Il punto di vista biblico
L’inferno è caldo?
“L’UOMO brucerà, brucerà, brucerà!” Nella stanza buia l’oratore, con la camicia in fiamme, stende le braccia e fa alcuni passi verso gli ascoltatori stupefatti. Meno male che la dimostrazione dura solo qualche secondo. Ma servendosi di una polvere infiammabile il predicatore è riuscito a produrre una forte impressione sull’uditorio con la sua evocazione del fuoco dell’inferno.
Come lui, molti altri insegnanti di religione — specie nella cristianità — dicono che questo è il destino eterno che Dio riserva ai malvagi. Comunque, lo dice la Bibbia?
Buoni e cattivi nello stesso luogo
“Sian gettati nell’inferno i peccatori, tutte le genti che dimenticano Dio”. (Salmo 9:18, Tintori) Qui, invece della parola “inferno”, traduzioni più moderne come la versione di Garofalo e La Bibbia Concordata hanno preferito conservare la parola che ricorre nel testo ebraico, “Sheol” o “Sceòl”. Ma cosa si intende esattamente con “inferno” o “Sceol”?
Il libro biblico di Ecclesiaste dà più informazioni sullo Sceol. Dice: “Tutto ciò che la tua mano trova da fare, fallo con la tua medesima potenza, poiché non c’è lavoro né disegno né conoscenza né sapienza nello Sceol, il luogo al quale vai”. (Ecclesiaste 9:10) Se quelli che sono nell’inferno, o Sceol, non possono né pensare né conoscere né agire, certo non possono soffrire.
Non sorprende dunque che perfino fedeli servitori di Dio siano andati nello Sceol. Giacobbe pensava che sarebbe andato lì alla morte, e Giobbe sperava che Dio ve lo nascondesse ponendo così fine alle sue sofferenze. (Genesi 42:38; Giobbe 14:13) Questi due fedeli servitori di Dio avrebbero sperato — o addirittura chiesto — di andare in un inferno di fuoco fiammeggiante insieme ai malvagi? No di certo!
Cos’è il “fuoco”?
Come intendiamo allora le parole di Gesù allorché disse che chi non fa la volontà di Dio andrà “nel fuoco che non si può spegnere”, o in ‘una fornace ardente dove saranno pianto e stridor di denti’? — Marco 9:43-48; Matteo 13:42.
Parlando di questo luogo, Gesù non usò la parola “Ades”, l’equivalente greco della parola ebraica “Sceol”).a Usò invece la parola “Geenna”. Questa parola si riferiva a uno scarico di rifiuti che si trovava vicino a Gerusalemme, detto valle di Innom, dove si teneva acceso il fuoco per distruggere le immondizie. Era un termine appropriato perché gli ascoltatori di Gesù pensassero non alle sofferenze eterne, ma alla distruzione completa, all’annientamento mediante il fuoco.
La Rivelazione data all’apostolo Giovanni parla di un “lago che brucia con fuoco e zolfo” nel quale sono gettati tutti coloro che praticano cose cattive. (Rivelazione 21:8) Se l’inferno esiste, dev’essere questo, dato che ci vanno i malvagi. Questo stesso libro biblico, però, ci dice che la morte ereditata da Adamo e l’Ades saranno gettati in questo medesimo lago di fuoco. Queste due cose astratte possono soffrire? No. Ma il fuoco qui menzionato può rappresentare e rappresenta la loro scomparsa, che avrà luogo allorché avranno ‘dato i morti ch’erano in essi’, cioè dopo la risurrezione dei morti. — Rivelazione 20:13, 14.
Questi ultimi esempi mostrano che il fuoco è solo un simbolo di annientamento o di eterna distruzione. Perciò non vi è sofferenza nel lago di fuoco, o Geenna, più di quanto non vi sia nell’Ades (o Sceol), dove vanno sia i fedeli servitori di Dio che i malvagi. Ma se approfondiamo un po’ di più il soggetto, capiremo meglio perché non possiamo credere sia alla Bibbia che all’esistenza di un inferno di fuoco.
Non si concilia con la personalità di Dio
Cosa pensereste di quei genitori che tenessero rinchiusi i loro figli giorno dopo giorno o addirittura che li torturassero? Tali azioni vi disgusterebbero senz’altro; non dovreste allora disgustarvi anche di un dio che tormentasse in eterno i suoi figli nel fuoco?
Che il vero Dio non sia così si capisce dai rimproveri che rivolse agli israeliti i quali avevano ‘bruciato i loro figli e le loro figlie nel fuoco’. Geova insisté che questa era ‘una cosa che egli non aveva comandata e che non gli era mai salita in cuore’. (Geremia 7:31) Dato che Dio non aveva mai pensato tali cose, come possiamo immaginare che abbia creato un inferno di fuoco per le sue creature?b Sì, se la crudeltà e la tortura ci disgustano, quanto più devono disgustare Dio che è amore! — I Giovanni 4:8.
La dottrina dell’inferno di fuoco è contraria anche alla giustizia. Nella sua lettera ai Romani, l’apostolo Paolo spiega: “Il salario che il peccato paga è la morte”. (Romani 6:23) Inoltre ci dice: “Colui che è morto è stato assolto dal suo peccato”. Se la morte cancella completamente il debito dell’individuo, perché allora dovrebbe soffrire in eterno per i peccati commessi in una vita? — Romani 6:7.
La Bibbia pertanto mostra che l’inferno di fuoco, com’è generalmente inteso, non esiste. E questa conoscenza ci permette di stabilire con Dio una relazione basata sull’amore e non sul terrore. Vi suggeriamo di continuare a esaminare la Bibbia e di apprendere cosa fare per avere la sua approvazione al fine d’essere fra coloro che vedranno il giorno meraviglioso in cui l’Ades, o Sceol, la comune tomba del genere umano, sparirà per sempre. — I Giovanni 4:16-18.
[Note in calce]
a In Atti 2:31, dov’è citato il Salmo 16:10, è usata la parola greca “Ades” per tradurre la parola ebraica “Sceol”.
b Alcuni additeranno quello che disse Gesù del ricco e di Lazzaro in Luca 16:19-31 come prova dell’inferno di fuoco. Gesù, però, disse queste parole in una parabola per cui non si devono prendere alla lettera. Per ulteriori informazioni si veda il libro È questa vita tutto quello che c’è?, edito dalla Watchtower Bible and Tract Society of New York, Inc.
[Testo in evidenza a pagina 18]
Cosa pensereste di quei genitori che torturassero i loro figli?
[Immagine a pagina 19]
È questo l’inferno della Bibbia?