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  • Perché il clero si immischia nella politica?

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  • Perché il clero si immischia nella politica?
  • Svegliatevi! 1987
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  • Posizione, profitto e politica
  • Dalla Germania nazista a oggi
  • Diritti civili, giustizia sociale
  • Cosa sta facendo la teologia della liberazione?
  • Dio approva?
  • La teologia della liberazione: una soluzione per il Terzo Mondo?
    Svegliatevi! 1987
  • La vostra chiesa dovrebbe far politica?
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    Svegliatevi! 1987
  • La teologia della liberazione aiuterà i poveri?
    Svegliatevi! 1987
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Svegliatevi! 1987
g87 22/4 pp. 5-8

Perché il clero si immischia nella politica?

VISTO che la cosa influisce su di voi, avete valide ragioni per chiedere: “Perché?”

Comprensibilmente, non esiste un motivo unico che valga per tutti i sacerdoti, i ministri e gli altri capi religiosi che si sono immischiati nella politica. Alcuni hanno motivazioni che la maggioranza condannerebbe. Altri possono avere ragioni ammirevoli, come il difendere i poveri.

Comprendendo a fondo i motivi che li spingono sarete maggiormente in grado di valutare come Dio vede la cosa e capire ciò che egli dice riguardo a quanto il futuro ha in serbo.

Posizione, profitto e politica

Per capire una ragione per cui gli ecclesiastici si immischiano nella politica, consideriamo alcuni capi religiosi del primo secolo. Questi uomini, il sommo sacerdote e alcuni farisei e sadducei, formavano l’alta corte ebraica. Turbati perché Gesù aveva risuscitato Lazzaro, ragionarono: “Se lo lasciamo fare così, riporranno tutti fede in lui [Gesù], e verranno i romani e toglieranno sia il nostro luogo che la nostra nazione”. — Giovanni 11:48.

‘Il nostro luogo e la nostra nazione’. Sì, si preoccupavano della loro posizione, della loro influenza e della loro autorità, considerando secondari gli interessi nazionalistici. (Matteo 23:2-8) Cercando di ingraziarsi i politici con l’adulazione, alcuni ecclesiastici si sono fatti una posizione importante. In questo modo molti si sono anche potuti concedere una vita di lussi. Infatti l’ultimo libro della Bibbia descrive “una donna” chiamata “Babilonia la Grande”, famosa per la “potenza del suo lusso sfrenato”. La Bibbia e la storia mostrano che simboleggia la falsa religione a livello mondiale. — Rivelazione 17:1-5; 18:3.

Esaminate certe prove indicanti che questa è una delle ragioni per cui alcuni ecclesiastici si immischiano nella politica. Il libro Religion and Revolution ci dice: “Dal 1774 al 1790, 173 dei 192 vescovi francesi appartenevano alla nobiltà. Circa metà dell’episcopato viveva a Parigi, in mezzo agli splendori della capitale francese. Il cardinale Polignac morì nel 1741 senza avere mai visitato l’arcidiocesi che gli era stata assegnata quindici anni prima. Un crescente lassismo si era diffuso anche nei monasteri, molti dei quali erano ricchissimi”. Gli alti prelati vivevano nel lusso, mentre molti parroci erano in povertà.

Il Messico fornisce un altro esempio. Nel 1810 Miguel Hidalgo, parroco di un villaggio, capeggiò una lotta per ottenere l’indipendenza dalla Spagna. Il prof. Guenter Lewy spiega: “Il papa di Roma e praticamente l’intero episcopato condannarono [quei] patrioti [messicani]. L’ipocrita disinvoltura con cui gli alti prelati si trasformarono [successivamente] in ardenti sostenitori dell’indipendenza . . . fu anche troppo evidente e contribuì a dare della chiesa l’immagine di un gruppo con interessi di parte di cui non ci si poteva fidare. . . . La chiesa era ricca di terre e di edifici, che secondo alcuni comprendevano più di metà del patrimonio immobiliare della nazione”.

Che siamo protestanti, cattolici, ebrei o seguaci di qualsiasi altra fede, non converremmo tutti che gli ecclesiastici non dovrebbero immischiarsi nella politica per conquistarsi un luogo di preminenza? Eppure questo è esattamente ciò che accade.

Dalla Germania nazista a oggi

Il periodo nazista ci permette di capire più a fondo le ingerenze della religione nella politica. Molte persone riflessive si sono chieste: ‘Che rapporti intercorsero fra gli ecclesiastici cattolici e luterani e Hitler e i suoi brutali nazisti?’

In linea di massima essi li appoggiarono, o come minimo coesisterono con loro. Poche voci religiose si levarono per protestare. Il prof. T. A. Gill scrive che ci fu un’eccezione. “[Il teologo Dietrich] Bonhoeffer si rese conto alla fine di quello che suo padre e i suoi fratelli gli avevano detto sin da quando aveva quindici anni: nelle cose che contano, la chiesa non era più così importante da indurlo a dare la sua vita per essa”. Stanco dell’appoggio della chiesa a Hitler o della sua passività, Bonhoeffer prese parte a un complotto per uccidere Hitler. Ma Bonhoeffer fu un’eccezione.

Paul Johnson descrive in un suo libro (A History of Christianity) quale fu la norma: “Entrambe le chiese, nel complesso, diedero un imponente appoggio al regime. . . . Di 17.000 pastori evangelici, non ce ne furono mai, in qualsiasi momento, più di cinquanta che scontassero lunghe condanne [per non avere sostenuto il regime nazista]. Dei cattolici, un vescovo fu espulso dalla sua diocesi e un altro ricevette una breve condanna per reati valutari”. In quanto a coloro che rimasero fedeli ai loro princìpi, Johnson continua: “I più coraggiosi furono i testimoni di Geova, che proclamarono sin dall’inizio la loro completa opposizione dottrinale e ne subirono le conseguenze. Rifiutarono di cooperare in qualsiasi misura con lo stato nazista”.

Da allora altri ecclesiastici hanno cooperato con regimi brutali per mantenere il loro luogo di preminenza, il loro potere e la loro ricchezza. Il National Catholic Reporter diceva in un editoriale: “La storia delle mancanze della Chiesa Cattolica in Argentina è una storia di silenzi e di complicità con un regime militare spietato, uno dei peggiori degli ultimi tempi. . . . I prelati della chiesa erano pertanto in grado di parlare apertamente e cambiare qualcosa, forse anche di privare il regime della sua giustificazione religiosa. Invece, quasi nessuno di loro disse nulla. Alcuni, fra cui ecclesiastici che indossavano l’uniforme militare, approvarono le torture e le uccisioni”. — 12 aprile 1985.

Diritti civili, giustizia sociale

Come abbiamo già detto, però, alcuni capi religiosi sono molto ammirati per il ruolo attivo che svolgono nella politica per altre ragioni ancora.

Ne è un esempio il ministro battista americano Martin Luther King jr., un leader del movimento per i diritti civili, che si impegnò in una lunga crociata contro la discriminazione razziale. Altri ecclesiastici hanno combattuto in prima linea per i diritti delle donne e di certe minoranze. Sacerdoti e ministri hanno avuto un ruolo attivo in politica sostenendo cause come il diritto al voto, a un equo salario e ad eque opportunità di impiego. Più recentemente è stata promossa una “teologia della liberazione” per alleviare le sofferenze dei poveri, ad esempio con la distribuzione di terre fra i diseredati.

Che ne pensate delle ingerenze dei capi religiosi nella politica al fine di promuovere attività sociali o l’“umanesimo secolare”, come sono a volte definite tali questioni? Perfino alcuni ecclesiastici sono inquieti per quello che vedono accadere. Keith Gephart, un ecclesiastico fondamentalista, ha fatto questo commento: “Da ragazzo ho sempre sentito dire che le chiese dovrebbero star fuori dalla politica. Ora sembra quasi un peccato non immischiarvisi”. Un giornalista che si occupa di problemi religiosi ha scritto: “A partire dal principio degli anni ’70, i cristiani fondamentalisti si sono convinti a poco a poco che l’attivismo politico è un dovere”.

Anche se sembrano cause nobili, considerate a quali estremi queste attività stanno conducendo il clero, e vedete se siete d’accordo.

Cosa sta facendo la teologia della liberazione?

La “teologia della liberazione” come risposta alla triste condizione dei poveri è attribuita essenzialmente a Gustavo Gutiérrez, un sacerdote cattolico peruviano. Questa tendenza è diffusa fra il clero dell’America Latina e di altri luoghi. Un settimanale inglese, il Manchester Guardian Weekly, riferiva che il vescovo di Durham ha attaccato la filosofia politica del governo, esortando così a “promuovere la causa di una ‘teologia della liberazione’”.

Questa teologia si limita a sottolineare che bisogna interessarsi dei poveri, come esorta a fare la Bibbia? Tutt’altro. Il vescovo di Durham ammette che “la teologia della liberazione inglese prenderà molto sul serio alcune diagnosi marxistiche”. Questo include interpretare la lotta di classe dei poveri con il ragionamento marxista. Con quali conseguenze?

Il National Catholic Reporter (4 luglio 1986) aveva un articolo intitolato “La lotta per la terra in Brasile pone la chiesa contro lo stato”. Alla base di questo conflitto c’è il fatto che solo un piccolo numero di “grossi latifondisti controllano l’83 per cento della terra”. Nell’ambito di questa “lotta per la terra” si fanno marce e raduni organizzati da ecclesiastici. E il termine “lotta” è appropriato. L’articolo diceva che “l’anno scorso 218 persone sono rimaste uccise in oltre 700 conflitti connessi alla questione della terra, e fra questi padre Josimo Tavares, sacerdote brasiliano e leader della riforma fondiaria, assassinato l’11 giugno”.

La teologia della liberazione sta acquistando popolarità. In un editoriale il New York Times ammetteva che la posizione ufficiale del Vaticano è che gli ecclesiastici non dovrebbero immischiarsi in una politica di parte, ma diceva inoltre che anche il Vaticano “abbraccia il principio fondamentale della teologia della liberazione: che il Vangelo cristiano giustifica le lotte dei poveri per ottenere la libertà politica e diventare padroni della propria vita”.

Dello stesso tenore è l’accusa secondo cui il Maryknoll, un ordine missionario cattolico, ha “propagato il vangelo della teologia della liberazione e la politica socialista”. Uno studio del 1985 (The Revolution Lobby) muoveva questa accusa: “Il Maryknoll è riuscito a far accettare alla gente il messaggio marxista-leninista della rivoluzione violenta proprio perché gli è stato permesso di agire come braccio della Chiesa Cattolica. Il suo messaggio ha raggiunto non solo il praticante medio, ma anche i principali personaggi della politica americana”.

Dio approva?

È chiaro che le ingerenze della religione nella politica sono oggi un fenomeno di portata mondiale, e le ragioni sono varie. Che ne pensa Dio, comunque? La Bibbia mostra che tra breve egli indicherà chiaramente cosa ne pensa. Che effetto avrà questo su voi e sui vostri cari? E come dovrebbe influire sul vostro attuale modo di pensare e di agire?

[Riquadro a pagina 6]

“La Chiesa Cattolica in Germania fu tedesca fino al midollo e, come la chiesa protestante, sostenne lo stato e la sua autorità”. — The German Churches Under Hitler.

“Ieri la Chiesa Ortodossa Russa ha appoggiato pienamente le proposte di Gorbaciov per il disarmo . . . [Le] ha definite ‘perfettamente coerenti con l’approccio cristiano’”. — The Guardian (Londra), 9 aprile 1986.

[Immagine a pagina 7]

Martin Luther King jr. fu uno dei principali leader religiosi impegnati nella crociata contro la discriminazione razziale

[Fonte]

UPI/Bettmann Newsphotos

[Immagine a pagina 8]

Povertà e ingiustizie hanno fatto nascere la teologia della liberazione

[Fonte]

J. Viscarrs/WHO

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