Uno sguardo al mondo
Allergia nucleare
La continua proliferazione delle armi nucleari sta dando luogo all’“allergia nucleare”, una reazione antinucleare da parte di molte nazioni che rifiutano di far installare armi nucleari nel loro territorio o che sono a favore di ulteriori sforzi per il controllo degli armamenti. “La metafora, in un certo senso, è adatta”, dice il Bulletin of the Atomic Scientists, “dato che maggiore è l’esposizione all’allergene — armi nucleari e tecnologie affini — maggiore è la reazione ad esso”. Già dieci nazioni che avevano accettato le armi nucleari degli Stati Uniti si sono rifiutate di continuare a tenerle. E alcuni alleati dell’Unione Sovietica avrebbero o negato d’avere armi nucleari sovietiche nel loro territorio o detto che non le vogliono. L’articolo afferma: “Il sistema nucleare è sotto tiro: sia con il rifiuto di consentire lo spiegamento di armi e l’ingresso nei porti alle navi dotate di armamenti nucleari sia con dichiarazioni relative a zone ‘denuclearizzate’”.
Matrimoni che durano
Cos’è che fa durare molti matrimoni? Il fatto di considerare il proprio coniuge come il miglior amico e di provare simpatia per lui o per lei come persona. Questa è stata la ragione più comune addotta da 300 coppie felici sposate da 15 o più anni. Secondo Psychology Today, le coppie si sono rivelate “sorprendentemente d’accordo sulle cose che rendevano durevole una relazione”. Soprattutto, esercitavano pazienza e ritegno l’uno verso l’altra invece di dare sfogo alla loro ira. Ciascun coniuge era disposto a dare più di quanto non ricevesse. E anziché coltivare interessi separati, cercavano il più possibile di trascorrere tempo insieme e fare le cose insieme.
Macchine canore
Un centro turistico del Giappone ha escogitato un modo insolito perché le lattine vuote delle bibite non vengano lasciate in giro. Primo, i negozi che vendono le bibite in lattina acquistano dal comune speciali sigilli che vengono applicati alle lattine vendute poi a 10 yen (circa 80 lire) in più. In punti strategici della città ci sono delle macchinette in cui vengono depositate le lattine. Quando viene depositata in una di queste macchinette una lattina vuota con sigillo, si sente suonare un disco dei “rumori della foresta” e si ricevono indietro i 10 yen. Le lattine vuote vengono raccolte dalle ditte riciclatrici che pagano 3 yen (circa 25 lire) per lattina ai loro distributori i quali, a loro volta, compreranno altri sigilli, e tutto ricomincia da capo.
“Follie lucide”
Negli ultimi decenni, afferma Felice Visalli, docente di neurochirurgia dell’Università di Roma, c’è stato un aumento impressionante di ciò che egli chiama “follie lucide”. Scrivendo sul Corriere Medico del 17 maggio 1985 ha spiegato che con questo termine si intendono quegli stati mentali anomali caratterizzati “da una sottile logica e da una perfetta coerenza di essa con i processi mentali”. Uno di questi è la nevrosi, costituita da “uno stato di inquietudine, di insicurezza e di dubbio. La paura è alla base di tale disturbo”. L’incomunicabilità è un’altra forma di anomalia mentale molto diffusa oggi. “Per effetto di essa alcuni soggetti rifiutano qualunque idea che gli viene suggerita; altri hanno un vero disprezzo per la vita umana e per l’ambiente . . . altri ancora . . . sono indifferenti verso tutto ciò che avviene nel mondo”.
La criminalità, secondo Visalli, è “determinata dalla somma di alcuni dei disturbi mentali anzidetti . . . oltre che dalla propensione ad atti violenti. Sono notevolmente aumentati in questi ultimi venti anni i delitti contro la persona, la famiglia, il patrimonio e lo Stato”. Fra le cause di tali “follie lucide”, afferma il docente, vi sono ‘da una parte il vuoto affettivo, che circonda l’individuo e che genera un senso di solitudine, e, dall’altra, le forti spinte emotive e le sollecitazioni martellanti ad una corsa competitiva, prodotte dalla società del benessere’.
Il problema del bere in Olanda
L’immagine dei Paesi Bassi, quella di una nazione che beve latte e mangia formaggio, forse sta cambiando. Il consumo di alcolici si è triplicato dal 1960. A cosa è dovuto questo aumento? Una delle cause, secondo uno studio effettuato per conto del governo, è “la pubblicità ingannevole che fa pensare che l’alcool aiuti ad avere una vita piacevole e il successo”. Il ministero del Benessere, della Sanità e della Cultura dice che l’eccessivo consumo di alcool ha accresciuto gli incidenti stradali, l’assenteismo, la violenza nelle strade, i maltrattamenti a danno dei figli e del coniuge e il vandalismo.
“Origine unica”
Nel corso di un congresso di etruscologia tenuto di recente a Firenze, durante il quale è stata affrontata la questione della lingua parlata nei territori dell’antichissima Etruria, è stata al centro del dibattito la tesi di uno studioso italiano, Giovanni Semerano. Egli sostiene, “sulla base di una imponente documentazione non solo etimologica e lessicale, che le lingue indoeuropee sono il risultato delle successive trasformazioni di basi già presenti nel sumero e nell’accadico, e quindi in lingue che si parlavano e si scrivevano in Mesopotamia già nel quarto millennio prima di Cristo”. Si può quindi parlare di un’“origine unica” di tutte le lingue indoeuropee e semitiche, le cui “più lontane ascendenze sarebbero state individuate ed enucleate in quella Babele linguistica che si formò migliaia di anni fa nella regione biblica che comprende il Tigri e l’Eufrate”. — Corriere della Sera, 31 maggio 1985.
Guai ecologici delle guerre
Oltre alle vite umane perdute e ai problemi sociali, tre decenni di guerra nel Vietnam hanno provocato un disastro ecologico, secondo uno studio effettuato dall’IUCN (Unione Internazionale per la Salvaguardia della Natura e delle Risorse Naturali). Bombardamenti, spianamento del terreno coi bulldozer e impiego di erbicidi sono costati al Vietnam 20 milioni di metri cubi di legname sfruttabile ai fini commerciali e oltre 148.000 ettari di alberi della gomma. Inoltre, durante gli anni della guerra, andarono perduti circa 15 milioni di ettari di foreste, soprattutto per negligenza. Oggi le foreste coprono meno del 23 per cento del paese, rispetto al 44 per cento del 1943. Ciò nondimeno, “denaro che dovrebbe essere investito nello sviluppo agricolo e industriale viene ancora impiegato per la macchina bellica”, dice il dott. John MacKinnon, un consulente dell’IUCN.
L’Italia in fumo
L’Italia, fra i paesi sviluppati, raggiunge i livelli più alti di mortalità per cancro al polmone degli uomini di mezza età (45-54 anni). L’Espresso del 26 maggio 1985 fa notare che, in tutte le fasce di età, ogni anno muoiono per il tabacco circa 80.000 persone, cioè quasi 10 volte il numero dei morti per incidenti stradali. Questa cifra comprende 30.000 decessi per cancro al polmone e 20.000 per “infarto miocardico o altra patologia cardio e cerebrovascolare legata al tabacco”. Una delle cause indicate dall’Espresso è che “le sigarette meno costose . . . sono quelle a più alto contenuto di catrame, così ai ceti meno abbienti viene somministrato più cancro”.
Per questo è stata proposta da un gruppo di scienziati una legge che da una parte scoraggi i fumatori con scritte di avvertimento sui pacchetti, e dall’altra ponga un freno ai produttori vietando la vendita di sigarette con più di 12 milligrammi di residui catramosi, e che programmi inoltre un aumento progressivo del prezzo delle sigarette superiore al tasso inflazionistico.
Trasfusioni e tumori
“Le trasfusioni di sangue in pazienti sottoposti ad intervento chirurgico per l’asportazione di un tumore, avrebbero una influenza negativa sull’organismo. . . . il nuovo sangue provocherebbe una diminuzione delle difese naturali dei malati, facilitando, nei periodi successivi agli interventi, la rinnovata crescita delle neoformazioni”. Così Il Tempo del 4 giugno 1985 ha riassunto le conclusioni del congresso annuale dell’Associazione americana per il Progresso della Scienza tenuto a Los Angeles, basate su studi condotti negli Stati Uniti. Alcuni dati raccolti da uno scienziato americano, Roger Foster, rendono evidente la relazione fra le trasfusioni e l’insorgenza dei nuovi tumori. È stato infatti riscontrato che, nel periodo dei primi cinque anni dopo l’intervento chirurgico, si è verificato il decesso nel 49 per cento dei pazienti operati al colon che avevano ricevuto la trasfusione, contro il 32 per cento dei non trasfusi. E per quanto riguarda gli interventi al polmone, sono morti il 73 per cento dei trasfusi contro il 56 per cento dei non trasfusi. Il ministero italiano della Sanità, in conseguenza di queste informazioni, “ha raccomandato la massima cautela ai chirurghi oncologi”.
Inquinamento degli ambienti chiusi
Le concentrazioni di 11 comuni sostanze inquinanti dell’atmosfera sono più elevate nella casa media che nei pressi delle fabbriche che liberano queste sostanze, riferisce l’EPA (Ente americano per la protezione dell’ambiente). Le sostanze inquinanti — presenti di solito in prodotti come detersivi, materiali da costruzione e benzina, o nel fumo delle sigarette — includevano benzolo, tetracloruro di carbonio e cloroformio. Un riassunto della ricerca terminava dicendo: “Negli ambienti chiusi le concentrazioni di tutte le sostanze chimiche studiate sono molto più elevate che all’esterno”: in alcuni casi 70 volte di più. Gli ecologi temono che il governo possa servirsi di questi dati come di una scusa per ignorare il problema delle sostanze chimiche tossiche presenti nell’atmosfera.
L’AIDS colpisce anche i bambini
L’AIDS, conosciuta come malattia dei tossicodipendenti e degli omosessuali, colpisce di riflesso anche i bambini. Come? I seguenti sono due esempi preoccupanti.
Lo scorso aprile è morto a Brescia il primo bimbo italiano (2 anni e mezzo) vittima dell’AIDS, figlio di una coppia di tossicodipendenti. Probabilmente il virus era stato contratto ancora in fase prenatale dalla madre, portatrice sana. Fino alla diagnosi del male, avvenuta solo pochi mesi prima della morte, i suoi continui malanni erano stati erroneamente attribuiti ad una salute cagionevole.
In Inghilterra il 62º morto per AIDS è un bambino di 20 mesi. Ha contratto la malattia in seguito alle numerose trasfusioni a cui era stato sottoposto (in America) per alcune complicazioni. “Dalla testimonianza del dott. Robin Lavinsky, primario immunologo dell’ospedale dove è avvenuto il decesso”, riporta Paese Sera del 13 aprile 1985, “è emersa in tutta la sua immediatezza la necessità di effettuare analisi e test specializzati prima di procedere a qualunque trasfusione di sangue”.