I lettori ci scrivono
Mance
I vostri articoli sulle mance (22 giugno 1986) mi hanno profondamente turbato. Ho sempre pensato che fosse facoltà del cliente dare la mancia se considerava eccezionale il servizio ricevuto. Il pensiero che sia obbligatoria mi fa passare la voglia di andar fuori a mangiare. I prezzi indicati sul menu dovrebbero includere il servizio spettante al cameriere.
J. C., Stati Uniti
Qualcuno può pensare che il prezzo di un pasto al ristorante e il prezzo di altri servizi includa tutto il costo della manodopera per il personale che rende il servizio, ma in genere non è così. I camerieri e le cameriere dei ristoranti, e molti che rendono altri tipi di servizi, ricavano parte del loro guadagno dalle mance, e spesso sono tassati per le mance, che le ricevano o no. Chi riceve un certo servizio dovrebbe naturalmente aspettarsi di pagare quel servizio, sia che la somma venga addebitata su un conto o che per abitudine sia pagata a parte come mancia. — Ed.
Grazie dei vostri articoli sulle mance. Mi hanno aiutato a capire le ragioni nonché l’importanza di dare la mancia, non solo in questo paese ma anche in altri. Quegli articoli mi hanno fatto cambiare idea riguardo al dare la mancia.
E. B. M., Stati Uniti
Incoraggiano gli stupratori
In “Uno sguardo al mondo” (22 luglio 1986) fate riferimento a un giudice che ha condannato uno stupratore con il beneficio della condizionale perché secondo lui il fatto che avesse violentato una ragazza era stata una “reazione normale” all’abbigliamento e ai gesti provocanti di lei. Forse il giudice non ha pensato che l’omicidio è una reazione normale per chi viene violentato e sarebbe stato altrettanto clemente se la donna violentata avesse ucciso lo stupratore?
E. B., Stati Uniti
La notizia di “Uno sguardo al mondo” faceva pensare che le donne incoraggino gli stupratori e che voi siate d’accordo su questo fatto. Dire che le donne incoraggiano gli stupratori con l’abbigliamento e i gesti è come dire che una persona ha fatto arrabbiare qualcuno al punto che quest’ultimo ha dovuto ucciderla. Ovviamente ciò è ridicolo!
J. D., Stati Uniti
Non siamo assolutamente d’accordo che lo stupro sia una reazione normale al comportamento provocante di una donna, più di quanto qualsiasi altro atto di violenza sia una reazione normale a una data situazione. Né siamo d’accordo che l’argomento secondo cui una donna ‘incoraggia gli stupratori’ con il suo abbigliamento o i suoi gesti debba essere usato in difesa dello stupratore. Siamo convinti però che la modestia nel vestire, nel parlare e nel comportarsi possa essere spesso una protezione per la donna. L’uomo che sventola di continuo un grosso fascio di banconote attirerà l’attenzione dei rapinatori e l’uomo che suscita l’ira di qualcuno mieterà violenza. Anche la donna che richiama troppa attenzione su di sé con il suo abbigliamento, le sue parole o i suoi gesti provocanti può essere più soggetta alla violenza sessuale di quella che si veste e si comporta modestamente. — Ed.
Leggere romanzi rosa
Ho tratto grande beneficio dall’articolo “I romanzi rosa sono una lettura innocua?” (8 marzo 1984). Sono stata un’accanita lettrice di romanzi rosa sin dai 13 anni. Ora ne ho 21. Quando uscì il vostro articolo, finii il romanzo che stavo leggendo e decisi (con riluttanza) che sarebbe stato l’ultimo. Poi alcuni mesi fa ci sono cascata di nuovo. Sentivo l’influenza di quello con cui alimentavo la mia mente. Meditando di nuovo sul vostro articolo mi sono liberata del vizio (proprio nel bel mezzo di un romanzo) e ora sto eliminando tutti i romanzi che ci sono in casa.
J. G., Sudafrica