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  • g84 8/10 pp. 29-31
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  • Uno sguardo al mondo
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  • Una situazione “paradossale”
  • I robot sono arrivati!
  • Efficacissimo contro le zanzare
  • Finalmente convinto
  • Analfabetismo biblico
  • Piedi alla moda
  • Più tempo davanti alla TV
  • Rivoluzione verde deludente?
  • Le abitudini di lettura dei giapponesi
  • Ipertensione e durata della vita
  • Chi lavora di meno?
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Svegliatevi! 1984
g84 8/10 pp. 29-31

Uno sguardo al mondo

Una situazione “paradossale”

● Sul numero dell’aprile 1984 del periodico Insieme è apparso un sondaggio svolto tra alcuni personaggi famosi del mondo scientifico e culturale a proposito del futuro che la realtà della guerra atomica riserva ai bambini. Sebbene i loro giudizi sulla crisi attuale e sugli sviluppi futuri siano differenti, tutti concordano nel sottolineare quanto sia difficile il periodo che stiamo vivendo, e come la condizione di oggi sia del tutto nuova nella storia dell’uomo. Alla domanda: “L’umanità si è mai trovata a un punto peggiore di quello attuale?”, il prof. Marcello Bernardi ha risposto: “No, mai. È la prima volta che ci troviamo alle soglie del pericolo globale, assoluto, definitivo”. E un altro, il fisico Roberto Fieschi, pensa che rispetto ai precedenti il momento odierno “è il più grave, e la maggior parte della gente lo sente”. “È paradossale”, ha osservato il prof. Bernardi, “ma proprio quelli che fino a ieri sostenevano che la guerra era inevitabile dicono oggi, quando la guerra si identifica con la bomba atomica, che si può invece evitarla: perché hanno finalmente paura. Ma il mezzo che propongono è assurdo: continuare ad ammucchiare armi sempre più devastanti, perché l’avversario aumenti la sua paura . . .”.

I robot sono arrivati!

● Secondo il German Tribune, sono già impiegati nel mondo più di 30.000 robot nell’industria, e il numero potrebbe salire a 300.000 entro il 1990. Circa il 60 per cento di essi sono negli Stati Uniti e nel Giappone. La Germania ha circa l’11 per cento del totale e sta rapidamente guadagnando terreno. Finora robot sono stati impiegati nell’industria automobilistica. Presso la Volkswagen, ad esempio, “i robot hanno fatto dal 14 al 25 per cento del lavoro di produzione”, e si prevede che la cifra aumenti al 60 per cento. Si afferma che la moderna generazione di robot sia sempre più “abile e intelligente”. Muniti di telecamere che fungono da occhi, possono riconoscere oggetti specifici e adattarsi a nuovi lavori. Questa tecnologia si va sviluppando così in fretta che quanto veniva considerato un grande passo avanti due anni fa ora è superato.

Efficacissimo contro le zanzare

● Gli scienziati credono di avere messo a punto “una nuova arma capace di annientare in pochi minuti legioni [di zanzare]”, scrive il San Francisco Chronicle. Si tratta di un larvicida, non di un prodotto chimico, che “non è né cancerogeno né nocivo per la vita vegetale e animale circostante”, scrive l’articolo. Finora risulta “tossico per le larve delle zanzare e per un paio di altri insetti nocivi”. Gli entomologi ritengono sia “estremamente efficace”.

Finalmente convinto

● “Le prove che mettevano in relazione il fumo con i disturbi cardiaci mi sono apparse discutibili fino al mese scorso”, scrive il dott. Frank A. Oski in un articolo pubblicato dal New York Times. “Ora gli stessi dati mi appaiono straordinariamente convincenti”. Cosa gli ha fatto cambiare idea, inducendolo a rinunciare al fumo, che in precedenza incoraggiava? A 51 anni ha avuto un attacco cardiaco. Smettendo di fumare avrebbe grandemente accresciuto le sue probabilità di vivere più a lungo. Ma è stato facile smettere? “Certo”, dice il dott. Oski. “Ecco tutto quello che dovete fare. Prima sentite un forte dolore lancinante sotto lo sterno mentre finite una sigaretta. Quindi vi fate ricoverare in un reparto di unità coronarica, e vi fate spogliare degli abiti e di altri averi. Infine, rimanete nel reparto in assoluto riposo per quattro giorni col divieto di fumare. Così io ho perso il vizio. Vedete se funziona anche per voi”.

Analfabetismo biblico

● Il presidente americano Reagan aveva dichiarato il 1983 “Anno della Bibbia”, ma recenti sondaggi Gallup hanno mostrato che solo il 15 per cento degli abitanti degli Stati Uniti leggono quotidianamente la Bibbia, mentre il 24 per cento non la legge mai. Nel corso di sondaggi Gallup si è pure riscontrato che il 30 per cento non sapeva qual era il luogo di nascita di Gesù, il 35 per cento non sapeva quanti apostoli ebbe e il 45 per cento conosceva meno di cinque dei Dieci Comandamenti.

Piedi alla moda

● Seguire la moda può provocare danni alla salute? Più volte le fonti d’informazione hanno riferito casi che dimostrano come la possibilità esista e sia reale. Tra gli ultimi articoli della moda ad essere posti sotto accusa ci sono le scarpe da donna. I dati riportati nel numero di gennaio-aprile 1984 del periodico medico Biotestinform mostrano che “novanta donne su cento calzano scarpe almeno di un numero più piccolo della loro misura; in molti casi le scarpe portate dal pubblico femminile sono di tre misure più piccole”. La responsabilità, secondo lo stesso giornale, va suddivisa tra le donne stesse, che per essere alla moda con il piede snello pensano si debbano usare calzature più strette del necessario, e i calzaturifici che producono scarpe troppo strette in punta, addirittura anche per le bambine. “La scarpa a punta, costringe l’alluce a disporsi sotto il secondo dito del piede: alla lunga l’alluce si deforma (alluce valgo) e insorgono processi artritici”. Seguire la moda ‘a tutti i costi’, anche a costo della salute, può realmente comportare “un serio pericolo”.

Più tempo davanti alla TV

● I programmi televisivi portano via circa un terzo dell’anno alla famiglia americana media, secondo la più recente indagine effettuata da A. C. Nielsen. Nel 1983 la famiglia media è rimasta seduta davanti al televisore per sette ore e due minuti al giorno, ovvero 14 minuti in più rispetto all’anno precedente. Le reti televisive via cavo e i videoregistratori sono riconosciuti come i fattori principali che hanno contribuito a questo aumento. Al principio degli anni ’50 la famiglia americana media guardava la TV per quattro ore e mezzo al giorno.

Rivoluzione verde deludente?

● Pur nutrendo ancora grande fiducia nelle possibilità di ottenere maggiori rendimenti agricoli grazie alla manipolazione genetica delle piante, gli agronomi riconoscono che le ricerche compiute fino ad ora vanno considerate tutt’altro che soddisfacenti. Secondo il Mondo Economico del 9 febbraio 1984, “per vent’anni infatti la ricerca agronomica ha puntato allo sviluppo di specie vegetali ‘ad alto rendimento’. I risultati sono stati spettacolari, ma le condizioni di impiego si sono rivelate tagliate su misura per le agricolture superspecializzate dei grandi produttori occidentali”. Le varietà prodotte durante la cosiddetta ‘rivoluzione verde’ hanno deluso perché “sono molto delicate, ipersensibili ad ogni malattia (virus, funghi, e così via) ma soprattutto a periodi anche brevi di siccità, a temperature irregolari e a un ridotto uso di fertilizzanti, condizioni pressoché costanti” nei paesi in via di sviluppo. Lo stesso periodico ritiene che la ricerca sia stata determinata e indirizzata soprattutto dagli interessi economici delle grandi società che controllano il mercato agricolo, e che sia quindi necessario sviluppare programmi che tengano conto delle condizioni ambientali dei paesi che hanno maggiori problemi. “Resta tuttavia vitale raggiungere un livello minimo di investimenti nella ricerca. Quasi un’utopia se si pensa che le grandi multinazionali spendono più per tabacco e floricoltura che per i cereali”.

Le abitudini di lettura dei giapponesi

● Un sondaggio effettuato da un sindacato giapponese rivela che i lavoratori giapponesi dedicano in media circa un’ora al giorno alla lettura, e questo tempo è diviso quasi equamente fra libri e riviste. Gli uomini leggono 3,4 riviste e 2,2 libri al mese, mentre le donne leggono 2,6 riviste e 2,1 libri. E i lavoratori spendono in media 2.500 yen (circa 18.000 lire) al mese in materiale di lettura, scrive il Daily Yomiuri. I giapponesi sono tra i più avidi lettori del mondo d’oggi.

Ipertensione e durata della vita

● Si calcola che almeno un italiano su cinque sia iperteso, e che molti di questi ipertesi non lo sappiano nemmeno, oppure che si curino in maniera inadeguata. Inoltre la maggioranza di essi sarebbero persone con più di 55 anni di età. Secondo il supplemento a La Stampa del 7 marzo 1984, fino a qualche tempo fa il problema era tanto più grave in quanto le cure contro l’ipertensione creavano spesso alle persone anziane più danni che benefìci. Nel futuro si pensa di utilizzare nuovi farmaci che, a detta dei sanitari, non avrebbero “effetti negativi” su questo tipo di pazienti. La cosa viene considerata importante soprattutto in vista del fatto che pare ci sia una stretta correlazione tra pressione normale e vita lunga, per cui i medici sperano che curare le persone ipertese servirà anche ad allungare la loro vita. È stato riscontrato infatti che “gli ultracentenari hanno di solito la pressione normale”.

Chi lavora di meno?

● L’ufficio di statistica della CEE (Comunità Economica Europea) ha studiato quante ore lavorano i dipendenti dell’industria delle nazioni che fanno parte della Comunità e ha riscontrato che i belgi hanno la settimana lavorativa più corta, dedicando al lavoro 35,6 ore in media. “Quindi venivano l’Italia (38,1), il Lussemburgo (38,9), la Francia (39), i Paesi Bassi (40,6), la Germania Occidentale (40,8), la Gran Bretagna (41,3) e l’Irlanda (41,4)”, afferma il Deutsches Allgemeines Sonntagsblatt. La situazione però cambia quando si sottrae il tempo delle vacanze dal numero medio di ore dedicate ogni anno al lavoro. Per esempio i lavoratori che hanno più vacanze sono i tedeschi, con 29,4 giorni di ferie all’anno. Gli inglesi hanno in media 22 giorni e gli svizzeri 21. I lavoratori americani hanno solo 15 giorni di ferie all’anno, meno di chiunque nella CEE.

I sacerdoti italiani

● Secondo i dati resi noti dal periodico Epoca del 9 marzo 1984, in Italia i sacerdoti non appartenenti a ordini religiosi, che non sono cioè frati o monaci, erano 40.097 nel 1981. Questo significa che erano 3.381 in meno rispetto alla cifra ufficiale per il 1968, 43.478. “La caduta non è vertiginosa”, commenta il periodico, “ma è costante e dovuta in primo luogo alle mancate ordinazioni (il saldo tra ordinati e defunti è di -200 all’anno) e in secondo luogo alle defezioni (120 defezioni all’anno come media). In altre parole, nel corso dei dodici anni considerati, per ogni 100 nuovi preti, 140 sono defunti e 23 hanno abbandonato l’abito”. La figura del sacerdote sembra essere “sempre meno significativa nel contesto sociale, ignorata o al massimo guardata con stupore”. Un ecclesiastico afferma che il sacerdote ha ‘perduto il suo ruolo’, e che “non ha più un popolo e deve cercarselo con gesti che esulano dal suo essere prete: nella politica, per esempio, o in una forma di turismo religioso (gita e campeggi, pellegrinaggi . . .)”. Un altro problema è l’aumento dell’età media dei religiosi: “circa il 61 per cento del clero è tra i 30 e i 59 anni, circa il 4 per cento ha meno di 29 anni e il rimanente è oltre i sessant’anni. È questa la fascia d’età che tende ad aumentare”.

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