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  • g81 22/8 pp. 5-8
  • La Chiesa Elettrica all’opera

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  • La Chiesa Elettrica all’opera
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Svegliatevi! 1981
g81 22/8 pp. 5-8

II parte

La Chiesa Elettrica all’opera

NON è un predicatore in tonaca nera. Indossa invece uno scintillante abito bianco di poliestere con gilè. Non officia davanti a un altare, ma corre su e giù sul palcoscenico a molti livelli della sua “cattedrale” televisiva, illuminata dai riflettori. Lucido come uno specchio, con ogni gradino delineato da luci intermittenti, e coi numerosi fondali che cambiano di continuo la scena, il palcoscenico stesso fa spettacolo.

È tempo di preghiera, ma non si tratta di una preghiera comune. Il predicatore si sofferma davanti a un tavolo pieno di lettere della sua “famiglia di preghiera-chiave” e si piega su un ginocchio davanti al tavolo, a mani giunte, con atteggiamento riverente. Il coro, dall’aspetto pulito, prende posto a semicerchio dietro di lui. Mentre il predicatore prega, il coro canticchia a bocca chiusa e le labbra di ciascun componente del coro sfiorano appena il microfono, stile night club.

Al termine della preghiera la scena svanisce e appare una pubblicità registrata che reclamizza entusiasticamente la “famiglia della preghiera-chiave” del predicatore. È fatta con molta abilità. Si vede una donna anziana, ovviamente devota e sola, che scrive al predicatore una lettera. Si ode una voce fuori campo: la donna spiega come la sua solitudine e quasi tutti gli altri suoi problemi sono scomparsi da quando si è unita alla “famiglia della preghiera-chiave”.

Ora torniamo al predicatore, appena in tempo per il suo sermone. Non agita la Bibbia. È un sermone “freddo”, in gergo televisivo, il che significa che il predicatore parla come se fosse nel soggiorno dello spettatore. Egli ribadisce più volte lo stesso punto. Se si vuole che le proprie preghiere siano esaudite bisogna unirsi alla sua “famiglia della preghiera-chiave”. Cosa c’entra la chiave? “La preghiera è la chiave”, dice con tono solenne, “che apre la banca del cielo”.

Questo è un esempio dello straordinario fenomeno che si sta verificando nella religione americana: la Chiesa Elettrica. La sua sofisticazione e la sua popolarità, di recente acquisizione, stanno mettendo sottosopra la religione e la politica negli Stati Uniti. Le sue massime celebrità raccolgono più soldi della maggioranza delle grandi denominazioni americane. Chi sono? Da dove vengono? Che cosa rappresentano?

La Chiesa Elettrica consiste di predicatori televisivi che acquistano il tempo di trasmissione e se ne servono per ottenere offerte con cui acquistare altro tempo di trasmissione, e così via. Naturalmente, quasi tutte le stazioni televisive usano molta cautela nel vendere tempo a un predicatore che importunerà i telespettatori, per cui i predicatori hanno metodi complicati per non dare l’impressione di chiedere fondi durante le trasmissioni.

Quali sono alcuni di questi metodi? Incoraggiano i telespettatori a scrivere per ottenere una “preghiera chiave” gratis; a questo punto i telespettatori sono messi in un elenco computerizzato di indirizzi, e poi comincia l’imbroglio. Oppure è loro offerto un “servizio di consulenza” per televisione, e coloro che telefonano per chiedere aiuto sono in seguito contattati per posta. L’elenco di indirizzi computerizzato ha permesso alla Chiesa Elettrica di fare affari d’oro. Fino a che punto? Ecco alcuni esempi tipici:

Oral Roberts, ex guaritore pentecostale, ora metodista alquanto più mite, 60 milioni di dollari all’anno.

Jerry Falwell, di Lynchburg (Virginia, U.S.A.) battista con un messaggio fortemente politico, oltre 50 milioni di dollari all’anno.

Pat Robertson ha lanciato il primo popolare spettacolo religioso con intervista degli ospiti e ora ha una sua rete che trasmette dalla nuova sede costata 20 milioni di dollari. L’anno scorso la sua rete (Christian Broadcasting Network) ha raccolto 70 milioni di dollari.

Jim Bakker, che operava insieme a Robertson, ha iniziato un suo programma con ospiti, e la sua rete ha un guadagno lordo di 53 milioni di dollari all’anno.

Rex Humbard, con la sua “Cattedrale di domani” e il suo palcoscenico spettacolare, raccoglie circa 25 milioni di dollari.

La lista potrebbe continuare. Nel complesso, i massimi personaggi della Chiesa Elettrica possono spendere ogni anno centinaia di milioni di dollari per comprare il tempo di trasmissione. Dove li trovano?

La maggioranza di coloro che seguono la Chiesa Elettrica non sono ricchi. Benjamin L. Armstrong, che ha coniato l’espressione “Chiesa Elettrica”, spiega: “Fa parte del concetto della Chiesa Elettrica condizionare l’ascoltatore a dare”. I milioni di dollari che i predicatori della Chiesa Elettrica ricevono sono formati per lo più di offerte di 25 o 50 dollari. Jerry Falwell, ad esempio, in una normale giornata può ricevere 10.000 lettere, oltre metà delle quali contengono offerte.

Un detenuto di Pontiac (Michigan, U.S.A.) ha avuto la sorpresa di vedersi recapitare una richiesta che sollecitava l’invio di 35 dollari. Perché? Egli dice: “La nota, scritta col computer, spiegava che un mio amico, il quale desiderava conservare l’anonimato, aveva . . . chiesto che fosse detta a mio favore una speciale preghiera in televisione . . . La preghiera era stata detta, ma il mio amico non aveva risposto alla successiva ‘cartolina di offerta’ che gli era stata spedita. Ero così gentile da inviare un assegno?”

A volte la richiesta di denaro è fatta in modo più sottile. “L’altro giorno ho visto un programma in televisione che riassume i miei timori circa le trasmissioni religiose pagate”, ha detto un telespettatore. “Durante il programma il predicatore ha fatto apparire sullo schermo due numeri telefonici. Uno era per quegli spettatori che volevano fare offerte, e la chiamata era gratuita, mentre l’altro numero era per coloro che volevano consigli, ma questo non era gratuito”.

Perché questa continua richiesta di denaro?

Una ragione è che la Chiesa Elettrica esiste grazie ai molti costosissimi mezzi offerti dalla tecnologia. La maggioranza delle emittenti religiose non potrebbero mai competere con i regolari programmi trasmessi dalle reti televisive per la massa dei telespettatori americani. Quando in TV c’è un programma religioso, la maggioranza, per dirla schiettamente, spegne il televisore. Il problema della Chiesa Elettrica è questo: Come raggiungere la devota minoranza di telespettatori che vogliono vedere programmi religiosi?

La risposta? “La rivoluzione nella tecnologia dei satelliti, le nuove applicazioni dei computer, e l’avvento delle reti televisive via cavo e di nuove stazioni radio stanno trasformando gli Stati Uniti in un grande villaggio e rendendo economiche anche le trasmissioni con un numero relativamente piccolo di sostenitori”, fa notare la rivista Forbes. “Che fare se non tutti vogliono vedere un programma religioso? . . . La TV, come certe riviste, può ora rivolgersi a un pubblico specializzato”.

Per la Chiesa Elettrica ne è risultata una diversa impostazione economica. I telespettatori non sostengono indirettamente questi programmi acquistando il sapone in polvere reclamizzato nel programma. Devono invece sostenere direttamente i programmi con le loro offerte. La richiesta e la raccolta di questi fondi è diventata una vasta operazione computerizzata per la maggioranza dei divi della Chiesa Elettrica. Per questa chiesa il computer è indispensabile come il tubo catodico del televisore.

Il perenne bisogno di raccogliere fondi tiene prigionieri i predicatori della Chiesa Elettrica in un ciclo economico con alti e bassi. Grandi imprese, come “cattedrali” o università e ospedali, sono iniziate, seguite da disperate richieste ai fedeli perché offrano altro denaro con cui “finire l’opera di Dio”. Un banchiere del posto ha detto di uno dei massimi esponenti della Chiesa Elettrica: “C’è solo un problema in un ministero come quello di Jerry. Non può smettere di raccogliere fondi; se smette, crolla tutto”.

Questo aspetto della Chiesa Elettrica potrebbe far ricordare ai cristiani riflessivi le parole di Gesù contenute nel Sermone del monte. Gesù disse esplicitamente: “Nessuno può essere schiavo di due signori; poiché o odierà l’uno e amerà l’altro, o si atterrà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete essere schiavi di Dio e della ricchezza”. — Matt. 6:24.

Dal momento che i predicatori della Chiesa Elettrica hanno continuamente bisogno di enormi offerte da parte dei telespettatori, è probabile che corrano il rischio di offendere quei telespettatori? No, in quanto, e non sorprende, la teologia della Chiesa Elettrica è semplicistica e soddisfa il proprio io. “Non chiedete ciò che potete fare per la vostra religione; chiedete piuttosto ciò che la vostra religione può fare per voi”, afferma la rivista Forbes.

Perfino alcuni simpatizzanti ammettono che la Chiesa Elettrica è vuota di contenuti. Il teologo evangelico Carl F. Henry osserva: “Gran parte della religione televisiva dà troppa importanza alla propria esperienza, ed è troppo povera di contenuti dottrinali, per provvedere un’adeguata alternativa alla moderna confusione religiosa e morale”. In altre parole, la religione televisiva non può veramente aiutare a risolvere i problemi della vita.

Al contrario, come fa notare Harvey Cox, professore di teologia presso la Harvard University, i predicatori della Chiesa Elettrica “semplicemente perpetuano e danno maggiore risalto ai valori di una cultura materialistica e consumistica. Aiutano ad accettare alcuni valori molto superficiali, mentre promettono una facile salvezza in un contesto più commercializzato”.

Come si può armonizzare questo messaggio con l’avvertimento di Gesù, che la strada che conduce alla vita non è facile, bensì difficile? Egli infatti disse: “Stretta è la porta e angusta la strada che conduce alla vita, e pochi son quelli che la trovano”. (Matt. 7:14) In base a queste parole, pensate che uno possa ottenere la vita eterna semplicemente sintonizzandosi su un certo canale?

Considerate questa ulteriore esortazione di Gesù Cristo: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce [palo di tortura, Traduzione del Nuovo Mondo] ogni giorno e mi segua”. (Luca 9:23, versione della CEI). Ci si rinnega e si prende la propria “croce” stando quotidianamente davanti alla TV? Gesù Cristo poteva veramente approvare una religione che promette una salvezza facile — niente palo di tortura, niente sacrifici — solo in cambio di un assegno mensile?

Sembra invece che la Chiesa Elettrica sia un esempio del ventesimo secolo di ciò contro cui l’apostolo Paolo mise in guardia Timoteo quando disse: “Vi sarà un periodo di tempo in cui non sopporteranno il sano insegnamento, ma, secondo i loro propri desideri, si accumuleranno maestri per farsi solleticare gli orecchi; e allontaneranno i loro orecchi dalla verità, mentre si volgeranno a false storie”. — II Tim. 4:3, 4.

Perché le persone sono disposte a offrire milioni di dollari per sostenere la Chiesa Elettrica? Perché dice loro quello che vogliono sentire. È loro assicurato che Dio esaudirà le loro preghiere. Non devono rinnegare se stessi o ‘portare una croce’ o fare l’opera che fece Cristo, ma sono “salvati” e Dio li ama, finché continuano a inviare assegni.

Ad ogni modo, anche se la teologia della Chiesa Elettrica è vaga e imprecisa, la sua politica è chiara e specifica. Questo è il soggetto dell’articolo che segue.

[Testo in evidenza a pagina 5]

LA teologia della Chiesa Elettrica è semplicistica e soddisfa il proprio io

[Testo in evidenza a pagina 6]

PERFINO alcuni simpatizzanti ammettono che la Chiesa Elettrica è vuota di contenuti

[Testo in evidenza a pagina 7]

“AIUTANO ad accettare alcuni valori molto superficiali, mentre promettono una facile salvezza in un contesto più commercializzato”

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