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  • Un pittore piuttosto singolare

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  • Un pittore piuttosto singolare
  • Svegliatevi! 1986
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Svegliatevi! 1986
g86 22/1 pp. 26-27

Un pittore piuttosto singolare

È un cinque alberi a vele quadre. Con le vele gonfiate dal vento, la nave scivola sulle onde spumeggianti. Sembra quasi di sentire l’odore dell’aria salmastra e il fresco pizzicorino prodotto dalla brezza umida, come se foste sul ponte di prua. Ma non è così. State guardando un quadro. Il pittore ha non solo reso la bellezza della Majestic Maiden, ma vi fa anche vivere l’esperienza di vederla solcare le onde.

Questo pittore ha raccolto consensi in tutta l’America del Nord con gli oltre 2.500 paesaggi e marine che ha dipinto negli scorsi 27 anni. Una grossa banca canadese scelse il suo quadro “Next Stop Japan” (Prossimo scalo, Giappone) per il calendario del 1981, che venne inviato ai clienti in ogni parte del mondo. Egli dà inoltre lezioni di pittura a olio nei corsi di pittura tenuti a Vancouver, dove ha dai 15 ai 25 allievi ogni sabato.

Che c’è di così straordinario in tutto questo? Il pittore è paralizzato dal collo in giù: è un quadriplegico!

A 19 ANNI fui colpito dalla poliomielite, che mi lasciò paralizzato nel 95 per cento del corpo. Per i successivi 21 anni la mia casa fu il Pearson Hospital di Vancouver. Non era comunque un ospedale come tutti gli altri. Il personale e i pazienti erano come un’unica grande famiglia. Questo sostegno mentale ed emotivo mi fu di grande aiuto nei primi mesi di degenza.

In quei primi mesi vedevo la vita con un certo cinismo. Ragionavo che sarei semplicemente vissuto di giorno in giorno finché la morte non avrebbe posto fine a tutto. Non vedevo nessun’altra speranza. Presi così il brutto vizio di bere per annegare i miei dispiaceri e le mie frustrazioni.

Comunque mi piaceva lavorare. Gli esperti di terapia occupazionale (ergoterapia) cercarono di far nascere in me l’interesse per varie attività, come fare cesti e scrivere a macchina con un bastoncino manovrato con la bocca. L’interesse per queste cose si esaurì subito. Poi un terapista mi iniziò a un tipo di pittura per principianti. Fui così entusiasta del mio lavoro, anche se molto semplice, che ne cominciai immediatamente un altro!

Il mio terapista mi procurò un bocchino di 46 centimetri per i pennelli e il carboncino; avevo inoltre facile accesso a tavolozza, stracci per pulire e acquaragia. Nel dicembre del 1957 dipinsi una casetta di legno a forma di A, che mia madre riconobbe all’istante!

Un medico dell’ospedale, egli stesso un bravo pittore, mi insegnò i segreti del disegno, della combinazione dei colori, della forma e altre tecniche che bisogna conoscere per creare un bel quadro. Ma i problemi non mancavano. Ad esempio, per arrivare in cima a una grande tela col pennello o con la spatola che reggevo in bocca, bisognava capovolgere la tela! Dopo non molto portare a termine un quadro in quella posizione era diventata una cosa naturale.

Nel giro di un anno vendetti diversi quadri. Gran parte del ricavato, però, lo spesi in tabacco e alcool. Comunque fui presto in grado di pagarmi le spese ospedaliere, il che mi diede un senso di indipendenza.

L’acquisto di una sedia a rotelle elettrica (manovrata con la bocca) e poi di un furgoncino adattato per il trasporto della sedia e delle apparecchiature di cui avevo bisogno per respirare furono tutti importanti passi avanti per permettermi di spostarmi. Oltre a ciò progettai un letto a dondolo portatile, che gli amici mi costruirono e che mi permise di trascorrere delle notti fuori dell’ospedale. Tutto questo mi diede la prova che si può riuscire a fare pressoché tutto se ci si mette d’impegno.

Qualcosa di nuovo nella mia vita

Nel 1958 mia madre divenne testimone di Geova. Anche se le cose che lei mi diceva non mi facevano molta impressione, accettai di fare lo studio biblico con un uomo molto gentile. ‘Qualcos’altro per occupare il tempo’, pensai. Si rivelò invece la cosa più bella che mi fosse mai capitata.

A poco a poco ricevetti la risposta a molte mie domande sul significato della vita e sui problemi che si presentano all’umanità. Le verità che apprendevo dalla Bibbia cominciarono a formare un tutto armonioso, come le pennellate di un pittore che danno vita a un bel quadro. Avendo imparato che un giorno dolori, sofferenze, malattie e morte sarebbero spariti, cominciai a guardare al futuro con vera speranza. (Rivelazione 21:3, 4) Mi colpiva il fatto che quanto imparavo nelle mie lezioni bibliche era così ragionevole, così logico.

Poi cominciai a fare cambiamenti. Mi tolsi il vizio del fumo e del bere e smisi di usare un linguaggio scurrile. Gli amici all’ospedale notarono i miei cambiamenti, come li notarono i nuovi amici che mi ero fatto tra i testimoni di Geova. Fra questi ultimi c’era Pat, una vedova con cinque bei bambini, che mi divenne molto cara. Ci fu così un altro grande cambiamento nella mia vita.

Alle nostre nozze celebrate nel 1976 assisterono oltre 300 persone. Ovviamente la vita coniugale richiese che Pat ed io ci adattassimo in molti altri modi. Pat è stata un vero esempio di coraggio e d’amore. Io ho bisogno di costanti attenzioni, ma l’applicazione dei princìpi biblici è stata senz’altro alla base della nostra felicità coniugale.

Insieme, Pat ed io abbiamo avviato una piccola impresa che ci ha permesso nel giro di cinque anni di rinunciare alla pensione che lo stato dà alle famiglie degli handicappati. Vendiamo anche stampe di alcuni dei miei quadri. Grazie a ciò, nel 1985 ho acquistato una sedia a rotelle elettrica sempre azionata con la bocca, ma più funzionale. Posso così partecipare di più all’opera di predicare la “buona notizia” di casa in casa.

Abbiamo tutti delle limitazioni. Così bisogna andare avanti, sfruttando al massimo quello che si è in grado di fare. Questo modo di vedere le cose, insieme alla meravigliosa speranza che la Bibbia mi ha dato, è ciò che mi ha permesso di avere una vita piena e soddisfacente. — Narrato da David Young.

[Immagine a pagina 27]

David Young al lavoro nel suo studio

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