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  • g81 22/1 pp. 17-20
  • Dove i desideri del paziente sono rispettati

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  • Dove i desideri del paziente sono rispettati
  • Svegliatevi! 1981
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  • Mistero insoluto
  • Un ottimo preparato per integrare il sangue
  • Perché erano venuti qui
  • Assistenza medica
  • Cure amorevoli e pazienti
  • I Testimoni di Geova e il problema del sangue
    I Testimoni di Geova e il problema del sangue
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Altro
Svegliatevi! 1981
g81 22/1 pp. 17-20

Dove i desideri del paziente sono rispettati

Questa è un’esperienza personale su un caso medico urgente. “Svegliatevi!” non intende con ciò sottoscrivere una particolare cura medica o un determinato ospedale.

QUANDO papà fu colpito da paralisi, ci furono delle complicazioni. L’anticoagulante gli aveva evidentemente procurato un’emorragia interna. Il livello dell’ematocrito scese pericolosamente a 17 (il normale è sui 40). Il medico di famiglia di Palm Springs voleva somministrargli una trasfusione di sangue. La mia famiglia, per ragioni basate sulla Bibbia, voleva qualche cura alternativa.

Fu chiamato il dott. Herk Hutchins della zona di Los Angeles. Insieme ad altri medici aveva ottenuto un preparato a base di ferro, vitamine e altri elementi per integrare il sangue. Ma dato che i medici di Palm Springs non lo conoscevano, pensando che presentasse certi rischi esitavano a usarlo.

A questo punto mio fratello mi telefonò a New York e mi disse: “Mamma ha chiamato un’ambulanza per portare papà in un altro ospedale a Yorba Linda. È gravissimo”.

Quella stessa domenica pomeriggio, lo scorso 6 gennaio, mia moglie e io prendemmo l’aereo per la California.

Mistero insoluto

La mattina successiva ci recammo in macchina all’Esperanza Intercommunity Hospital di Yorba Linda. Con grande perplessità dei medici, i ripetuti esami non riuscirono a scoprire dove papà perdeva sangue. Mancava un mucchio di sangue!

Quando papà era stato ricoverato nell’ospedale di Palm Springs il 31 dicembre, l’esame di laboratorio aveva rivelato che i valori del suo ematocrito erano normali, 40. Quindi, nei due o tre giorni successivi alla somministrazione dell’anticoagulante eparina, circa metà del suo sangue era o sfuggito dal torrente sanguigno o si era in qualche modo decomposto. Vari medici dissero di non avere mai visto un paziente perdere tanto sangue senza che riuscissero a sapere dov’era andato a finire.

Il mistero del sangue perso non fu risolto, ma per noi non era quella la cosa importante. La cosa più importante era che l’emorragia si era fermata e c’era stato un sorprendente capovolgimento nelle condizioni di papà.

Un ottimo preparato per integrare il sangue

Quattro giorni dopo che mio padre era arrivato all’ospedale Esperanza la capacità del suo sangue di trasportare ossigeno era aumentata del 25 per cento! Rispondeva alla speciale cura per integrare il sangue. Mi rivolsi al dott. Hutchins per scoprire più che potevo in proposito.

Hutchins è un uomo di 74 anni coi capelli bianchi e 35 anni di esperienza come chirurgo. È anche testimone di Geova. Non era molto sorpreso del miglioramento di mio padre. “È pressappoco quello che ci aspettiamo da questa cura”, disse. “Abbiamo curato con successo oltre 300 pazienti, molti dei quali con valori del sangue inferiori a quelli di tuo padre. E non abbiamo ancora avuto una reazione negativa”.

Avevo una copia della formula del preparato per integrare il sangue che Hutchins aveva comunicato per telefono all’infermiera di Palm Springs. “Perché i medici esitano ad adottare questa cura?” domandai.

“Non tutti”, rispose Hutchins. “Ho ricevuto telefonate da molte parti degli Stati Uniti da medici che hanno fra i loro pazienti dei Testimoni. Alcuni sono stati contenti di sapere della nostra cura. Per esempio, un medico ha telefonato poco tempo fa da San Bernardino in California. Ha cominciato immediatamente la cura e la settimana dopo mi ha richiamato per dirmi che il paziente aveva reagito bene”.

“Ma non tutti i medici sono disposti a farlo”, obiettai. “I medici che curavano mio padre avevano paura a somministrargli questa cura”.

“Sì, lo so”, ammise Hutchins. “I medici, come altri professionisti preparati, sono comprensibilmente inclini a usare metodi o tecniche che conoscono, che sono generalmente accettati nel campo. Per la perdita di sangue i medici sono preparati a fare trasfusioni di sangue. Sono state fatte comparativamente poche ricerche per trovare un’altra sostanza con cui integrare il sangue”.

“Mi risulta però che la maggioranza dei medici conosce molto bene tutti gli elementi di questa terapia”, osservai.

“Sì. Comunque somministriamo il principale elemento, l’Imferon, in un modo che finora non è stato generalmente raccomandato. L’Imferon (dextran con ferro) è quasi sempre somministrato per via intramuscolare, non endovenosa. I pazienti che hanno subìto una forte perdita di sangue, però, hanno bisogno dei vantaggi immediati derivanti dalla somministrazione per via endovenosa. E, come ho detto, introducendo il ferro direttamente nelle vene non abbiamo avuto neppure una reazione negativa”.

Trovai molto istruttive le suddette informazioni e tornato a New York feci ulteriori indagini sull’Imferon. Consultando pubblicazioni mediche, appresi che ci sono delle avvertenze sull’uso dell’Imferon. Anzi, un medico mi disse addirittura che in certi casi la somministrazione per via endovenosa ha provocato il decesso, e fece questo commento: “Pochi medici si sentirebbero liberi di andare contro un’opinione così affermata”.

Telefonai al dott. Hutchins per chiedergli cosa pensava di ciò che avevo appreso. “Conosco le avvertenze sull’uso dell’Imferon”, disse. “Ma diluendo una parte di Imferon in 50 parti di soluzione salina normale e facendola scendere a goccia a goccia nel sangue del paziente, non abbiamo avuto nessun problema. Qui ora è una cura normale”.

Hutchins chiese: “Quale alternativa c’è in un simile caso urgente?” Rispondendo alla propria domanda, disse: “Non ne conosco nessuna, a parte la trasfusione di sangue”.

Tuttavia oggi ci sono milioni di persone che rispettano la legge di Dio che vieta di prendere sangue. (Gen. 9:3-5; Lev. 17:14) Sono cristiani che ubbidiscono al comando ispirato: ‘Astenetevi dal sangue’. (Atti 15:20, 28, 29) In caso di emergenza, possono ritenere di non avere altra alternativa che accettare i rischi del tipo di trattamento per integrare il sangue che è risultato utile per mio padre, se il medico è disposto a somministrarlo.

Perché erano venuti qui

Fui sbalordito apprendendo che quasi metà dei pazienti dell’ospedale Esperanza erano testimoni di Geova. Erano venuti da molte parti degli Stati Uniti perché avevano appreso, come la nostra famiglia, che lì il loro desiderio d’essere curati senza sangue sarebbe stato rispettato. Spesso, quando la terapia era stata intrapresa, erano in condizioni drammatiche.

Rusty Ross, un ventitreenne, fu trasportato in aereo da Salida, nel Colorado. Perdeva sangue per un’ulcera e i medici del Colorado avevano avuto timore a operarlo senza la libertà di usare sangue, se fosse stato necessario. Dall’aeroporto della Contea Orange un’ambulanza in attesa lo aveva trasportato d’urgenza all’ospedale, dove i medici avevano cominciato a operarlo appena un’ora dopo l’atterraggio. Si era quasi dissanguato, e i valori dell’emoglobina erano scesi a 4 (il normale si aggira sui 15). Ma ce la fece, guarì in fretta e fu dimesso dall’ospedale mentre eravamo lì con mio padre.

Dorothy Wayner, una casalinga quarantasettenne di Phoenix, nell’Arizona, era un caso simile. A causa di una colite ulcerosa era stata ricoverata in un ospedale del posto. Poiché i valori del sangue scendevano pericolosamente, i medici avevano paura a operarla senza sangue. Quando fu trasportata in aereo in California i valori dell’emoglobina erano scesi a 4. Dopo l’operazione caddero ulteriormente al di sotto di 3. Pochi sopravvivono con così poco sangue, ma lei sopravvisse. Il 17 gennaio, mentre eravamo ancora all’ospedale, si era ripresa così bene da essere dimessa.

Assistenza medica

La mia impressione fu che i pazienti ricevevano un’ottima assistenza medica. Uno dei medici che lavorano presso l’ospedale è Ron Lapin, un uomo di 38 anni dai capelli scuri e dall’aspetto atletico, nativo d’Israele. Non è un testimone di Geova, ma è d’accordo con loro sul pensiero delle Scritture riguardo al sangue.

“Non somministrerei mai sangue a nessun paziente”, ha spiegato Lapin. “Non faccio una trasfusione di sangue da oltre cinque anni. Tuttavia l’esame degli oltre 2.000 pazienti che abbiamo operato in questo periodo rivelerà, credo, che le percentuali di sopravvivenza e guarigione sono in tutto e per tutto così buone, se non migliori, rispetto a quelle dei pazienti che ricevono sangue”.a

Anche in altri luoghi ci sono molti medici che accettano e curano i testimoni di Geova senza sangue. In varie città degli U.S.A. c’è un crescente numero di istituti medici che li accetta. Per esempio, a New York ora è possibile trovare un medico in molti campi specializzati disposto a curare i testimoni di Geova.

È stato anche interessante leggere qualcosa sulle operazioni per la sostituzione della giuntura femorale eseguita senza sangue al Centro Medico dell’Università dell’Arkansas (Little Rock) da un gruppo di chirurghi con a capo il dott. Carl L. Nelson. L’articolo diceva: “Il gruppo ha operato un centinaio di testimoni di Geova di quasi tutti gli stati degli U.S.A., a detta del dott. Nelson. ‘E penso di poter dire onestamente che il fatto di lavorare con i testimoni di Geova è stato utile per tutti’, ha dichiarato”. — The Journal of the American Medical Association, 16 gennaio 1978.

Sullo stesso tono, il prof. Walter J. Pories, preside della facoltà di chirurgia (East Carolina University, Greenville, North Carolina) ha scritto in una lettera: “Abbiamo curato molti testimoni di Geova . . . e siamo stati unanimemente colpiti dalla sincerità e dalla cooperazione dei seguaci della vostra chiesa, e francamente abbiamo avuto migliori risultati che con la maggioranza degli altri pazienti. Speriamo che non abbiate bisogno di interventi chirurgici, ma se ne avrete bisogno saremo lieti di servirvi in armonia con i precetti della vostra fede”.

Cure amorevoli e pazienti

Desideravo conoscere il parere di Vinod Malhotra, il cardiologo indiano che aveva assistito mio padre. “I medici dovrebbero essere al servizio dei pazienti, non costringerli ad accettare le loro idee”, disse. I modi gentili e miti di Malhotra ben si addicevano al suo pensiero circa l’assistenza ai pazienti. Per esempio, approvò che le mie nipotine visitassero il nonno e che noi familiari lo assistessimo per ventiquattr’ore al giorno mentre era all’ospedale. “Quando si è gravemente malati c’è più che mai bisogno dei propri cari”, disse. “I familiari devono poterli toccare e abbracciare, e non essere isolati dietro una parete di vetro”.

Il 24 gennaio papà poté finalmente tornare a casa a Palm Springs, e io ripresi l’aereo per New York. Mia moglie si trattenne ancora due settimane per assisterlo ulteriormente nella riabilitazione del suo lato destro paralizzato.

La nostra famiglia è grata che, in questa emergenza, abbiamo potuto trovare una cura medica gentilmente somministrata con il debito rispetto per i desideri del paziente.

[Nota in calce]

a The Journal of the American Association del 22/29 febbraio 1980 fa rilevare: “Lapin cominciò a rendersi utile ai testimoni di Geova cinque anni fa quando un collega gli chiese di intervenire in un caso di interruzione di gravidanza ectopica. La paziente era stata rifiutata altrove. Non sapendo della fede della paziente egli acconsentì. Quando seppe che la donna non avrebbe accettato la trasfusione, pensò che fosse troppo tardi per tirarsi indietro, così ‘sudai per cinque ore’, egli rammenta. Si riprese bene. Ora Lapin commenta: ‘Non saprei come fare con qualcuno che avesse l’emoglobina normale’”.

[Immagine a pagina 19]

Mio padre con i medici Vinod Malhotra, Ron Lapin ed Herk Hutchins che l’hanno avuto in cura

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