influenzare dall’aspetto dei richiedenti, ma se vedeste alcuni di quelli che vediamo noi, capireste che non si può fare a meno d’esserne influenzati”.

Le imprese spendono 40 miliardi di dollari all’anno nel tentativo di supplire alle manchevolezze della scuola. Un dirigente di una società si è lamentato dicendo:

“Facciamo quello che dovrebbero fare gli educatori. I laureati non sanno scrivere un rapporto; i diplomati delle scuole superiori non sanno né leggere né scrivere correttamente; le dattilografe non sanno scrivere più di 30 parole al minuto e hanno tutte un vocabolario mediocre. Dodici anni di scuola sono tanti se non si sono imparate le cose essenziali”.

È triste che una nazione che ha scisso l’atomo, che ha mandato uomini sulla luna e li ha fatti tornare sulla terra e che ha mandato una sonda spaziale su Giove che rimanda immagini fotografiche sulla terra, non abbia ancora insegnato a tutti i suoi adulti a compilare una domanda di lavoro o a calcolare il resto alla cassa in un supermercato. Dev’esserci senz’altro un rimedio!

Ma qual è?

[Immagine a pagina 5]

VALUTAZIONI

Ottimo

Buono

Insufficiente

MATERIE

VOTI

Lettura Insufficiente

Matematica Insufficiente

Storia Insufficiente

Scienze Insufficiente

Lingua Insufficiente

Musica Buono

Disegno Buono

Recitazione Buono

Danza Buono

Ed. sessuale Buono

Impegno Insuff.

Condotta Insuff.

Senso del dovere Insuff.

PROMOSSO

BOCCIATO

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