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  • Le promesse dell’ingegneria genetica

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  • Le promesse dell’ingegneria genetica
  • Svegliatevi! 1982
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Svegliatevi! 1982
g82 22/1 p. 7

Le promesse dell’ingegneria genetica

LE CELLULE sono piccolissime. Circa 500 cellule di media grandezza starebbero nel punto in fondo a questa frase. Eppure ciascuna di esse contiene generalmente tutto il DNA necessario per costruire una creatura vivente.

Se le cellule sono piccole, le molecole del DNA sono minuscole. Hanno la forma di lunghi filamenti attorcigliati, così lunghi che se tutto il DNA del corpo umano fosse disteso coprirebbe molte volte la distanza fra la terra e il sole! I fili sono sottilissimi, con un diametro di circa un quattrocentomillesimo di millimetro.

A complicare le cose, questi lunghi, sottili filamenti di DNA devono in qualche modo essere stipati dentro le cellule e il solo modo di farceli entrare è quello di attorcigliarli in fasci molto stretti. Per questo motivo gli esperti di ingegneria genetica hanno difficoltà a trovare il punto esatto delle particolari molecole di DNA di cui vanno in cerca, i geni. Non possono mettere una cellula sotto il microscopio, trovare il gene voluto, estrarlo con le pinze e mettervi un altro gene.

I plasmidi

Spesse volte però capita che i batteri contengano molecole di DNA su cui è più facile lavorare. Questi filamenti di DNA sono più o meno indipendenti dal resto del DNA contenuto nei batteri, poiché formano anelli a sé che possono essere facilmente passati da un batterio all’altro. Sono detti plasmidi. Al presente sui plasmidi si fondano le promesse della ricombinazione genica.

Nelle piante e negli animali non è altrettanto facile effettuare la ricombinazione genica perché queste cellule non hanno plasmidi, e i loro sistemi di regolazione genetica sono molto più complicati. Ma gli scienziati sperano che sia presto possibile effettuarla. Sperano pure che un giorno potranno curare malattie di origine genetica, come l’anemia falciforme, sostituendo nell’uomo i geni difettosi.

“Si sta perfezionando un piccolo insetto in grado di recuperare il petrolio, mentre ne sono in programma altri per estrarre metalli dal sottosuolo”, scrive Drummond C. Bell, presidente della National Distillers and Chemical Corporation, nella rivista Leaders. “La nuova frontiera ha già prodotto o sta per produrre insulina umana per combattere il diabete; interferone da cellule umane per combattere il cancro; e vaccini per prevenire malattie come epatite e malaria; nonché ormoni per curare nanismo ed emofilia, e altri che accelereranno la crescita di bovini e maiali. Fra le scoperte in corso ci sono quella di uno zucchero, il fruttosio, a basso contenuto calorico, di piante in grado di generare mediante l’aria il proprio fertilizzante, di un tipo di frumento con il doppio di contenuto proteico dei tipi correnti e di un’altra varietà di frumento che richiede un decimo dell’acqua richiesta dalle varietà coltivate oggi”.

Si afferma inoltre che attraverso la ricombinazione genica sia stato prodotto un efficace vaccino contro l’afta epizootica. — Time, 29 giugno 1981.

Non è strano che la tecnologia del DNA ricombinante sia improvvisamente diventata un’impresa con un grosso volume d’affari. Tuttavia il passaggio dai banchi del laboratorio alla produzione in serie ha messo in allarme alcuni. Perché?

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