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  • L’uccello che “ride”
  • Svegliatevi! 1980
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Svegliatevi! 1980
g80 8/12 pp. 25-26

L’uccello che “ride”

Dal corrispondente di “Svegliatevi!” in Australia

NEL nostro tempo di tensione c’è bisogno di ricordare il valore di una bella risata. Sotto questo aspetto l’Australia è fortunata perché a rammentarglielo è il richiamo caratteristico di uno dei suoi più singolari abitanti, il kookaburra. Da un recente sondaggio risulta che è l’uccello più popolare dell’Australia. Grosso poco più di un piccione, non si trova in nessun’altra parte del mondo, eccetto negli zoo.

Spesso un uccello solitario emetterà un paio di risatine con tono basso e il becco quasi chiuso. Questo iniziale suono chioccio sembra essere un segnale per altri kookaburra delle vicinanze, che volano immediatamente dove è appollaiato il primo uccello. Allora il gruppo getta indietro la testa e un coro di allegre risate echeggia nell’aria. Dato che ciascun uccello ride in una tonalità e a un ritmo diverso, l’effetto generale è quello della gioviale atmosfera che regna in un gruppo di persone felici. La maggioranza di coloro che odono la “risata” del kookaburra ascolta volentieri quella che sembra una manifestazione di buonumore contagioso.

Si può sentire “ridere” il kookaburra in qualsiasi ora del giorno, ma soprattutto all’alba o al crepuscolo. Per questo l’uccello è stato soprannominato “orologio dei coloni”. Per alcuni i suoni che emette somigliano di più a un raglio, per cui hanno soprannominato il kookaburra “l’asino che ride”.

Perché “ride”

Il recente studio compiuto da un ornitologo dice che la “risata” pare sia in relazione con il sistema territoriale esistente fra i kookaburra. Essi occupano territori ben definiti; in una zona ciascun uccello ha in media poco più di un ettaro di terreno. Quindi una “famiglia” formata di sei uccelli potrebbe avere un territorio di circa sette ettari. I confini di questi territori sono stabiliti ogni anno poco prima che cominci l’accoppiamento.

La “risata” del kookaburra è in effetti un serio aspetto della vita e fa parte del sistema di avvertimento usato dagli uccelli per informare gli altri che stanno invadendo un territorio occupato. Oltre a dare avvertimenti vocali, questi uccelli eseguono precisi voli mentre pattugliano i confini del loro territorio.

Vita familiare

Anche la vita familiare è una cosa seria tra i kookaburra. Essi amano costruire nidi facendo buchi negli alberi e usando gli stessi buchi ogni anno. È stato visto qualche kookaburra che, dovendo costruire un nido nuovo, si lanciava da un ramo vicino e conficcava il becco corto e robusto in un termitaio, e a poco a poco scavava un nido di sufficiente grandezza. Tre o quattro uova, di un bianco perlaceo e grosse come le uova di bantam, sono deposte direttamente sul fondo del nido. Le uova sono deposte in giorni consecutivi, e dopo un periodo di incubazione di circa 26 giorni, si aprono in giorni consecutivi.

Gli studi rivelano un insolito tipo di vita familiare. Mentre le coppie di uccelli che restano insieme per tutta la vita occupano di solito un territorio particolare, alcuni territori ospitano anche altri uccelli che non si riproducono. Sono detti “ausiliari”. Quando i legittimi occupanti cominciano a depositare le uova, ci si aspetterebbe che gli ausiliari se ne andassero per stabilire il proprio territorio. Tuttavia, anziché andarsene, questi uccelli aiutano effettivamente gli altri a covare le uova, oltre a sfamare e proteggere i pulcini. In certi casi sono stati osservati quattro uccelli che si davano da fare per aiutare i genitori legittimi, prestando le stesse cure come se fossero stati i loro pulcini. Se uno dei genitori rimaneva ucciso in un incidente o moriva, uno degli ausiliari prendeva il suo posto come genitore. Alcuni ausiliari rimasero quattro anni prima di stabilire il proprio territorio. Sia genitori che ausiliari traevano beneficio da questo sistema di vita “familiare”. I genitori, perché potevano dedicare più tempo a se stessi, e gli ausiliari, perché imparavano a difendere il territorio e diventavano anche esperti ad allevare una famiglia.

Tra i kookaburra c’è un rigoroso sistema di caste: i membri delle famiglie, genitori e ausiliari, conoscono il proprio posto e lo rispettano. A questo riguardo è stata osservata una forma di comportamento non violento e appena appena aggressivo. Due uccelli si afferravano il becco e lottavano, contorcendosi, come se stessero facendo “braccio di ferro”. Le femmine combattevano solo con le femmine e i maschi con i maschi. I genitori adulti vincevano sempre in queste prove di forza, mentre il posto successivo nella gerarchia era occupato dagli ausiliari più vecchi. Gli uccelli più giovani erano proprio in fondo alla scala. Dovevano aspettare una nuova covata prima di poter migliorare la propria condizione sociale.

Alimentazione e sopravvivenza

Sembra che il kookaburra rida, ma per lui è una faccenda seria proteggere il territorio dove si procura da mangiare. Il kookaburra si nutre di lucertole, insetti, piccoli uccelli da nido e loro uova, roditori, gamberi, rane, serpenti, ecc. Non possedendo gli artigli o il becco uncinato del falco o di altri uccelli rapaci, il kookaburra si serve dei robusti muscoli del collo per uccidere e mangiare la preda.

Tuttavia, il kookaburra è anch’esso preso di mira dai predatori. Per difendersi, ha la naturale capacità di mimetizzarsi con l’ambiente. E se falchi o altri uccelli rapaci gli passano sopra la testa, il kookaburra resta immobile, punta il becco in direzione dell’uccello rapace e fa ruotare tutto il corpo per seguire il volo dell’uccello nemico finché scompare. Questa manovra difensiva serve a trarre in inganno l’uccello sovrastante, perché il kookaburra gli appare come un bastoncino.

La popolarità del kookaburra, comunque, è dovuta alla sua “risata”. Naturalmente, non a tutti piace. In fondo, non a tutti piacciono le sveglie. E se la vostra vasca dei pesci rossi fosse stata saccheggiata o se vi avesse divorato i polli o gli anatroccoli come potreste nutrire sentimenti di amicizia verso questo uccello? O vi piacerebbe sentirlo picchiare col becco sui vetri della finestra la mattina presto, quando vi rammenta di mettergli fuori qualcosa per colazione? È piuttosto sfacciato.

Ma nonostante questo lato spiacevole della sua reputazione, forse il kookaburra rammenta a noi uomini qualcosa. Pur non avendo il senso dell’umorismo (cosa di cui solo l’uomo è dotato), questo uccello ci rammenta di usare il nostro e di fare ogni tanto una bella risata.

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