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Svegliatevi! 1985
g85 22/9 pp. 6-7

“Schulangst”: Il prezzo del successo?

Dal corrispondente di “Svegliatevi!” in Germania

SCHULANGST: questa parola tedesca è stata coniata per descrivere un problema che sta diventando rapidamente di portata internazionale. E sebbene la traduzione non ne renda tutte le sfumature, approssimativamente il termine significa “ansia causata dalla scuola”.

Dieci anni fa il pediatra tedesco Eckhard Schrickel disse: “Due terzi buoni dei ragazzi che curo non sono malati fisicamente nel senso comune del termine. Hanno il mal di scuola”. Il periodico medico Deutsche Ärzteblatt afferma che da allora il numero dei bambini curati per disturbi connessi con la scuola si è decuplicato!

In effetti, se si deve credere all’Associazione Tedesca dei Giovani Insegnanti, il sistema delle scuole pubbliche nella Repubblica Federale è in crisi. Essa cita i 280.000 studenti che ogni anno non sono promossi — quasi uno su 30 — e i 18.000 che per ragioni connesse con la scuola tentano il suicidio. Ogni anno centinaia di essi ci riescono.

Le cause

Forse il fattore che maggiormente causa Schulangst è l’incessante pressione esercitata sugli studenti affinché riescano. In Germania genitori e insegnanti dicono ai giovani che se vogliono accedere a un’università o trovare un lavoro interessante, dovranno ottenere dei risultati eccezionali a scuola. Nel caso di molti, però, il timore di essere bocciati crea tensioni che spesso causano la bocciatura! Il professore tedesco Walter Leibrecht avverte: “Noi genitori dobbiamo renderci conto che un’ambizione esagerata da parte nostra può solo danneggiare i nostri figli”.

Certo, i voti possono spronare gli studenti a impegnarsi e possono evidenziare campi in cui devono migliorare. E se un genitore non si interessa dell’istruzione di suo figlio, il ragazzo può perdere lo stimolo a imparare. Ciò nondimeno, Leibrecht condanna “la forte pressione esercitata dal voto”. Se si dà troppa importanza ai voti, ragazzi di intelligenza media o anche superiore alla media possono sentirsi inferiori. “Se i voti diventano una leva per fare pressione”, dice la rivista tedesca Eltern, “non lasciando spazio per lo sviluppo personale, quando alterano l’equilibrio sociale, allora c’è qualcosa di marcio nel sistema. E sono i nostri figli a soffrirne”.

Anche nelle famiglie in cui ci sono continui disaccordi o in cui i genitori sono divorziati o separati, i figli possono soffrire di Schulangst. In tali famiglie i figli si sentono spesso confusi, a disagio o addirittura non amati. Fatto degno di nota, il dott. Gerhardt Nissen, direttore della Clinica Psichiatrica per i Minori dell’Università Julius-Maximilian di Würzburg, spiega: “Si può notare che gli studenti tentano il suicidio solo quando esistono gravi difetti nella relazione fra genitore e figlio o anche nella struttura della personalità del figlio”. — Il corsivo è nostro.

Un altro fattore ancora che causa Schulangst è rivelato da un undicenne: “Sono sicuro che potrei risolvere il problema che l’insegnante presenta se solo potessi capirlo”. Particolarmente dalla fine degli anni ’60 nelle aule delle scuole tedesche la semplicità è stata sempre più sostituita da un complicato gergo scientifico e tecnico. La Schulangst è alimentata dalla frustrazione che ne consegue.

Anche guardare a lungo la TV può contribuirvi. Un educatore afferma che gli spettatori televisivi tendono a dimenticare in fretta quello che vedono per potersi meglio concentrare su quello che vedranno subito dopo. Il risultato? Tendono a dimenticare altrettanto in fretta i compiti scolastici!

A volte gli studenti sono sottoposti a “minacce, ricatti e maltrattamenti”. L’Hamburger Abendblatt fa un ulteriore commento: “Spesse volte la paura della scuola è anche paura della violenza dei propri compagni di scuola . . . Gli studenti reagiscono allo stress con la violenza”.

Un prezzo troppo alto?

Anche se Schulangst è una parola tedesca, non si tratta certo di un fenomeno tipico della Germania. È solo un’altra inquietante indicazione del fatto che molte scuole non superano l’esame. I risultati accademici sono ottimi. Ma quando i ragazzi cominciano ad avere una paura quasi morbosa della scuola, i genitori devono chiedersi se il prezzo del successo non sia troppo alto.

In gran parte del mondo, però, le scuole fanno fatica anche solo a insegnare le cose più elementari, come leggere e scrivere. Fino a che punto il Terzo Mondo, cioè l’insieme delle nazioni del mondo in via di sviluppo, riesce in questa difficile impresa?

[Testo in evidenza a pagina 7]

Le pressioni esercitate sui giovani da insegnanti e genitori affinché riescano fanno nascere in molti di loro una paura quasi morbosa della scuola

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