BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • g83 8/10 pp. 9-10
  • Il denaro è al sicuro in banca?

Nessun video disponibile.

Siamo spiacenti, c’è stato un errore nel caricamento del video.

  • Il denaro è al sicuro in banca?
  • Svegliatevi! 1983
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • Dov’è finito il denaro?
  • Una reazione a catena?
  • “Pace e sicurezza” nel mondo finanziario?
  • Le banche sono sicure?
    Svegliatevi! 1986
  • Sono sicure le banche?
    Svegliatevi! 1975
  • Perché le banche falliscono
    Svegliatevi! 1986
  • La “Vecchia Signora di Threadneedle Street”
    Svegliatevi! 2005
Altro
Svegliatevi! 1983
g83 8/10 pp. 9-10

Il denaro è al sicuro in banca?

‘IL LUNEDÌ mattina cominciarono a fare la fila. Sfidarono il freddo pungente e un’attesa che avrebbe potuto protrarsi per cinque ore. Le rassicurazioni dei dirigenti di banca, degli economisti e dei capi politici non facevano altro che accrescere il senso di panico. In tutta la nazione, anzi, in tutto il mondo, una folla sempre crescente di depositanti assediava le banche, rivolgendo la stessa richiesta: VOGLIAMO I NOSTRI SOLDI!’

Potrebbe esser questa la notizia che leggerete in un giorno non lontano? The Wall Street Journal ha recentemente citato l’economista Alan Greenspan il quale avrebbe detto che “le probabilità di un pericoloso crac [bancario] non sono mai state così grandi da mezzo secolo a questa parte”. Perché?

Dov’è finito il denaro?

Rammentate quanti rigorosi controlli avete subito l’ultima volta che avete chiesto un piccolo prestito bancario. È strano, ma le banche non sono sempre altrettanto prudenti quando si tratta di grosse somme di denaro. Per esempio, il Messico, con le sue notevoli riserve petrolifere, ottenne facilmente prestiti per circa 57 miliardi di dollari. Poi ci fu un brusco aumento dei tassi di interesse in tutto il mondo e i prezzi del petrolio calarono. Il Messico era sull’orlo della rovina. Tra coloro che avevano il proprio denaro in banca si diffuse una specie di panico quando cominciò a correre voce che c’era la possibilità che il Messico divenisse inadempiente. Furono prese misure d’emergenza per far affluire ancora altro denaro in questa nazione. Anche se una crisi può essere stata scongiurata, ci sono altre nazioni, come ad esempio Polonia e Brasile, che hanno difficoltà a pagare i loro enormi debiti.

Altri miliardi sono investiti nelle imprese. In passato, le grandi imprese finanziavano le loro organizzazioni vendendo titoli (prestiti a lungo termine) al pubblico. Ma quando i tassi di interesse sono saliti alle stelle, gli investitori hanno venduto i loro titoli e investito il denaro in campi più redditizi. Le imprese sono state costrette a ricorrere a prestiti bancari a breve termine per i quali devono pagare un alto interesse. Le banche però potrebbero perdere una fortuna se queste imprese fallissero. Il recente crac della Drysdale Government Securities Corporation è un inquietante esempio di quanto siano vulnerabili le banche: è costato loro 285 milioni di dollari!

Una reazione a catena?

Gli economisti temono che questi elementi possano scatenare una reazione a catena di portata mondiale. Supponiamo che una nazione straniera, o un certo numero di grandi società, venga meno ai propri impegni. Potrebbe significare la rovina per una o due grandi banche. Questo, a sua volta, potrebbe spaventare chi ha depositato il proprio denaro in altre banche e indurlo a ritirare freneticamente i propri depositi. Dato che le banche tengono a disposizione solo una modesta quantità di denaro contante, potrebbe seguirne una massiccia crisi di liquidità. I banchieri avrebbero un disperato bisogno di contante. Questa reazione a catena potrebbe allargarsi dando luogo al crollo dell’economia mondiale!

I banchieri però dicono che una situazione del genere è improbabile. David Rockefeller, ex presidente della Chase Manhattan Bank, ha dichiarato in una recente intervista che il sistema bancario “è molto solido”. È vero che “le banche fanno molti affari tra loro, per cui c’è un’enorme interdipendenza”, ma a suo avviso è “piuttosto improbabile” che una simile reazione a catena possa far crollare il sistema bancario mondiale. Dato però che il successo del sistema bancario dipende dalla fiducia del pubblico, è comprensibile che i portavoce delle banche si esprimano con tanto ottimismo.

‘Una nazione non permetterebbe il fallimento delle sue maggiori banche’, potreste replicare. Eppure questo è esattamente ciò che ha fatto la Banca d’Italia! Il crac del Banco Ambrosiano ha ricevuto molta pubblicità a causa dei suoi stretti legami col Vaticano. Quando questa banca, con tutti i suoi scandali, si è trovata in difficoltà, la Banca d’Italia, con sorpresa e costernazione dei banchieri europei, ha ritirato il suo appoggio. I banchieri temono che sia stato così stabilito un pericoloso precedente.

“Pace e sicurezza” nel mondo finanziario?

Secondo il New York Times del 10 ottobre 1982, “chi è addentro predice che il timore di un crollo della finanza internazionale spingerà infine le parti a un accordo”. Durante la crisi economica degli anni trenta, però, le nazioni non cooperarono, e cercarono piuttosto “di proteggersi dalla tempesta economica mondiale prolungata senza tener conto degli effetti dannosi che le loro misure avevano sugli altri paesi”. E non c’è molto a indicare che le nazioni abbiano cambiato i loro sentimenti. I governi, per esempio, davanti al grave problema dell’inflazione hanno lasciato salire i tassi di interesse, senza badare all’effetto nocivo che questo ha avuto sulle nazioni povere.

Ad ogni modo, la Bibbia predice che presto eminenti capi annunceranno “Pace e sicurezza!” (I Tessalonicesi 5:3) Resta da vedere fino a che punto questo includerà gli eventuali provvedimenti presi per rabberciare in qualche modo l’economia mondiale. Intanto cosa si può fare data l’instabilità dell’economia mondiale?

    Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
    Disconnetti
    Accedi
    • Italiano
    • Condividi
    • Impostazioni
    • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
    • Condizioni d’uso
    • Informativa sulla privacy
    • Impostazioni privacy
    • JW.ORG
    • Accedi
    Condividi