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  • g82 8/10 pp. 3-5
  • La condizione dei giovani d’oggi

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  • La condizione dei giovani d’oggi
  • Svegliatevi! 1982
  • Sottotitoli
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  • Perdita del rispetto di sé
  • “Epidemia” di suicidi
  • Un’ondata di delinquenza minorile
  • Nessun senso dei valori
  • Suicidio: Una piaga che colpisce i giovani
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  • Perché aumentano i suicidi?
    Svegliatevi! 1976
Altro
Svegliatevi! 1982
g82 8/10 pp. 3-5

La condizione dei giovani d’oggi

LA CONDIZIONE dei giovani? Non è forse vero che quasi in ogni parte del mondo i giovani non sono mai stati meglio? Sì e no. I giovani d’oggi avranno più cose materiali delle generazioni precedenti, ma sono anche oggetto di pressioni senza pari. Le statistiche sulla delinquenza minorile, e sui suicidi nei paesi sviluppati, mostrano che i giovani d’oggi non comprano la felicità col denaro. Ecco alcuni esempi:

Perdita del rispetto di sé

Ricercatori di Chicago fecero un’indagine negli anni sessanta fra 1.331 adolescenti e fra un gruppo simile alla fine degli anni settanta e nel 1980. La loro conclusione? “In un periodo approssimativo di diciotto anni il concetto che gli adolescenti americani hanno di sé è diventato, a quanto sembra, decisamente meno positivo”. Lo studio, descrivendo gli studenti d’oggi, afferma che sono meno sicuri che in passato e hanno norme etiche più basse. Circa un quinto di essi dicono di avvertire un vuoto emotivo e d’essere confusi per la maggior parte del tempo, e che preferirebbero morire piuttosto che continuare a vivere.

Perché questo cambiamento? Questa lettera di un diciannovenne illustra una delle ragioni principali: “Vengo da una casa divisa, come la maggioranza dei giovani nella società d’oggi”, scrive Roberto. “In famiglia c’erano continue liti e bisticci. Pochissimo amore, se pure ce n’era. Ognuno se ne andava per conto proprio. Abbiamo ricevuto pochissima guida dai nostri genitori durante il difficile periodo dell’adolescenza. È stata molto dura per me. Nessuna disciplina e nessuna parola di lode per quello che facevo. Ricevevo invece critiche. Mi sentivo non amato, respinto, molto addolorato e infelice, senza sapere perché. Sono cresciuto come una vite su uno steccato. Quando mi allontanavo dallo steccato, non c’era nessuno a riportarmi sulla strada giusta”. La storia di Roberto è molto comune oggi.

Anche la politica ha deluso i giovani. “Credo sinceramente che il mondo non durerà altri cinque o dieci anni”, dice un giovane di Amsterdam. “Siamo arrivati al punto che rifiutiamo di assumerci la responsabilità di un sistema che non approviamo”.

Cosa sta creando questo nei giovani? Basilarmente, un senso di alienazione, la sensazione che a nessuno importi se vivono o muoiono. A questa alienazione si aggiunga la sensazione che il mondo non abbia un futuro, e i risultati possono essere spaventosi.

“Epidemia” di suicidi

Forse l’espressione finale dell’alienazione e della perdita della speranza è il suicidio. Non sorprende se la percentuale dei suicidi fra i giovani di molti paesi occidentali è andata regolarmente aumentando. “Il numero dei ragazzi che minacciano e tentano di suicidarsi è aumentato”, dice il dott. Cynthia Pfeffer, psichiatra della Cornell University. “Studi effettuati negli anni sessanta indicavano che non più del dieci per cento dei fanciulli curati in cliniche per pazienti esterni manifestavano tendenze al suicidio. In uno studio che ho condotto di recente, il trentatré per cento dei ragazzi avevano pensieri suicidi”.

Il suicidio è una delle principali cause di morte fra gli adolescenti americani. Nel 1978, per esempio, 3.500 giovani fra i 20 e i 24 anni si tolsero la vita, più del doppio di quelli che si erano suicidati dieci anni prima. Anche queste cifre spaventose sfiorano appena il vero problema della disperazione giovanile. “I tentati suicidi superano il numero degli effettivi suicidi fra i giovani nella proporzione di cinquanta a uno”, scrive il dott. Calvin Frederick dell’Istituto Nazionale di Salute Mentale negli Stati Uniti.

Un’ondata di delinquenza minorile

Non tutti gli adolescenti alienati si suicidano. Alcuni invece commettono omicidi. “Il gruppo di americani più brutali è quello dei giovani dai 18 ai 22 anni”, secondo un recente rapporto. “Nel 1979, dice l’FBI, il 25% di tutti gli arresti per omicidio riguardava giovani”. Notizie simili giungono da altri paesi: bande di giovani nelle città brasiliane, episodi di violenza in aula nelle scuole giapponesi, delinquenza minorile in India.

Il problema non riguarda semplicemente il numero dei reati commessi oggi dai giovani. Il vero problema è di natura spirituale. Gilbert Kelland, comandante di Scotland Yard, si è così espresso: “Provano pochissima vergogna quando vengono presi . . . La moralità è andata a farsi benedire”.

I ragazzi hanno sempre commesso reati. Ma di solito si dicevano pentiti quando venivano presi. Però un crescente numero di giovani inquieti d’oggi sembra non sapere che quello che fanno è male, né gliene importa. In quale altro modo spiegate la ragione per cui due adolescenti di Cleveland diedero 60 dollari a un altro giovane perché uccidesse il loro padre il quale, per citare le loro parole, “non ci lasciava fare nulla di quello che volevamo, nemmeno fumare marijuana”? Lasciarono il corpo del padre steso sul pavimento di casa, gli presero le carte di credito e lo stipendio e per dieci giorni fecero baldoria.

Nessun senso dei valori

Il fatto che i giovani d’oggi crescano senza un vero senso dei valori non si manifesta di solito in modo così drammatico. Dopo tutto la maggioranza dei giovani non sono freddi assassini. Ma anche i normali ragazzi che frequentano le scuole dei quartieri ricchi rivelano differenze allarmanti rispetto ai giovani di una generazione fa. Scrivendo in merito alla nuova generazione, un insegnante in pensione osserva che nelle conversazioni in classe “sono date rapide e facili risposte in base a razionalizzazioni e a cliché che rivelano poca riflessione, poco riguardo per la vita umana . . . morboso cinismo, sfiducia, intolleranza delle idee, dei valori e dei concetti universali”.

È tragico lasciar crescere una generazione di giovani con pochi ideali, poca nobiltà d’animo, e quasi incapaci di distinguere il bene dal male! Eppure questo è ciò che accade in tutto il mondo. “Gli studenti universitari d’oggi si sentono come passeggeri di una nave che affonda, un Titanic se volete, chiamato Stati Uniti o il mondo”, diceva un recente studio (condotto dal Carnegie Council on Policy Studies in Higher Education). “L’odierno fatalismo alimenta uno spirito di giustificato edonismo [vivere per i piaceri]. Fra gli studenti universitari si diffonde sempre più l’idea che, se sono condannati a viaggiare sul Titanic, dovrebbero almeno . . . viaggiare in prima classe, poiché suppongono non ci sia niente di meglio”.

Giovani, pensate che la vecchia generazione sia troppo pronta a puntare il dito accusatore contro di voi? Dopo tutto, quale ragione hanno i giovani per riporre fede in questo sistema di cose? I giovani d’oggi sono cresciuti in una generazione di scandali politici. Perché mai dovrebbero cercare di migliorare un mondo che appare disperatamente corrotto? Dopo un lauto pranzo, i giovani dei paesi ricchi possono accendere la TV e vedere nel notiziario persone che muoiono di fame nei paesi poveri. Sentono i politici che giustificano la spesa di miliardi di dollari in armi anziché in viveri. Perché mai dovrebbero i giovani voler sostenere un ordine mondiale in cui le priorità sono così distorte? Perché dovrebbero riporre fede in un mondo che appare sempre più deciso a saltare in aria per sua volontà?

Ma supponiamo che il mondo si possa veramente cambiare. Supponiamo che la minaccia della guerra nucleare possa svanire, insieme a carestie, infermità e corruzione politica. In un mondo simile la vita non sarebbe molto più interessante? Impossibile, dite? Certo, il modo in cui l’uomo si è autogovernato nel corso della storia non fornisce nessun motivo di sperare in un mondo simile, ma che dire se il cambiamento venisse per opera di qualcun altro che ne ha il potere? Giovani, vi interesserebbe un mondo del genere?

[Immagine a pagina 4]

Il suicidio è una delle principali cause di morte fra gli adolescenti americani

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