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  • g83 8/1 pp. 24-26
  • Finita la musica, come risolviamo i problemi?

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  • Finita la musica, come risolviamo i problemi?
  • Svegliatevi! 1983
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  • Cos’hanno da offrire i divi della musica leggera?
  • Un esempio migliore da seguire
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Altro
Svegliatevi! 1983
g83 8/1 pp. 24-26

I giovani chiedono...

Finita la musica, come risolviamo i problemi?

UN ALTRO giorno di scuola era finito! Susan ne era felice, e poteva ora tornare a casa, chiudersi nella sua stanza, immergersi nella musica e dimenticare il mondo!

Questa descrizione si addice anche a voi? Uno studio degli interessi musicali dei giovani, condotto in Germania nelle città di Berlino e di Amburgo, ha rivelato che trascorrono da un’ora e mezzo a tre ore al giorno ad ascoltare musica. Sei su dieci hanno messo in cima alla lista la musica dal ritmo martellante e la musica leggera. Perché tanto interesse per questo tipo di musica?

I giovani intervistati hanno detto che è perché sono delusi del mondo e desiderano distogliere la mente dai loro problemi. Questa era una delle ragioni principali nel caso di Susan. Gli ammonimenti degli insegnanti, l’ansia per i compiti in classe e gli esami erano subito dimenticati alle prime note della musica. E spesso dimenticava anche di fare le faccende e i compiti a casa.

Susan aveva pochi contatti con i genitori. Vedeva il padre di rado, forse fuggevolmente nel fine settimana. “Lavora tanto”, soleva dire la madre. Susan non ne era altrettanto sicura. Ma di una cosa era sicura: il suo matrimonio non sarebbe stato così. Suo marito avrebbe avuto tempo per lei e per i figli, proprio come diceva una delle sue canzoni preferite.

La madre, che pure lavorava, sembrava sempre nervosa: sempre sotto sforzo, sempre affaccendata, riluttante ad ascoltare chiunque volesse parlare con lei. Preparava la cena in fretta, faceva qualche faccenda, e poi si lasciava cadere su una poltrona davanti al televisore o andava a letto stanca morta.

Susan conosceva molti altri giovani che si lamentavano anch’essi dei genitori. È un fatto che in anni recenti il legame tra genitori e figli si è notevolmente indebolito. Molti genitori non ascoltano più quello che i figli vogliono dire loro, e un gran numero di figli non chiede più consiglio ai genitori per risolvere i problemi della vita.

I giovani però vogliono generalmente essere aiutati a fare progetti per il futuro. Hanno bisogno di qualcuno che si mostri comprensivo con loro, di qualcuno che li ascolti parlare dei loro progetti per il futuro o delle passate delusioni. Dato che la musica ha una parte così importante nella loro vita, non è strano che spesso guardino ai cantanti come esempi da seguire. Anzi, a volte ne fanno addirittura degli idoli.

Cos’hanno da offrire i divi della musica leggera?

Le canzoni moderne parlano spesso dei timori e delle delusioni del nostro tempo. Quindi i giovani che hanno effettivamente questi problemi si sentono compresi da coloro che cantano canzoni del genere.

Certo non basta lamentarsi del deplorevole stato di cose del nostro tempo — anche quando vien fatto in un contesto musicale — per cambiare veramente le cose o risolvere i problemi. Non è dunque strano che coloro che nelle loro canzoni parlano del loro mondo apparentemente sano, o coloro che anche solo lo sognano, siano afflitti dagli stessi problemi comuni a tutti noi.

Le realtà della vita mettono alla prova i vari stili di vita, e indicano se sono pratici o no. La vita di molti cantanti famosi è spesso una distorsione della vita libera e spensierata di cui essi cantano. I divi del rock sono spesso incapaci di stabilire relazioni equilibrate. Chrissie Shrimpton dice della sua relazione amorosa con Mick Jagger, uno dei Rolling Stones: “Era da pazzi voler dividere la vita con un uomo che, da una parte, voleva appartenere a tutti, ma che, dall’altra, non voleva appartenerti neppure quando ne aveva il tempo”.

Per oltre due decenni Elvis Presley fu una delle massime stelle del firmamento musicale. In una biografia di Presley leggiamo che benché avesse fatto “una carriera incredibile . . . non era felice. Aveva pochi veri amici. Era circondato, come egli spesso si lamentava, ‘o da fans o da scrocconi’. Non aveva pace mentale”.

Com’era diventata la sua vita? La biografia continua: “Non ce la faceva. Si diede alla droga, divenne polemico, non era più il giovane cortese di un tempo. Quelli che lo conoscevano bene lo ammiravano ancora, ma non lo amavano più. È vissuto solo, sebbene non in solitudine, ed è morto solo”.

Popolarità e prestigio a lungo andare non sostituiscono una vita interessante e soddisfacente. George Harrison, che ha fatto parte del complesso dei Beatles, ha detto: “Non dava più nessuna soddisfazione”.

Forse il comportamento di alcuni grandi del mondo dello spettacolo è dovuto in parte al senso di vuoto e di insoddisfazione che la fama crea. Camere d’albergo sono state distrutte, automobili demolite, e spesso alcuni sono rimasti feriti. Tale comportamento non è indice di equilibrio e di compostezza. Al contrario, indica uno spirito di frustrazione.

Un amico di Mick Jagger ha detto una volta: “Mick ha sempre avuto un conflitto interiore. Non ha mai voluto l’immagine negativa che è stata presentata di lui e degli Stones. Ma per esserne all’altezza . . . è diventato l’uomo cattivo e aggressivo che i giornali descrivevano. . . . D’altra parte, ha sempre sognato un mondo buono, in cui non predominassero cattiveria e meccanismi di potere”.

Il mondo di felicità e armonia che i divi della musica leggera descrivono nelle loro canzoni appare bello. E forse essi sono molto bravi a dire cos’è che non va nel mondo d’oggi. Ma una situazione non cambia solo perché si sa qual è. Il loro stesso modo di vivere contraddice i loro sogni di un mondo buono, un mondo che non possono creare per se stessi, tanto meno per gli altri. Prima o poi la musica finisce, e sia il cantante che l’ascoltatore rimangono con i loro problemi.

Un esempio migliore da seguire

Molti giovani sono giunti quindi alla conclusione che i divi della canzone non siano buoni esempi da imitare. Fra loro c’è un quattordicenne tedesco che ha scritto alla Watch Tower Society quanto segue:

“Fino a dodici anni non credo che la musica influisse tanto su di me. Certo, ascoltavo la musica alla radio, ma tutto finiva lì. Poi le cose cambiarono all’improvviso quando ci trasferimmo e la nonna regalò a me e mio fratello un giradischi. Mi chiedevo che dischi comprare. I miei genitori suggerirono Elvis Presley, e io fui d’accordo. Comprai uno dei suoi album. Dopo averlo sentito ne fui entusiasta. Ne comprai un altro. Ma la cosa non si fermò lì. Cominciai a collezionare ritagli di giornale che parlavano di lui e fotografie. Poi in seguito comprai alcuni dei suoi poster. Ma era solo il principio. Mi tagliai i capelli come quelli di Elvis e cominciai a imitarlo. Cercavo di vestire come lui. A quattordici anni cosa avevo? Almeno quindici album di Presley, poster, mucchi di ritagli e la coscienza turbata”.

Perché la “coscienza turbata”? Perché nonostante la sua giovane età questo ragazzo si era reso conto che imitare o idolatrare creature umane imperfette è controproducente e poco saggio. Ora egli è molto più equilibrato e termina la sua lettera dicendo: “Questo serva d’avvertimento per altri giovani affinché non si spingano troppo oltre”.

Molti, incluso questo giovane, hanno deciso di seguire l’esempio di qualcun altro, di un uomo vissuto circa 1.900 anni fa e che rivolse ai suoi ascoltatori questo invito: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò”. (Matteo 11:28) Fu Gesù di Nazaret a dire queste parole.

Un giovane che rispetta la Parola di Dio, come la rispettava Gesù, e se ne lascia guidare in ogni attività umana riscontrerà che essa dà consigli pratici per condurre una vita felice e per far fronte ai problemi della vita. Inoltre essa offre la meravigliosa prospettiva che questa terra sia un giorno purificata da corruzione, violenza, criminalità, ingiustizia e inquinamento.

Chi sceglie di seguire nella propria vita l’esempio di quest’uomo, Gesù, e quello dei suoi moderni discepoli non deve vivere da asceta. Osservate i cristiani testimoni di Geova. Scoprirete che sono persone felici e normali. Sanno per esperienza che per risolvere i problemi della vita non esistono consigli migliori di quelli contenuti nella Bibbia. È loro desiderio invitarvi ad accertarvene.

[Testo in evidenza a pagina 26]

Prima o poi la musica finisce, e sia il cantante che l’ascoltatore rimangono con i loro problemi

[Immagine a pagina 25]

Le loro canzoni parlano dei timori e delle delusioni della vita attuale

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