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  • g88 8/7 pp. 8-10
  • Il mistero è svelato!

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  • Il mistero è svelato!
  • Svegliatevi! 1988
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  • La definizione biblica dell’anima
  • Platone e l’anima
  • Che è questa cosa chiamata “anima”?
    È questa vita tutto quello che c’è?
  • L’anima secondo la Bibbia
    Cosa accade quando si muore?
  • Che cos’è la vostra anima?
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1973
  • Il concetto che avete dell’anima influisce sulla vostra vita
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1990
Altro
Svegliatevi! 1988
g88 8/7 pp. 8-10

Il mistero è svelato!

LA MAGGIORANZA delle persone suppone che la morte non sia la fine della vita umana, che dopo la morte fisica qualcosa continui a vivere. Di solito questo qualcosa viene chiamato anima.

In risposta alla domanda: “Come facciamo a sapere che il Ruh [l’anima] lascia il corpo quando è nella tomba?”, la rivista Straight Path dice: “La morte non è altro che il distacco dell’anima. Una volta che l’anima ha lasciato il corpo viene trasferita nel Barzakh (il periodo post-mortem). . . . La tomba serve solo a contenere il corpo, non l’anima”. Questo è il pensiero musulmano, ma differisce di poco dagli insegnamenti della cristianità.

Prendiamo, ad esempio, due domande contenute nel Catechism of Christian Doctrine, una pubblicazione cattolica inglese usata nelle scuole:

D. “In che senso l’anima è simile a Dio?”

R. “L’anima è simile a Dio perché è uno spirito, ed è immortale”.

D. “Cosa intendi quando dici che l’anima è immortale?”

R. “Quando dico che l’anima è immortale, intendo che l’anima non può mai morire”.

Sebbene si possa insegnare a dei bambini a credere in questo, il libro non cerca di comprovare le asserzioni fatte.

Eppure c’è una fonte di informazioni che ci dice esattamente cos’è l’anima. Si tratta della Bibbia, il più antico libro che l’uomo conosca. Quello che dice potrebbe sorprendervi.

La definizione biblica dell’anima

Genesi, il primo libro della Bibbia, contiene il racconto della creazione dell’uomo e delle altre creature viventi sul nostro pianeta. Fu scritto in ebraico, e nei primi due capitoli la parola “anima”, che traduce nèfesh, ricorre quattro volte; solo una volta, tuttavia, si riferisce all’uomo.a A cosa si riferiscono gli altri casi in cui compare? Vediamo.

“E Dio creava i grandi mostri marini e ogni anima [nèfesh] vivente che si muove, di cui le acque brulicarono secondo le loro specie, e ogni alata creatura volatile secondo la sua specie”. — Genesi 1:21.

“E a ogni bestia selvaggia della terra e a ogni creatura volatile dei cieli e a ogni cosa che si muove sopra la terra in cui è vita come un’anima [nèfesh] ho dato tutta la verde vegetazione per cibo”. — Genesi 1:30.

“Ora Geova Dio formava dal suolo ogni bestia selvaggia del campo e ogni creatura volatile dei cieli, e le conduceva all’uomo per vedere come avrebbe chiamato ciascuna; e in qualunque modo l’uomo la chiamasse — ciascun’anima [nèfesh] vivente — quello era il suo nome”. — Genesi 2:19.

Un rapido confronto di questi tre versetti rivela che il termine nèfesh viene usato in riferimento a ogni forma di vita animale.

Ora confrontate questo con il racconto della creazione del primo uomo, Adamo:

“E Geova Dio formava l’uomo dalla polvere del suolo e gli soffiava nelle narici l’alito della vita, e l’uomo divenne un’anima [nèfesh] vivente”. — Genesi 2:7.

A questo proposito, la Jewish Publication Society of America, in una traduzione della Torà, i primi cinque libri delle Scritture Ebraiche, dice: “La Bibbia non dice che abbiamo un’anima. ‘Nèfesh’ è la persona stessa, il suo bisogno di cibo, il sangue che scorre nelle sue vene, il suo stesso essere”. (Il corsivo è nostro). Logicamente, vale la stessa cosa per ogni altra forma di vita descritta come “anima”. Non possiedono anime. Sono tutte anime.

Platone e l’anima

Dove ha dunque avuto origine l’idea che alla morte l’anima lascia il corpo? La Jewish Encyclopedia, a cui abbiamo già fatto riferimento, dice quanto segue: “L’idea di un’anima disincarnata, avente una propria individualità, mise radice nel giudaismo solo attraverso i contatti degli ebrei col pensiero persiano e greco”.

Anche in un precedente periodo della storia umana, gli egiziani credevano che l’anima umana fosse immortale e che potesse tornare a trovare il suo corpo morto. Per questa ragione gli egiziani facevano un grande lavoro per preservare i loro morti imbalsamandoli o mummificandoli.

È interessante che il nuovo Evangelischer Erwachsenenkatechismus (Catechismo evangelico per adulti) della religione luterana tedesca ammette apertamente che l’insegnamento secondo cui l’anima umana è immortale trae le sue origini non dalla Bibbia ma dal “filosofo greco Platone (427-347 a.C.) [il quale] asserì in modo enfatico che c’era differenza fra corpo e anima”. Esso prosegue: “I teologi evangelici dei tempi moderni contestano questa fusione di concetti greci e biblici. . . . Essi respingono l’idea che l’uomo sia distinto in corpo e anima”.

Che ne è dunque dell’anima umana alla morte? A questo riguardo la nostra principale autorità è la Bibbia, l’ispirata Parola di Dio, che dichiara esplicitamente: “I viventi sono consci che moriranno; ma in quanto ai morti, non sono consci di nulla”. (Ecclesiaste 9:5) E parlando di “una risurrezione”, Gesù disse: “Tutti quelli che sono nelle tombe commemorative udranno la sua voce [quella di Gesù] e ne verranno fuori”. — Giovanni 5:28, 29.

Dove sono quindi i morti? Nella tomba, “nelle tombe commemorative”, cioè nella memoria di Dio in attesa della risurrezione.b Una risurrezione? Cosa significa? È una speranza realistica? L’articolo conclusivo che parla di una tragedia avvenuta di recente in Inghilterra mostra quanto può essere realistica questa speranza.

[Note in calce]

a Il plurale, ‘anime’, ricorre anche in Genesi capitolo 1, versetti 20 e 24.

b Il catechismo luterano è in armonia con la Bibbia quando dice: “Giacché è l’uomo nell’insieme ad esser peccatore, alla morte egli muore perciò completamente, anima e corpo (morte completa). . . . Tra la morte e la risurrezione c’è un vuoto; tutt’al più l’individuo continua la sua esistenza nella memoria di Dio”.

[Riquadro a pagina 8]

Lo sapevate?

In nessuna parte della Bibbia leggiamo l’espressione “anima immortale”. Queste due parole non sono mai messe in relazione l’una con l’altra. Le parole “immortale” e “immortalità” ricorrono solo sei volte, tutte negli scritti dell’apostolo Paolo. Quando si applica alle creature umane, l’immortalità viene descritta come un premio da concedere solo ai 144.000, che sono redenti dalla terra per regnare con Cristo Gesù in cielo. — 1 Corinti 15:50-54; Rivelazione 5:9, 10; 14:1-4; 20:6.

[Riquadro a pagina 9]

Quale autorità?

Il “Nuovo Vocabolario Illustrato della Lingua Italiana” (di G. Devoto e G. C. Oli, 1987) dà la seguente definizione di “anima”: “Principio immateriale della vita nell’uomo . . . tradizionalmente ritenuta immortale”. Questa definizione dà risalto al fatto che il concetto della vita dopo la morte per mezzo di un’“anima” continua ad essere un’asserzione religiosa. Nessuna autorità può comprovarlo. Al contrario, la massima autorità, la Bibbia, dice: “L’anima che pecca, essa stessa morirà”. — Ezechiele 18:4.

[Immagine a pagina 9]

L’“anima” di uno scriba egiziano, raffigurata da un falco con la testa d’uomo, che si suppone ‘tornasse a trovare il suo corpo nella tomba’

[Fonte]

Per gentile concessione del British Museum, Londra

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