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  • g81 22/11 pp. 13-16
  • Gli “uomini delle caverne” sono mai esistiti?

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  • Gli “uomini delle caverne” sono mai esistiti?
  • Svegliatevi! 1981
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Svegliatevi! 1981
g81 22/11 pp. 13-16

Gli “uomini delle caverne” sono mai esistiti?

TALMENTE grande è stata l’influenza esercitata da libri, riviste, esposizioni nei musei e vignette umoristiche che, quando si menzionano gli “uomini delle caverne”, di solito si pensa agli “ominidi” e agli “anelli mancanti”. E a voi cosa viene in mente? Questi termini sono divenuti quasi sinonimi di una creatura del passato — “l’uomo primitivo” — nella “catena evoluzionistica” che dagli antichi primati porta all’uomo d’oggi. Questa “catena” esiste veramente? Gli “uomini delle caverne” intesi nel senso evoluzionistico sono mai esistiti? La scienza moderna ha dimostrato la correttezza di queste idee?

La persona comune presume che la scienza abbia spiegato tutto, che abbiamo una comprovata ininterrotta catena dello sviluppo dell’uomo, così che si immagina che gli ominidi dell’antico passato siano vissuti nelle caverne, e siano anche stati contemporanei dei dinosauri. Perché? A motivo delle illustrazioni che inducono a pensare che gli scienziati abbiano trovato creature intere, proprio come si vede nelle figure: pelose, curve e tutto il resto!

L’esame delle prove, però, mostra che c’è differenza tra ciò che gli scienziati veramente sanno e ciò che suppongono. Per esempio, in un famoso museo di storia naturale c’è un’esposizione di primati che si suppone portino all’uomo e anche un “albero genealogico dei primati”. Ma c’è un’importante spiegazione che dice: “In assenza di alcuni fossili sia di epoca che di affinità conosciute, alcuni rami e biforcazioni sono soltanto ragionevoli congetture”. Le congetture non sono fatti. I legami e le età non sono comprovate.

È vero che gli scienziati hanno trovato caverne con mucchi di ceneri di fuochi, insieme a tracce di cibi e altri segni che l’uomo vi abitava. Ma questo non dimostra che tutti gli uomini dell’antichità vivessero in caverne, o che chi ci viveva costituisca veramente un anello di una catena che ci riporta a qualche tipo di “uomo primitivo”. Oggi alcuni abitano in caverne, come ad esempio i tasaday di Mindanao nelle Filippine. Anche se i tasaday sono considerati primitivi per il loro semplice stile di vita, non sono creature pelose, tozze o di tipo ominide.

Ma gli scienziati non hanno forse trovato crani e ossa di “ominidi”, la prova che un tempo tali creature esisterono? Anzitutto bisogna dire che questo tipo di testimonianza fossile non è copiosa. Alcune ossa non formano una catena. Secondo, è il modo in cui gli uomini interpretano o spiegano ciò che trovano a creare problemi. È sempre difficile interpretare prove insufficienti. “Come sempre, la testimonianza dei fossili si presta a diverse interpretazioni”, ha detto un evoluzionista. Un altro ha ammesso riguardo ai fossili: “Lo studio dell’evoluzione è un gioco, anziché una scienza nel vero senso della parola”. Un altro ancora ha detto su fossili di diverse epoche: “Chi pensa che abbiamo già risolto il problema si inganna”. Gli scienziati non sono d’accordo fra loro su ciò che hanno trovato. Ricostruiscono quello che scoprono, lo interpretano; più tardi reinterpretano le prove e cambiano idea. Facciamo alcuni esempi:

L’UOMO DI GIAVA fu trovato poco dopo il 1890, ma non era uno scheletro completo. L’Encyclopedia Americana dice che consisteva di “nient’altro che una calotta cranica e un femore”. Tutto il resto furono congetture, eppure compaiono figure di una forma pelosa, curva e di tipo ominide. Ritenete sia possibile dire quanto pelo aveva una creatura e qual era il colore della sua pelle in base ad alcune ossa soltanto? Lo scopritore asserì di avere trovato un “ominide”, ma ora gli scienziati dicono che si trattava di un uomo primitivo. L’interpretazione è cambiata!

L’UOMO DI PILTDOWN fu esibito per oltre 40 anni come prova della “catena evoluzionistica”. Ancora nel 1956 un dizionario lo descriveva come “specie estinta dell’uomo”. Ma in edizioni successive lo stesso dizionario lo definì una “contraffazione deliberata” e “una frode elaborata”. Le interpretazioni cambiarono di nuovo. Perché? Negli anni intercorsi era stata trovata la prova che era un inganno, preparato deliberatamente per apparire come un fossile di ominide. Mentre il frammento di cranio era di provenienza umana, la porzione della mascella veniva da un’altra creatura, forse un orango. Qualcuno aveva cercato di “inventare” un ominide! Perché alcuni scienziati si erano lasciati trarre in inganno così facilmente da prove false? Forse si aggrappavano a un fuscello per la disperazione?

L’UOMO DI NEANDERTHAL è un’altra delle parti più conosciute della cosiddetta catena evoluzionistica. Quando fu trovata la prima parte del cranio uno scienziato disse che si trattava della calotta cranica di un idiota. A poco a poco, mentre venivano scoperte altre ossa, le interpretazioni cambiavano. Dalle prime ricostruzioni in cui le forme neanderthaliane erano raffigurate curve e di tipo ominide, con lunghe braccia penzoloni sul davanti, ora abbiamo libri che dicono che “l’uomo di Neanderthal probabilmente non aveva un aspetto molto diverso da quello di alcune persone d’oggi”. Ora un’enciclopedia dice che erano “completamente umani, del tutto eretti”. Che cambiamento! Confrontando le figure di vari libri si vedranno i cambiamenti che ci sono stati nel presunto aspetto dell’uomo di Neanderthal. E ora si ammette che l’uomo di Neanderthal, anziché essere un idiota, aveva un cervello più grosso di quello della maggioranza degli uomini moderni!

Una ragione per cui alcuni scienziati pensavano che l’uomo di Neanderthal fosse tozzo e curvo è molto interessante. Uno dei primi scheletri rinvenuti aveva le gambe piegate ed era di forma curva. Naturalmente, dato che cercavano degli ominidi con cui sostenere la loro teoria, com’era facile commettere un errore! In seguito, dopo ulteriori esami, fu mostrato che lo scheletro era deformato dall’artrite!

Né questo è tutto. Nel tentativo di far apparire i loro ritrovamenti come un legame fra la scimmia e l’uomo, quando le ossa dei piedi dell’uomo di Neanderthal furono per la prima volta ricostruite dagli evoluzionisti, “le fecero assomigliare a quelle di una scimmia”, dice un libro. Ma lo stesso libro ammette che in effetti i piedi “somigliano [moltissimo] a quelli dell’uomo moderno e come tali funzionavano”. Guardate la figura dei piedi (nella pagina accanto). Pensate che quei piedi si somiglino abbastanza da giustificare la conclusione che sono uguali?

LE AUSTRALOPITECINE si possono studiare, dal momento che sono state rinvenute molte loro ossa. Siamo più sicuri che siano antenate dell’uomo? I libri di testo dicono: “Il loro aspetto è frutto di congetture”. “Ci sono ancora molte lacune nella conoscenza che abbiamo dei nostri antenati, e alcune cose che pensiamo di sapere di loro si basano su nient’altro che attente congetture”. Eppure i libri di testo le fanno apparire come anelli di congiunzione con l’uomo.

L’ “HOMO ERECTUS” è un caso indicante come si deve stare attenti a non credere a tutto quello che si vede nelle figure sugli anelli mancanti. Un libro di testo chiede: “Erano pelosi?” E risponde: “Probabilmente no, almeno non più di molte persone oggi viventi”. Ma in una pagina precedente lo stesso libro raffigura un mostro peloso come quello della figura qui sopra. È onesto?

I fatti indicano chiaramente che le presunte prove di una catena che congiunge l’uomo ai primati non esistono. Non erano “uomini delle caverne” in quel senso. Non solo mancano gli anelli, ma non esiste neanche la catena. Quello che è stato presentato come prova, in alcuni casi, è stato falsificato, cambiato, addirittura ricostruito per adattarlo a un’idea preconcetta. In altri casi, è stato interpretato, reinterpretato, male interpretato e applicato erroneamente.

L’uomo però è proprio quello che la Bibbia mostra, cioè unico, una creazione speciale. (Gen. 1:26, 27; 2:20) Non solo il suo cervello è molto superiore in paragone con il cervello degli animali, ma anche il suo corpo lo è. Perfino alcuni evoluzionisti dicono con ammirazione: “La cosa più interessante nel corpo umano è che non ha uguale. Non c’è nulla di simile al mondo”.

[Immagini a pagina 14]

gorilla

uomo

orango

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