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  • g81 22/9 pp. 24-26
  • L’opera missionaria cristiana non è più necessaria?

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  • L’opera missionaria cristiana non è più necessaria?
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Svegliatevi! 1981
g81 22/9 pp. 24-26

L’opera missionaria cristiana non è più necessaria?

MOLTI pensano che non lo sia più. Pensano che abbiano più importanza i bisogni materiali di quelli spirituali. Per questo motivo molti che si dichiarano missionari cristiani dedicano i propri sforzi a migliorare l’assistenza medica e gli alloggi o a perfezionare le capacità agricole e tecniche delle popolazioni in mezzo a cui lavorano.

Alcuni però sono convinti che le persone abbiano soprattutto bisogno di aiuto spirituale, perché permette loro di migliorare la qualità della propria vita ora e ottenere una speranza per il futuro.

Questo fatto venne chiaramente indicato alle 2.124 persone che la domenica 8 marzo scorso si riunirono nella Sala dei Congressi dei Testimoni di Geova di Long Island City (New York). L’occasione fu la consegna dei diplomi alla 70a classe di missionari della Watchtower Bible School of Gilead.

Dal 1943 questa scuola ha addestrato uomini e donne ad adempiere in modo più completo la missione che Gesù affidò ai suoi seguaci: “Andate dunque e fate discepoli delle persone di tutte le nazioni, . . . insegnando loro ad osservare tutte le cose che vi ho comandate”. (Matt. 28:19, 20) Per farlo ci vogliono una forte fede e una speranza viva, oltre al desiderio di dividere con altri le cose buone. Uomini e donne di questo tipo formavano la classe di 49 diplomandi che erano venuti da nove paesi e che sarebbero stati mandati in diciotto paesi.

Una studentessa venticinquenne del Missouri, che desiderava vivamente un mondo giusto, si era prefissa di studiare legge per rendersi utile. Ma la sua meta cambiò quando apprese che la Parola di Dio offre una meravigliosa speranza per il futuro, e seguendo la guida delle Scritture la sua vita divenne ricca e interessante.

Una studentessa trentenne dell’Oregon, descrivendo la sua vita di un tempo, narrò che era un’universitaria dalle idee radicali ed emarginata dalla società. Desiderava aiutare il prossimo e fare il possibile per migliorare il mondo. Ma quando conobbe i testimoni di Geova e gli insegnamenti della Bibbia, pensò: “Ma esiste veramente gente che vive secondo gli insegnamenti di Cristo? Non fanno davvero la guerra? Questa è la mia causa, lo scopo a cui posso subordinare ogni altra cosa”.

Vari studenti dissero che il motivo per cui avevano fatto domanda di compiere il servizio missionario era ‘la speranza che la Bibbia offre per il futuro e i suoi ottimi consigli per migliorare ora la qualità della vita’. Dissero: ‘Questo può veramente aiutare a risolvere i problemi della gente’. Molti avevano già dedicato più di dieci anni al ministero continuo, visitando le persone e cercando di infondere in loro questa speranza.

Per cinque mesi gli studenti avevano fatto uno studio approfondito della Bibbia e ricevuto istruzioni pratiche sul modo di svolgere la loro attività missionaria. Ora avrebbero ricevuto gli ultimi consigli dai loro insegnanti e da altri, essi stessi esperti nella predicazione della buona notizia del regno di Dio come sola speranza per l’umanità.

W. K. Jackson esortò i missionari a rimanere nelle loro assegnazioni e a non pensare: “Adesso provo, e se non mi piace torno a casa”. Diede ottimi consigli in merito ai rapporti umani e rammentò loro le parole di Romani 15:2: “Ciascuno di noi cerchi di piacere al prossimo in ciò che è bene per la sua edificazione”.

M. G. Henschel parlò di cose che dovrebbero starci molto a cuore. Dovremmo cercare di comprendere i tesori nascosti. Il regno di Dio è un tesoro che dovremmo cercare prima di ogni altra cosa nella vita. E l’apostolo Paolo scrisse che il ministero è un tesoro. (II Cor. 4:7) I missionari furono esortati a tenersi stretti questi tesori.

A. D. Schroeder citò le parole di Gesù: “Vieni, sii mio seguace”. (Matt. 19:21) Per questo è necessario manifestare qualità cristiane e aiutare altri a fare altrettanto. Egli disse che non si erano “diplomati” come seguaci di Gesù Cristo. Iniziavano solo un nuovo capitolo nella loro vita di seguaci di Gesù.

J. Redford incoraggiò i missionari a continuare ad avanzare sotto vari aspetti spirituali. Citò le parole di George Bernard Shaw: “Temo il successo. Chi ha raggiunto il successo ha terminato la sua opera sulla terra . . . Mi piace uno stato di continuo divenire, con una meta davanti e non dietro”.

U. V. Glass lodò i missionari perché avevano il forte desiderio di sapere cosa stavano facendo e perché. Molti avevano chiesto: “Come possiamo rimanere nelle nostre assegnazioni?” Glass rispose: “Imparate a conoscere le persone e ad amarle”. Menzionò il bisogno di perdonare liberamente, di mantenere il giusto equilibrio mentale e l’umiltà. Per sottolinearlo, lesse una lettera di un missionario diplomato andato recentemente nel Kenya:

“Suppongo che l’addestramento ricevuto a Brooklyn sia stato appena l’inizio. I fratelli di qui hanno molto da insegnarmi. Mi sono sforzato di vedere qual è la qualità di cui un missionario ha più bisogno per riuscire nella sua assegnazione. E credo che abbia più che altro bisogno di ‘umiltà’. L’umiltà per andare a piedi invece che in macchina. L’umiltà per sedere su dure tavole di legno o su grandi sassi invece che su sedili imbottiti. L’umiltà per fare commenti come quelli di un bambino alle adunanze per via della nuova lingua. Soprattutto, modestia di mente, per fare lo sforzo necessario, per non cedere, per confidare in Geova e non in sé, finché diveniamo nuovamente ‘utili’ e facciamo quello per cui siamo venuti”.

G. M. Couch incoraggiò i diplomandi a non voltare mai le spalle all’assegnazione. Dovevano ricordare le parole di Ecclesiaste 7:8: “È meglio la fine di poi d’una faccenda che il suo principio”. Furono esortati a rammentare che ciò che conta veramente è il traguardo.

Infine, F. W. Franz, preside della Scuola, parlò del “fedele economo” di Dio menzionato in Luca 12:40-53. Rammentò il tempo del re Ezechia, nell’ottavo secolo a.E.V., quando il regno di Giuda era minacciato. Il racconto di Isaia 22:15-25 mostra che c’era un problema in merito agli economi. L’infedele economo Sebna fu sostituito dal fedele economo Eliachim. Nell’adempimento moderno è necessario identificare i fedeli servitori di Dio oggi sulla terra. Franz incoraggiò gli studenti ad accertarsi di avere ben chiara nella mente l’identità della classe del fedele economo di Dio.

Poi il presidente dell’adunanza, C. W. Barber, consegnò i diplomi. Nel pomeriggio gli studenti rappresentarono due istruttivi drammi. Un dramma biblico intitolato “Cercate Geova e continuate a vivere” era imperniato sul ministero del profeta Amos in Israele. Il dramma moderno era intitolato “Come udranno senza qualcuno che predichi?” Esso trattava in modo incoraggiante vari aspetti del ministero di casa in casa svolto oggi dai testimoni di Geova.

Il programma, ricco di edificanti informazioni spirituali, sarà ricordato a lungo dai 49 diplomandi e da tutti gli altri presenti. Le cose spirituali sono davvero di vitale importanza. Infatti, in I Timoteo 4:8 l’apostolo Paolo scrisse: “La santa devozione è utile per ogni cosa, giacché ha la promessa della vita d’ora e di quella avvenire”.

[Riquadro/Immagine a pagina 24]

Watchtower Bible School of Gilead 70a classe, marzo 1981

Nel seguente elenco, le file sono numerate da quella anteriore a quella posteriore e i nomi sono elencati per ciascuna fila da sinistra a destra.

(1) Browne, P.; Hitz, J.; Floyd, B.; De Jesus, M.; Davison, E.; Hoover, M.; White, J.; Gunn, A.; Wyssen, P. (2) Goff, M.; Karwoski, J.; Paulk, L.; Pedersen, S.; Altmeyer, H.; Rendell, D.; Spatz, P.; Oger, P.; Mathon, T.; Johns, E. (3) Brederlow, S.; Kelppe, L.; Reilly, G.; James, S.; Dennison, L.; Kemppainen, C.; Klopson, C.; Reilly, C.; Bivins, A.; Winbush, E. (4) Hoover, D.; De Jesus, J.; Klopson, T.; Hitz, E.; Lovini, D.; Mathon, L.; Pedersen, F.; Knox, H.; Reyna, R.; Karwoski, M. (5) Browne, R.; Johns, K.; Floyd, M.; Paulk, J.; Bivins, M.; White, R.; Winbush, W.; James, D.; De Wolfe, R.; Wyssen, J.

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