Herpes e AIDS sotto i riflettori
“MI SENTO come se avessi la lebbra. Chi mi vorrebbe se dicessi che ho una malattia incurabile che può essere trasmessa per via sessuale?” Così si è espressa una persona affetta da herpes genitale, una malattia di cui si è tanto parlato. Negli Stati Uniti, in Canada, in Europa e in Giappone è molto diffusa. Solo gli Stati Uniti comunicano che ogni anno da 200.000 a 500.000 individui ne sono affetti. Un medico calcola che “in Canada vengano diagnosticati da 20.000 a 50.000 nuovi casi di herpes genitale all’anno”.
La causa di tutta questa sofferenza? La scienza medica dice che è un minuscolo agente, un virus, appartenente alla numerosa “famiglia” degli herpesvirus o virus erpetici. Varicella ed herpes zoster sono comuni affezioni causate da virus erpetici. Quello che causa l’herpes genitale è simile (a volte identico) al virus che causa il comune herpes labiale. Solo che, quando l’herpes colpisce i genitali, di solito (ma non semprea) il virus è stato preso in un modo specifico: mediante contatto sessuale con un’altra persona affetta da herpes.
Da tre a sette giorni dopo l’esposizione al virus erpetico, la persona contagiata avverte una sensazione di bruciore o di prurito ai genitali: si annunciano le dolorose vescicole piene di liquido. Ci vogliono da due a sei settimane perché queste fastidiose vescicole guariscano. Ma il virus rimane. I medici dicono che batte solo in ritirata, seguendo il decorso dei nervi e raggiungendo gli ammassi nervosi alla base della spina dorsale. Lì rimane allo stato latente finché qualcosa (come lo stress) non provoca una riattivazione del virus. Risvegliato, ripercorre il decorso dei nervi fino alla cute e tutto ricomincia da capo.
Forse il più insidioso effetto dell’herpes è quello prodotto sulle emozioni della vittima. Il dott. Oscar Gillespie osserva: “Il problema più grosso con l’herpes non è tanto il virus stesso, quanto i modi in cui la sua presenza può far nascere timori e dubbi e creare scompiglio nella vita di ogni giorno”. Una vittima ha detto: “È molto difficile descrivere i sentimenti di ira e di colpa che si provano quando si è affetti dall’herpes, nonché la perdita dell’autocontrollo. È qualcosa che credo solo altre vittime dell’herpes possano capire”. Tuttavia questi problemi emotivi non fanno altro che prolungare la sofferenza, provocando spesso ulteriori ricadute.
Perché è definito incurabile
Perché il sistema immunitario dell’organismo non distrugge semplicemente l’irritante virus erpetico? I medici dicono che il virus si sottrae a questa sorte perché si attacca a una cellula, penetra nella sua membrana esterna e vi si nasconde. Una volta al sicuro dentro di essa, assume rapidamente il controllo del “cervello” della cellula, trasformandola in una vera e propria fabbrica di herpesvirus! Entro tre-cinque ore vengono creati da 80.000 a 120.000 nuovi virus. Dopo di che la parete cellulare si rompe e un esercito di pericolosi agenti invade il torrente sanguigno, infettando altre cellule ancora.
Si capisce pertanto perché i medici dicono che il virus erpetico è così duro a morire. Per uccidere il virus ci vorrebbe qualcosa che riuscisse a penetrare nelle cellule contagiate, oppure a distruggere le cellule contagiate senza distruggere quelle sane. Non è strano che finora la scienza medica non abbia trovato un rimedio sufficientemente efficace. (Vedi riquadro). Forse un raggio di speranza è dato dalle recenti notizie secondo cui si stanno sperimentando vaccini antierpetici. Ma anche se questa forma di “prevenzione” può essere utile per milioni di persone, che dire di chi è già affetto dalla malattia?
AIDS: una nuova malattia venerea?
“Nella mia carriera di medico, non mi sono mai imbattuto in una situazione più scoraggiante e più deprimente”, avrebbe dichiarato il dott. Peter Mansell secondo Newsweek. Si riferiva alla malattia che ha attirato l’attenzione del mondo intero: l’AIDS (sindrome da immunodeficienza acquisita). Con questo termine si intende un blocco del sistema immunitario dell’organismo. La vittima soccombe poi a rare forme di cancro e di polmonite.
Quanto è diffusa questa malattia? Finora ne sono stati denunciati 4.000 casib solo negli Stati Uniti. Almeno 32 altri paesi hanno registrato manifestazioni di questa malattia. I paesi finora relativamente poco toccati, come il Giappone, si sono preparati a lanciare l’offensiva, caso mai ce ne fosse bisogno.
La mortalità è molto elevata fra le vittime dell’AIDS. Oltre il 60 per cento dei primi a cui fu diagnosticata morirono entro un anno. Alcuni però temono che tutte le vittime dell’AIDS infine ne moriranno. Eppure la sindrome si manifesta abbastanza innocentemente con sintomi simili a quelli dell’influenza, con stanchezza e perdita di peso. Ma come osserva il dott. Frederick P. Siegal, “quando coloro che hanno contratto l’AIDS si fanno vedere dal medico, nella maggioranza dei casi non c’è più niente da fare”.
Secondo il CDC (Centri per il Controllo delle Malattie), gli omosessuali attivi (quelli con più partner) sono i soggetti a maggior rischio per quanto concerne l’AIDS. Pure in pericolo sono gli emofiliaci e coloro che si drogano facendo uso di siringhe.c Ma dato che approssimativamente il 70 per cento delle vittime dell’AIDS erano omosessuali c’è il forte sospetto che nella maggioranza dei casi la malattia venga trasmessa per via sessuale.
L’AIDS causa il panico
“La paura si diffonde molto più in fretta della malattia”, diceva la rivista Discover. Non c’è dubbio che titoli come “Il semplice contatto può diffondere l’AIDS” hanno contribuito a far nascere questa paura:
● Personale ospedaliero si è rifiutato di prestare cure a persone affette da AIDS.d
● Impresari di pompe funebri sono stati restii a imbalsamare il corpo di vittime dell’AIDS.
● La polizia di San Francisco (California) ha ricevuto in dotazione apparecchi di rianimazione e guanti di gomma per evitare di prendere l’AIDS nelle operazioni di pronto soccorso.
● Tecnici si sono rifiutati di collegare il microfono per una vittima dell’AIDS che doveva partecipare a un programma televisivo con interviste. Lo scopo del programma? Dissipare i timori in merito all’AIDS.
● Linee telefoniche “calde” “sono state sommerse di chiamate con cui si chiedeva se era possibile contrarre l’AIDS toccando le maniglie della metropolitana o usando i sedili dei gabinetti usati da omosessuali”.
Gli omosessuali, comunque, sono quelli che hanno subìto l’impatto maggiore. Bar e piscine frequentate da omosessuali hanno registrato un calo di attività perché la gente teme di contrarre l’AIDS. E dato che gli omosessuali con più partner sono i soggetti a maggior rischio, alcuni hanno addirittura fatto drastici cambiamenti nel loro modo di vivere. Pochi, se pure ce n’è stato qualcuno, sono stati spinti dalla paura a tornare all’eterosessualità. Ma alcuni hanno evitato i contatti sessuali con sconosciuti e hanno iniziato relazioni “monogame”.
A soffrire veramente, comunque, è colui che è stato contagiato dall’AIDS. Il malato, trattato come un paria da vicini e colleghi ed evitato dagli amanti, è anche aggravato dal peso di una malattia incurabile. “È una minaccia onnipresente”, ha detto una vittima dell’AIDS. “Si è sempre nella sconvolgente incertezza che un giorno o l’altro salti fuori qualcosa di nuovo che il tuo sistema immunitario inibito non riuscirà a combattere”.
Quindi anche se la reazione del pubblico può essere esagerata, la paura dell’AIDS non è infondata. È una malattia insidiosa che uccide. E ulteriori timori e risentimenti sono alimentati dalle notizie secondo cui può diffondersi fra il pubblico in generale attraverso le trasfusioni di sangue. (Vedi riquadro a pagina 9).e Gli omosessuali pertanto sono vittime non soltanto dell’ostilità, ma di uno stile di vita irto di pericoli.
[Note in calce]
a Per esempio, a volte il contagio avviene toccando con le dita vescicole erpetiche. Dopo di che si può accidentalmente diffondere la malattia toccando altre parti del corpo, come la regione genitale.
b È possibile che non tutti i casi denunciati si riferiscano effettivamente alla stessa sindrome, dato che l’AIDS include un’ampia varietà di sintomi. D’altra parte, è possibile che il numero dei casi di AIDS denunciati sia molto inferiore a quello reale, dal momento che molte vittime temono il marchio dell’AIDS.
c Il CDC ha informato Svegliatevi! che le teorie secondo cui i casi di AIDS fra gli haitiani fossero da collegare ai “riti vudù” non sono state comprovate.
d Il CDC ha suggerito delle precauzioni per il personale medico e di laboratorio, anche se afferma che ‘non sembra probabile si possa contrarre l’AIDS attraverso contatti casuali’. Alcune precauzioni suggerite: mettere guanti di gomma quando si maneggiano campioni di sangue di malati di AIDS; gettare via gli aghi usati per tali pazienti e indossare camici sterilizzati.
e Il 23 aprile 1984 alcuni ricercatori annunciarono di avere isolato il virus che si crede causi l’AIDS. A suo tempo potrebbe essere annunciato che esiste un’analisi efficace per scoprire se nel sangue è presente il virus dell’AIDS. Comunque si è ancora molto lontani dall’aver trovato un rimedio contro la malattia.
[Testo in evidenza a pagina 10]
La paura di contrarre una malattia trasmessa per via sessuale ha spinto molti a vedere la promiscuità sotto una luce diversa
[Riquadro a pagina 8]
Un rimedio contro l’herpes?
Stando ai medici, i rimedi fasulli contro l’herpes hanno non solo suscitato false speranze ma in alcuni casi hanno semplicemente peggiorato una situazione già grave. Tra alcune delle cure ritenute inefficaci dal CDC ci sono vaccini, stimolanti del sistema immunitario, vitamine C, E e B12, diete speciali, zinco, compresse a base di lattobacilli e creme steroidee.
Ma perché tanti affermano di trarre sollievo da questi “rimedi”? I medici menzionano quello che sembra scateni il recidivare della malattia: lo stress e l’ansietà. Qualsiasi cosa che calmi e renda meno ansioso il malato può in apparenza guarire la malattia, per un po’. In genere è solo questione di tempo: prima o poi i virus erpetici latenti, ancora annidati nelle cellule, decideranno di riattaccare. È ovvio che ci sono ancora polemiche in merito ad alcuni di questi trattamenti, ma è bene esaminare a fondo un tipo di cura prima di sottoporvisi.
Per il momento, la scienza medica non offre altro che qualcosa per alleviare i sintomi. Negli Stati Uniti, per esempio, è stato autorizzato l’uso di un farmaco chiamato “acyclovir” che pare affretti la guarigione delle vescicole erpetiche. Ma purtroppo non impedisce le ricadute!
A coloro che sono affetti da herpes i medici danno alcuni consigli basati sul buon senso che possono anche recare un certo sollievo. Riposo, bagni caldi, applicazioni di compresse, impacchi di ghiaccio e il mantenere asciutte le vescicole sono tutte cose considerate utili, benché non si tratti affatto di rimedi.
[Riquadro a pagina 9]
AIDS e sangue
Prima furono colpiti gli emofiliaci. Il loro male (dovuto alla mancanza del fattore coagulante VIII) viene curato col sangue preso da centinaia di donatori. Così quando alcuni emofiliaci contrassero l’AIDS, i sospetti vennero immediatamente puntati sul sangue. Poi anche un bambino che aveva ricevuto una trasfusione di sangue preso da una vittima dell’AIDS contrasse la malattia. Sebbene le probabilità di prendere l’AIDS da una trasfusione sembrassero scarse, ciò nondimeno il CDC avvertì che “gli appartenenti a gruppi che corrono maggiori rischi di contrarre l’AIDS [soprattutto gli omosessuali] dovrebbero astenersi dal donare plasma e sangue”.
Ma è più facile parlare di collaborazione volontaria dei donatori di sangue che ottenerla. E la comunità degli omosessuali, quando qualcuno ha proposto di vietare loro di donare sangue, ha protestato contro la “discriminazione”. I medici europei hanno perciò parlato di vietare l’importazione di prodotti del sangue americani, e alcuni pazienti hanno rifiutato le trasfusioni di sangue!
Il timore di contrarre l’AIDS da aghi usati ha perfino scatenato temporaneamente il panico fra i donatori di sangue. Il portavoce di un programma per la raccolta di sangue (Greater New York Blood Program) ha detto a Svegliatevi! che il sangue donato diminuì del 25 per cento nel mese di luglio del 1983. E questo malgrado il fatto che si usino aghi sterili ed ermeticamente sigillati prima dell’uso, aghi che dopo l’uso vengono rotti e gettati via.
Anche se una certa analisi per selezionare il sangue, annunciata di recente, può servire a evitare di contaminare le scorte, la paura causata dall’AIDS è servita a rammentare al pubblico che le trasfusioni di sangue sono una cosa che comporta seri rischi.
[Diagrammi a pagina 7]
(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)
Primo passo: Il virus erpetico si attacca alla cellula e penetra nella membrana esterna.
PARETE CELLULARE
NUCLEO DELLA CELLULA
DNA DELLA CELLULA
VIRUS ERPETICO
DNA VIRALE
Secondo passo: Il virus si impossessa del nucleo della cellula per riprodurre migliaia di virus erpetici.
IL NUCLEO DELLA CELLULA VIENE DISTRUTTO
NUCLEO VIRALE
NUOVO VIRUS
DNA VIRALE
Terzo passo: La parete cellulare si rompe e decine di migliaia di virus si riversano fuori.
PARETE CELLULARE