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  • g85 8/12 pp. 29-31
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  • Uno sguardo al mondo
  • Svegliatevi! 1985
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  • “Patologia natalizia”
  • Attraverso la coda di una cometa
  • Balene arenate
  • A proposito di sangue
  • Le madri sono brave insegnanti
  • Timore della violenza
  • ‘Nuova generazione perplessa’
  • Guerra nucleare e alimentazione
  • La peggiore sciagura aerea nel mondo
  • Vita dopo gli 80 anni
  • Arrivano le balene!
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  • La cometa di Halley rende gloria a Dio
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Svegliatevi! 1985
g85 8/12 pp. 29-31

Uno sguardo al mondo

“Patologia natalizia”

“Patologia natalizia”: una nuova malattia? No, è la definizione che L’Educatore Sanitario del dicembre 1984 dava al quadro dei disturbi fisici (dovuti all’eccessiva alimentazione) e dei problemi psicologici conseguenti al periodo delle feste natalizie. Per quanto riguarda questi ultimi, il periodico affermava che “pericoloso a livello psicologico è il lato ‘consumistico’ del Natale; per poca riflessione o disinteresse da parte degli adulti, si insegna ai bambini a considerare questa festa . . . come un vero e proprio biglietto d’ingresso per il paese di Bengodi. La TV, i giornali, i mass-media in genere sono, come sempre, responsabili per la maggior parte . . . È logico che il bambino colleghi questa festa a fatti di esclusivo benessere materiale”.

Attraverso la coda di una cometa

Viaggiando alla velocità di 74.000 chilometri orari, lo scorso 11 settembre un satellite americano del peso di 450 chili ha felicemente attraversato la coda di una lontana cometa. “Il primo incontro dell’uomo con una cometa dev’essere considerato un pieno successo”, ha detto uno degli scienziati impegnati a interpretare i dati trasmessi dal satellite. La cometa, che si chiama Giacobini-Zinner, si trovava a 70 milioni di chilometri dalla terra quando il veicolo spaziale è penetrato nella sua coda. Gli scienziati sperano che le informazioni raccolte in seguito a questo storico incontro saranno utili alle sonde spaziali dell’Unione Sovietica, del Giappone e dell’Ente Spaziale Europeo quando incontreranno la famosa cometa di Halley nel marzo del 1986.

Balene arenate

Perché le balene restano arenate sulle spiagge? Di solito è un caso, scrive il West Australian di Perth. Una balena giovane, oppure malata o ferita, che rimane incagliata su una spiaggia emetterà segnali di soccorso. Spesso succede che altre balene, accorrendo in risposta al segnale, rimangono anch’esse arenate. È pure noto che le balene si spingono nei bassi fondali di alcune spiagge, come la famosa spiaggia neozelandese di Opoutma, che in lingua maori significa “Luogo dei Teschi”. Queste spiagge non riflettono nel solito modo i segnali emessi dalle balene per misurare la profondità. Inoltre, Science News riferisce che spesso le balene rimangono arenate su spiagge situate alle estremità di ‘sentieri’ oceanici di scarso magnetismo, che a quanto pare le balene seguono nelle loro migrazioni. Sebbene le balene arenate perdano l’orientamento, il West Australian dice che “le balene sembrano capire sempre che gli esseri umani cercano di aiutarle . . . e collaborano di buon grado con gli sforzi compiuti in tal senso”.

A proposito di sangue

◻ Lo scienziato danese Niels Jerne è considerato “il grande teorico in fatto di immunologia”. Nel 1984 ricevette il premio Nobel per la medicina. Recentemente, quando la rivista brasiliana Veja gli ha chiesto perché tre anni fa rifiutò una trasfusione di sangue durante un’operazione, ha detto: “Il sangue di un individuo è come le sue impronte digitali: non esistono due tipi di sangue esattamente uguali. Per tale motivo ho preferito lasciare che il mio organismo facesse da sé e mi sono ripreso senza problemi. . . . In linea di massima, penso sempre che un bicchiere di vino e un giorno di letto facciano meglio”.

◻ La malattia di Chagas, che in molte zone rurali del Brasile è endemica, si sta diffondendo a un ritmo allarmante anche fra gli abitanti delle città. Perché? Secondo il periodico brasiliano O Estado de S. Paulo, una delle cause principali sono le trasfusioni di sangue. Il sangue contaminato proviene da gente di campagna infetta che si è trasferita nelle città e che vende il sangue per avere il denaro con cui comprarsi da mangiare. Per il personale medico è difficile selezionare i donatori per individuare la malattia. La malattia di Chagas causa disturbi di cuore e reazioni infiammatorie che possono avere esito letale.

◻ “Sangue, fonte di vita. Un modo di dire che nessuno avrebbe discusso fino all’altro ieri, salvo i pochi testimoni di Geova”. Così inizia un articolo di carattere medico, comparso sul Mattino del 28 maggio 1985, che mostra come “il sangue, oltre che fonte di vita può essere ragione di malattia e di morte”. Infatti viene ancora una volta evidenziato il reale pericolo di contrarre in seguito a emotrasfusioni l’epatite virale e l’AIDS. L’articolo suggerisce primariamente di “evitare al massimo le trasfusioni. D’ora in poi dovremo riservarle ad un minimo di casi in cui la situazione clinica sia così grave o disperata da rendere accettabile anche il rischio di un’epatite o di un’infezione da AIDS”.

◻ “I medici, in Sardegna, stanno con il fiato sospeso”: vi è infatti il pericolo di una vera e propria epidemia di AIDS. I timori sono sorti in seguito al riscontro in una bambina di 12 anni, talassemica, di numerosi sintomi caratteristici della nuova malattia. In seguito le analisi hanno rivelato la presenza dell’anticorpo specifico contro l’HTLV III, il virus responsabile dell’AIDS. Le preoccupazioni derivano dal fatto che in Sardegna circa l’uno per mille della popolazione è affetto dalla talassemia major (morbo di Cooley) la cui terapia, come è noto, è in massima parte costituita da frequenti emotrasfusioni, che sono però anche uno dei mezzi di propagazione del virus. Il Messaggero del 30 luglio 1985 riferisce che “in provincia di Cagliari, pur senza presentare sintomi di Aids, il 5 per cento dei bambini talassemici ha avuto ‘contatti’ con l’Htlv terzo”.

Le madri sono brave insegnanti

Sebbene gli educatori incoraggino i genitori a mandare i figli all’asilo, un recente studio mette in discussione l’opportunità di farlo. In un loro libro sulle capacità di apprendimento dei bambini (Young Children Learning), Barbara Tizard e Martin Hughes hanno analizzato le conversazioni di 30 bambine inglesi di quattro anni. Hanno riscontrato che le bambine facevano conversazioni più interessanti a casa che a scuola. Inoltre, parlavano più liberamente, facendo 27 conversazioni all’ora con le rispettive madri rispetto ad appena 10 all’ora con adulti all’asilo. L’istruzione impartita a casa — un insegnante per un allievo — era superiore all’istruzione in gruppo impartita all’asilo. Gli autori del libro terminano dicendo che la famiglia media è un ambiente molto più ricco ai fini dell’istruzione dei piccoli di quanto non lo sia un asilo medio.

Timore della violenza

“Il timore della criminalità era esteso e ostacolava il normale comportamento dei cittadini”: così termina lo Studio sulla Criminalità effettuato in Gran Bretagna nel 1984. Una persona su quattro non esce più di sera. Il timore dello stupro preoccupa quattro donne su dieci al di sotto dei 30 anni. Questo timore è comprensibile, dato che la stessa indagine indica un aumento del 115 per cento nel numero dei reati sessuali dal 1981 al 1983. Un sondaggio Gallup svolto in Gran Bretagna ha mostrato che il quadruplice aumento che c’è stato nei reati violenti dal 1965 ha indotto oltre un milione di persone ad armarsi di pistola o di coltello. Un altro milione di persone, scrive il Times di Londra, “dormono con una mazza da cricket o qualche altro corpo contundente sotto il letto”.

‘Nuova generazione perplessa’

“La teoria sull’educazione dei figli che incoraggiava la permissività si è lasciata dietro dei genitori perplessi e una nuova generazione altrettanto perplessa: cos’è che non ha funzionato?”, chiede il giornale svizzero Die Weltwoche. Oltre a questo, lo scrittore Renato Biscioni di Winterthur (Svizzera), esperto in psicologia ed educazione del fanciullo, ha fatto rilevare che nel comportamento dei bambini è apparso qualcosa di nuovo: “Una spaventosa tendenza ad essere egocentrici e prepotenti, a essere permalosi, a insistere nel comportamento infantile e ad essere continuamente esigenti”. Pertanto il non avere insegnato ai bambini dei limiti morali non ha portato alla felicità. Lo scrittore termina dicendo: “Oggi è urgente insegnare [loro] ad essere premurosi e giusti, ad avere una certa forma di disciplina interiore, sì, anche di decoro”.

Guerra nucleare e alimentazione

Duecento dei massimi scienziati del mondo, in rappresentanza di 30 nazioni, hanno pubblicato un grave rapporto sugli effetti che una guerra nucleare avrebbe sulle scorte alimentari della terra. Lo studio in due volumi calcola che da uno a quattro miliardi di superstiti rischierebbero la morte per fame. Nelle zone non toccate dalla deflagrazione atomica, l’atmosfera conterrebbe centinaia di milioni di tonnellate di fuligginoso fumo nero, tanto che i raggi del sole non potrebbero raggiungere i terreni coltivati. Essendo la terra nella morsa di un “inverno nucleare”, ne seguirebbe una carestia di portata mondiale. Il dott. Mark Harwell, condirettore del Centro Ricerche sugli Ecosistemi presso la Cornell University (USA) e coautore del rapporto, ha detto a una conferenza stampa: “Questo vuol dire che le immagini dell’Etiopia e del Sudan rappresentano meglio come sarebbe il mondo per la maggior parte della popolazione dopo una guerra nucleare di quanto non lo rappresentino le immagini che abbiamo di Hiroshima e Nagasaki”.

La peggiore sciagura aerea nel mondo

La peggiore sciagura aerea del mondo è avvenuta lo scorso agosto in Giappone e ha fatto 520 vittime. Sebbene l’aereo sia precipitato in una zona montuosa senza strade d’accesso, incredibilmente quattro persone sono sopravvissute per raccontare a viva voce l’esperienza di trovarsi su un aereo che è andato completamente distrutto. I soccorritori hanno impiegato 16 ore per giungere sul luogo del disastro. Il presidente della linea aerea ha mostrato grande compassione e si è umilmente inchinato alle famiglie delle vittime chiedendo scusa, com’egli ha detto, “dal più profondo del cuore”. Si è anche offerto di dare le dimissioni.

Vita dopo gli 80 anni

Le bambine nate nel 1984 in Giappone, il paese che ha già la più alta probabilità di vita, possono aspettarsi di vivere oltre 80 anni. I maschi possono aspettarsi di arrivare a 74,5 anni. Ma con questo è sorta la preoccupazione di provvedere a una “società di longevi”, come il governo giapponese definisce la futura categoria di vecchi. Al presente, coloro che hanno 65 anni o più costituiscono il 10 per cento della popolazione giapponese. Ma si prevede che entro il 2020 gli anziani rappresenteranno il 22 per cento della popolazione. Il problema di come gli anziani potranno condurre una vita attiva e serena è tale che dovrà essere risolto nel giro di pochi anni.

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