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  • La minaccia dell’atomica

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  • La minaccia dell’atomica
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Svegliatevi! 1984
g84 22/8 pp. 3-4

La minaccia dell’atomica

“Sopra le macerie della valle di Urakami torreggiava una mostruosa colonna di fumo che dal centro dell’esplosione si innalzava a incredibile velocità e si andava via via allargando. Come un demonio liberato dopo innumerevoli secoli di prigionia, la colonna si torceva e si contorceva verso la stratosfera. . . . La micidiale apparizione saliva vorticosamente nel cielo, dove volteggiavano gli aerei. Cambiava forma, e anche colore, dal porpora al salmone all’oro al biancastro”. — The Fall of Japan, di William Craig.

QUESTO era lo spettacolo che offriva Nagasaki la mattina del 9 agosto 1945, pochi minuti dopo che vi era stata sganciata una bomba atomica. L’esplosione era qualcosa di terribilmente bello. Ma non c’era nulla di bello sotto quella palla di fuoco. “Per le strade, nei campi, tra le macerie giacevano centinaia di persone che urlando chiedevano acqua. Creature che avevano solo la vaga parvenza di esseri umani camminavano stordite, con grandi lembi di pelle penzoloni e il tronco annerito”. Quella mattina morirono quarantamila persone, mentre tre giorni prima, a Hiroshima, ne erano morte quasi centomila.

Le bombe sganciate su Hiroshima e Nagasaki, rudimentali secondo i criteri d’oggi, erano le prime bombe nucleari che venissero lanciate su uomini, donne e bambini. Nondimeno quei micidiali, infuocati funghi atomici sono divenuti un incubo sempre presente nella coscienza collettiva della razza umana. Essi hanno mostrato con orribile chiarezza, su piccola scala, ciò che potrebbe accadere in tutto il mondo se l’umanità dovesse combattere una guerra nucleare ad oltranza.

Non sorprende dunque che tante voci si siano levate in una continua protesta — finora vana — contro l’incessante aumento degli arsenali nucleari del mondo. Recentemente, però, agli autori di questa protesta si sono affiancati nuovi e inaspettati alleati: preminenti personalità e organizzazioni della cristianità.

Per molti di questi gruppi religiosi questo fatto ha rappresentato un sorprendente capovolgimento di posizioni. Nel 1950 il New York Times dichiarò: “Il Vaticano, attraverso il suo organo ufficiale, L’Osservatore Romano, ha assicurato oggi al governo e al popolo degli Stati Uniti che capiva perfettamente le ragioni per cui il presidente Truman aveva deciso di approvare la costruzione di una superbomba all’idrogeno”. Nel 1958, secondo un dispaccio dalla Danimarca, una speciale commissione del Consiglio Ecumenico delle Chiese protestanti era giunta a questa conclusione: “Il cristiano potrebbe in coscienza acconsentire all’uso delle armi atomiche in una guerra limitata”.

Alcuni capi erano personalmente ancor più favorevoli alla bomba atomica. Nel 1958 l’arcivescovo di Canterbury arrivò al punto di dire: “Per quel che mi consta rientra nella provvidenza divina che la razza umana si distrugga in questo modo [con le bombe nucleari]”. E nel 1961 il Daily Express inglese riferiva: “La Gran Bretagna dovrebbe tenere la bomba all’idrogeno, ha detto ieri . . . l’arcivescovo del Galles. Potrebbe condurre gli uomini a Cristo”.

Pertanto è sorprendente che ora molte organizzazioni protestanti e cattoliche si esprimano contro le armi nucleari! Perché hanno mutato parere? Cosa dicono ora? E questo a lungo andare cambierà qualcosa?

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