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  • Opere d’arte viventi
  • Svegliatevi! 1981
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Svegliatevi! 1981
g81 8/8 pp. 26-28

Opere d’arte viventi

MIA FIGLIA aveva tredici anni quando portò a casa dalla biblioteca un libro sul soggetto dei bonsai. Mi mostrò le fotografie del libro e mentre osservavamo con stupore i tronchi stupendi e le artistiche forme asimmetriche, il mio interesse fu prontamente destato. Divorammo il libro e non passò molto che andammo al locale vivaio per comprare piante con cui fare dei bonsai. Insieme tagliammo le radici, potammo i rami, li legammo con filo metallico e li trapiantammo. Ma avevamo messo da poco gli alberi nel cortile quando ci accorgemmo che stavano morendo.

Anni dopo ci trasferimmo in una zona dove si potevano sradicare degli alberelli selvatici e farne dei bonsai; così feci un altro tentativo di coltivarli, e questa volta ebbi un po’ più successo. Mia figlia, che intanto era cresciuta, non viveva più con noi. Ma recentemente abbiamo fatto un viaggio insieme a Washington, dove abbiamo visitato l’Orto Botanico Nazionale. Tutta la nostra attenzione fu attratta dalla Collezione Nazionale dei Bonsai. I 53 alberi della collezione sono stati donati dall’Associazione Nipponica del Bonsai. Includeva un magnifico pino rosso giapponese di 180 anni proveniente dalla casa imperiale. Questi alberi erano stati curati da generazioni di esperti. Anche chi non si fosse mai interessato di “piante in vassoio” (ciò che significa letteralmente “bonsai”), sarebbe rimasto incantato davanti a queste opere d’arte viventi. Guardando questi bonsai ci si poteva sentire come Gulliver davanti a un piccolo paesaggio di Lilliput.

Cos’è il bonsai?

Ad alcuni questo passatempo può sembrare un tentativo per tormentare gli alberi, torcendoli per far loro assumere forme bizzarre. Ma per i giapponesi, che hanno perfezionato quest’arte, è un modo per avere vicino un po’ di natura pur vivendo in una città affollata. Osservando un albero piantato in un contenitore poco profondo, con la terra coperta di muschio in cui è affondato un sasso irregolare, si evocano ricordi di uno spettacolo che un tempo si poteva ammirare in tutta la sua pienezza.

Forse una volta avete fatto un piacevole picnic con la famiglia o gli amici in un boschetto. Forse avete fatto una foto ricordo. Ma avreste anche potuto prendere alcuni alberelli e piantarli in un basso contenitore per avere una copia vivente della realtà.

Coloro che amano una varietà di alberi ma non hanno spazio che per uno o due a grandezza naturale potrebbero mettere una rudimentale panchina nel cortile dove una dozzina di alberi in miniatura potrebbero fare bella mostra di sé. Per un mio conoscente che era un appassionato di bonsai la situazione si capovolse. Dopo avere acquistato una grande tenuta, smise di coltivare bonsai per passatempo e si diede alla coltivazione di alberi a grandezza naturale.

Quando le foglie decidue cambiano colore ci godiamo appieno l’autunno. Un bonsai che si è rivestito dei colori autunnali può essere una cosa affascinante nel soggiorno. A primavera gli alberi fioriti del giardino sono un incanto, ma un improvviso temporale può rovinare lo spettacolo facendo cadere i fiori. Un bonsai in fiore, si tratti di un’azalea, di un cotogno o di un glicine, può essere portato in casa per sottrarlo all’imprevedibile tempo primaverile e conservare la fioritura più a lungo. Il fatto di poterli spostare è un’altra ragione per cui alcuni desiderano coltivarli.

Essenzialmente i bonsai sono piante da tenere all’aperto, poiché hanno bisogno di sole, aria fresca e del mutare delle stagioni per mantenersi vigorosi. Dentro casa sarebbe difficile provvedere alle innaffiature necessariamente abbondanti e alle frequenti irrorazioni delle foglie. La maggioranza degli alberi, inoltre, soffrirebbe per la mancanza di umidità nelle case riscaldate, per cui si dovrebbero portare dentro solo in occasioni speciali o per abbellire la casa in onore di un ospite.

Come ottenere risultati

Se vi intendete un po’ di piante e di alberi, forse questo passatempo fa per voi. Nell’emisfero occidentale i libri su questo soggetto sono diventati via via più comuni man mano che è aumentato l’interesse. Avete mai potato alberi o cespugli per dar loro una forma determinata o per togliere i rami danneggiati? Avrete usato senz’altro forbici da potatore e per i rami più alti avete dovuto prendere la scala. Con un bonsai, però, vi basteranno uno sgabello da cucina e forbicine per le unghie. Se siete riusciti a trapiantare alberi, sapete che il periodo dell’anno era importante, e in alcuni casi avete potato l’apparato radicale con la vanga e aspettato che crescessero le piccole radici secondarie prima di tagliare il fittone e trapiantare l’albero. Sapendo queste cose riuscirete anche a trapiantare un albero selvatico in un contenitore. Non sarete tentati di sradicare un albero durante i caldi mesi estivi; le foglie appassirebbero e l’albero morirebbe. Né tagliuzzerete l’apparato radicale di un albero cresciuto in un vivaio per farlo entrare con la forza in un vaso da bonsai in una sola operazione.

Se vi interessano in particolar modo le piante da appartamento, alcune specie di bonsai si possono coltivare in casa. Fra queste ci sono azalea, bosso, cotoneaster o Pyrocantha. Gli appassionati americani di bonsai usano anche Ficus exotica e Polyscias fruticosa. Coltivando piante da appartamento, man mano che crescono le mettiamo in vasi sempre più grandi. Sotto questo aspetto la coltivazione dei bonsai è diversa, perché le radici sono opportunamente potate non solo per tenerle entro lo stesso vaso anno dopo anno, ma per incoraggiare la crescita di nuove radici più vicino alla corona. Anche il fogliame è potato, per cui ne risulta un tronco che appare proporzionatamente più grosso.

Nei primi anni il principiante non può aspettarsi grandi risultati. Ricordo il sorriso stirato e imbarazzato sul viso di un coltivatore di mestiere quando gli feci vedere il mio primo capolavoro. Non voleva scoraggiarmi, ma non poteva sinceramente complimentarsi con me. Dopo un po’ potete cominciare a pensare che alcuni dei vostri alberi siano belli, solo per andare a una mostra di bonsai e accorgervi che, in paragone all’opera degli esperti, i vostri sono insignificanti. Non vi demoralizzate per questo.

Se trascorrete del tempo in una zona incolta, può darsi che troviate un nano naturale, un tesoro per il patito di bonsai. Oppure curiosando in un vivaio forse trovate un arbusto che nessuno ha voluto perché era asimmetrico.

Alcuni penseranno che si possa ottenere un bonsai in breve tempo ma altri insisteranno che ci vogliono come minimo dieci anni per ottenere un bonsai veramente bello. Sia gli uni che gli altri, però, converranno che l’età è apparente — un’illusione prodotta dalla mano del coltivatore — e non è sempre dovuta al passare degli anni. Se siete pazienti anche voi potrete ottenere un’opera d’arte vivente. — Da un collaboratore.

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